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Le verità scomode (per il Pd di Schlein) di Ester Mieli. Il corsivo di Cangini

La sinistra si trova in evidente imbarazzo nel condannare i fenomeni di antisemitismo, soprattutto quando sono mascherati da fenomeni antisionisti. Dalla richiesta di dimissioni a Ester Mieli al caso del sindaco Pd di Bologna che ha abbandonato le celebrazioni della Giornata della memoria. Il corsivo di Andrea Cangini

Ma cosa ha detto Ester Mieli di così sconveniente? Già portavoce della comunità ebraica romana, eletta con Fratelli d’Italia e attuale vicepresidente della Commissione per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo, la senatrice Mieli ha detto quel che, oggi, è sotto gli occhi di tutti: cioè che la sinistra si trova in evidente imbarazzo nel condannare i fenomeni di antisemitismo, soprattutto quando sono mascherati da fenomeni antisionisti.

La prova si è avuta venerdì a Bologna. Nell’aula del Consiglio comunale della città di Elly Schlein si celebrava la Giornata della memoria alla presenza del sindaco del Pd Matteo Lepore. Il presidente dell’Istituto Cattaneo, Asher Colombo, ha illustrato un sondaggio realizzato a cavallo del 7 ottobre tra gli studenti universitari di Bologna, Milano e Padova. Risultato emblematico: l’antisemitismo calza spesso il vestito buono dell’antisionismo, non ha nulla a che vedere con la sproporzionata reazione di Israele al pogrom di Hamas, alligna ormai tra i ranghi dell’estrema sinistra persino più di quanto non caratterizzi la destra estrema. A metà della relazione del professor Colombo, il sindaco Lepore ha lasciato l’aula visibilmente spazientito. Ma prima di uscire ha inviato un messaggio whatsapp agli eletti del Pd intimando di non applaudire il professore del Cattaneo. Privatamente, poi, il sindaco ha accusato il presidente della comunità ebraica bolognese, Daniele De Paz, di volerla buttare in politica. Accusa assurda: sono i fatti ad avere valore politico, e i fatti contano più della retorica finto buonista che spesso ammanta la Giornata della memoria trasformandola in una ricorrenza vuota.

È un fatto, ad esempio, che molti editorialisti e politici di sinistra abbiamo accusato Giorgia Meloni di non aver condannato pubblicamente le braccia tese ad Acca Larentia. Accusa a senso unico. È un fatto anche che Elly Schlein non abbia detto una parola sulla violenza dei centri sociali che a Vicenza hanno dato l’assalto allo stand di Israele alla Fiera dell’Oro. A sinistra, però, questo fatto non è stato percepito. Sì che quanto Ester Mieli ha dichiarato al Corriere che di fronte a episodi come quello di Vicenza “la sinistra non può restare indifferente”, anziché sollecitare la segretaria a proferir verbo e ad uscire dall’ambiguità che da sempre caratterizza il suo rapporto personale con la sinistra antagonista, dal Pd si sono invocate le dimissioni della senatrice Mieli dalla Commissione parlamentare sull’antisemitismo. Un tempo lo chiamavano “doppiopesismo”.



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