Al di là delle parole di circostanza, spicca la capacità del premier di aver avviato con Il Cairo una nuova stagione di relazioni strategiche che rappresentano l’anticamera per un diverso modo di intendere il partenariato, anche alla luce di dossier delicati come l’immigrazione, il Medio Oriente, l’energia. E parte la linea marittima merci fra Trieste e il porto egiziano di Damietta
Dietro le espressioni con cui il presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi, ha ringraziato Giorgia Meloni per le congratulazioni dopo la vittoria alle elezioni di dicembre c’è una consapevolezza, al contempo pragmatica e geopolitica. Ovvero che Italia ed Egitto, non solo si stanno sforzando di aprire una stagione di proficua collaborazione su dossier comuni, come immigrazione, energia, scambi commerciali, ma hanno compreso come su emergenze come il conflitto in corso in Medio Oriente o quello nel mar Rosso poter contare su una ampia fascia di interlocutori rappresenta un vantaggio.
Tra Roma e Il Cairo
Da tempo Al Sisi ha usato nei confronti dell’Italia espressioni amichevoli. Lo ha fatto nell’ottobre scorso in occasione dell’invito alla conferenza sulla pace del Cairo, osservando che quell’invito fu esteso “al fine di garantire la presenza dell’amica Italia come Paese cardine sulla scena internazionale e regionale sotto la guida forte e influente di Giorgia Meloni”. Lo ha fatto nel luglio scorso quando ha ricordato “le distinte e storiche relazioni tra i due paesi, nonché la cooperazione esistente per affrontare molte sfide nella regione del Mediterraneo, con un’enfasi sull’importanza di lavorare per continuare a sviluppare la cooperazione congiunta e spingerla verso orizzonti più ampi”. Il tutto sommato ad “un intenso coordinamento e consultazione in varie questioni regionali”.
Il primo passo porta la data dell’ottobre 2022, il faccia a faccia a margine della Cop27 di Sharm El-Sheikh. Una scelta che sancì il disgelo nei rapporti diplomatici, al fine di concentrare obiettivi e strategie sull’immigrazione e sull’energia.
Messaggio
Oggi spicca il messaggio di Al Sisi, giunto a Palazzo Chigi per il tramite dell’ambasciatore dell’Egitto a Roma, Bassam Rady, in cui il capo dello Stato egiziano ha manifestato “enfasi sulla forza delle distinte relazioni bilaterali in tutti i settori e ha auspicato lo sviluppo dei legami a beneficio dei due popoli amici e di tutti i popoli della regione, così come maggiore coordinamento sulle questioni regionali”. Il premier in precedenza aveva messo l’accento sulla “profondità del partenariato reciproco in tutti i settori di interesse comune, sia per quanto riguarda il dialogo politico che la cooperazione in ambito economico, di difesa, di immigrazione, cultura, scienza e tecnologia”. Oggi a che punto sono le relazioni italo-egiziane e soprattutto come possono crescere in futuro?
Business forum
In primis va citato il buon numero di contatti sull’asse Roma-Il Cairo, fatti di visite ad alto livello e di un costante coordinamento tra i due governi su dossier rilevanti, sia internazionali che regionali.
In secondo luogo va ricordato il business forum dello scorso autunno organizzato al Cairo dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e dall’Ambasciata d’Italia in Egitto. Non solo le delegazioni imprenditoriali vennero coinvolte in un concerto del Teatro San Carlo presso il sito delle Piramidi di Giza, ma il forum sancì il rafforzamento della partnership commerciale e di investimento tra Italia ed Egitto in settori cardine, come sanità, turismo ed energia. In loco operano già marchi leader del panorama italiano, come Ansaldo, Banca Intesa San Paolo, Monte Dei Paschi Di Siena, Cementir Holding (Gruppo Caltagirone), Danieli, Breda energia.
Scenari
Una buona relazione che ha altrettanto buone possibilità di incremento si ritrova alla voce agricoltura: nel 2021 ha pesato per l’11,83% del Pil egiziano, con il 28% dell’occupazione totale. Numeri che entro il 2024 il governo Al Sisi ha già annunciato di voler migliorare sensibilmente e l’Italia in questo senso può rappresentare la piattaforma ideale per le esportazioni egiziane verso l’Europa.
L’ultimo pezzo di questo puzzle fra i due Paesi è, in ordine di tempo, di ieri con l’accordo firmato al Cairo dall’ambasciatore d’Italia, Michele Quaroni, e dal ministro dei Trasporti egiziano, Kamel el Wazir, per dare il via ad una linea marittima merci fra Trieste e il porto egiziano di Damietta. In questo modo verrà dato impulso ad un rapporto commerciale più solido, ottenendo una linea preferenziale e diretta tra i due paesi, oltre che al fatto che in questo modo l’Italia aumenterà il peso specifico del proprio status all’interno dell’area euromediterranea, in linea con il Piano Mattei e con la presidenza italiana del G7.
@FDepalo