Presentato presso l’Associazione Civita il progetto che mira a recuperare fino all’80% delle materie prime presenti nei componenti di Iqos. Un aiuto non da poco per un Paese come l’Italia
Philip Morris Italia ha deciso di dare un nuovo colpo di gas allo sforzo verso un’economia circolare che funga da pilastro all’intera transizione ecologica nazionale. Partendo dalle materie prime.
Presentando, nella cornice dell’Associazione Civita, sulla terrazza del Palazzo Generali e alla presenza del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, Rec – Riciclo per economia circolare, un progetto di riciclo totalmente dedicato ai propri dispositivi IQOS, il prodotto a tabacco riscaldato con oltre 2 milioni di utilizzatori e al riscaldatore di tabacco Lil. Tra i partecipanti al convegno, moderato e coordinato dal diretto del Tempo, Davide Vecchi, il presidente e ad di Philip Morris Italia, Marco Hannappel, il vicepresidente di Unindustria Lazio con delega alla green economy, Giovanni Turriziani, il capo dell’area economica di Coldiretti, Gianluca Lelli e Marco Bertucci, presidente della Commissione Bilancio della Regione Lazio.
Di che si tratta? Nei fatti, materia che chiama nuova materia. Ovvero, nell’ambito dell’obiettivo di Philip Morris di raggiungere elevati standard in termini di riciclo di rifiuti per un’economia circolare, il progetto punta a riciclare entro il 2024 fino a 500 mila dispositivi IQOS e Lil non più utilizzabili, con un recupero in media di oltre l’80% delle materie prime presenti nei device, tra cui materiali plastici e metallici, magneti, batterie agli ioni di litio e circuiti. Materie prime, ha spiegato lo stesso Hannappel, che vengono recuperate, riciclate e sono considerate dall’Unione europea critiche, ossia ad alto rischio di fornitura e di importanza economica strategica per l’Europa, fondamentali per numerose attività industriali.
Scendendo nei dettagli, il progetto Rec, in questa prima fase, interessa i dispositivi IQOS e Lil restituiti dai consumatori nell’ambito della garanzia e delle iniziative commerciali di Philip Morris. Tali dispositivi, se qualificati come rifiuti in quanto non più utilizzabili, vengono consegnati da un’impresa partner della logistica a un’azienda specializzata nel trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche che si occupa delle operazioni di separazione delle materie prime contenute nei device, nonché delle attività di recupero. Una volta completato il processo, sarà possibile ottenere nuova materia prima.
“Siamo orgogliosi di annunciare questo progetto di riciclo che si inserisce nella nostra strategia di sostenibilità per promuovere un’economia circolare”, ha poi chiarito lo stesso numero uno di Philip Morris Italia, nonché presidente Europa Sud-Occidentale di Philip Morris International. “Nel tempo, riciclare milioni di dispositivi in Italia ci consentirà di aggiungere un altro tassello fondamentale alla nostra filiera integrata, sviluppata in questi anni intorno ai prodotti innovativi senza combustione. Una filiera che tra parte agricola, manifatturiera e dei servizi al consumatore già coinvolge oltre 40 mila persone”.
La cifra dell’iniziativa di Philip Morris è stata data anche dallo stesso ministro Pichetto Fratin. “Viviamo in una terza rivoluzione industriale, la cui pietra angolare è la lotta al cambiamento climatico e la difesa dell’ambiente. E la tecnologia può e deve essere buona alleata. Dobbiamo andare verso modelli di energia diversi, attraverso la modernizzazione dei sistemi”, ha spiegato il responsabile dell’Ambiente.
“L’Italia è uno dei Paesi che ha sviluppato un’industria del riciclo e del riuso tra le più competitive d’Europa, siamo molto più avanti di tanti Paesi. Ma questa sfida, ne innesca altre. Come, cioè, una materia può diventare nuova materia prima. Non dobbiamo mai dimenticare che l’Italia di materie prime non ne ha. Ma grazie a queste tecnologie, dalla trasformazione, possiamo estrarre nuove materie. Philip Morris è, in tal senso, all’avanguardia, è un modello che indica un percorso che dobbiamo fare nostro, raccogliendo quelle materie prime che madre natura non ci ha dato”.
Sponda Coldiretti, i cui coltivatori rappresentano per Philip Morris Italia il bacino del tabacco, Lelli ha spiegato che “mai come oggi occorre creare opportunità economiche. L’impegno e l’accordo (per l’acquisto del tabacco, ndr) con Philip Morris è in tal senso strategico, metà del tabacco italiano passa su questo accordo che ha portato a una transizione soft, ma costante. Le stesse imprese che si sono appoggiate a tale intesa, sono cresciute, chi non lo ha fatto no. Perché tale accordo ha sposato buone pratiche agricole, sia sul versante dei materiali, sia su quello della tecnologia, fino ad arrivare alla sostenibilità sociale”.