Dal primo gennaio diverrà operativo il riassetto voluto dal ministro Fitto, che ridisegna e razionalizza le zone a fiscalità e burocrazia vantaggiosa. Un’operazione che potrebbe creare fino a 70 mila nuovi posti di lavoro
Se c’è una carta che il Sud d’Italia può giocare, quella è la Zes, la Zona unica speciale a fiscalità vantaggiosa per le imprese che vi investono. Nei mesi scorsi, il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, ha portato avanti il riassetto delle otto Zes preesistenti, razionalizzando la geografia di quegli ecosistemi concepiti per attrarre investimenti. Ora, nell’attesa che la Zes unica entri a regime e produca i suoi primi benefici, arrivano le prime proiezioni, sponda governo, circa la resa di tale ristrutturazione. E il primo capitolo è il mercato del lavoro.
Per bocca di Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo alla Camera per Fratelli d’Italia. “Dal primo gennaio partirà la Zes per il Mezzogiorno e ci sono potenzialmente 70 mila nuovi posti di lavoro. Un’occasione da sfruttare. Il governo Meloni ha introdotto una misura che può concretamente portare risultati nel Sud e portare a un incremento della occupazione in termini significativi. Si tratta di una risposta operativa alla crisi economica e anche di un’iniziativa che tende a supportare il Mezzogiorno con investimenti produttivi. È importante coglierla definendo le aree industriali e coordinando il lavoro con le Regioni”, ha spiegato Antoniozzi in una nota. “La logica produttiva è l’unica risposta seria in termini di rilancio del Sud e punta ad attrarre investimenti che ci auguriamo possano essere tangibili e immediati”.
Bisogna sempre ricordare come sul piano pratico la Zes unica garantirà alle imprese che si insediano, o già operano, nelle otto aree rilevanti semplificazioni nel procedimento di ottenimento dell’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive e, soprattutto, il credito d’imposta per gli investimenti produttivi fino al 2026, nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027. Ma ora, il salto di qualità: non più delimitazioni territoriali all’interno delle regioni disagiate, ma estensione dei benefici all’intero perimetro delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Lo stesso Fitto, poche settimane fa, aveva rivendicato la bontà del riassetto delle Zone. “Il decreto Sud approvato dal Consiglio dei ministri trasforma le attuali otto zone economiche speciali in una Zes unica che riguarda l’intero territorio del Sud, consentendo importanti passi in avanti sulle semplificazioni nelle autorizzazioni e nell’uso delle risorse della fiscalità. Ci sarà una unica struttura che gestirà la Zes quindi il costo della riorganizzazione della governance è inferiore al costo delle attuali otto strutture di governance delle Zes, per questo si tratta di una grande opportunità per il mezzogiorno ed una novità storica”.