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L’industria al centro. Urso riorganizza il Mimit

Il ministro per le Imprese e il made in Italy presenta il riassetto del dicastero di via Veneto, concluso dopo due mesi. Quattro dipartimenti per altrettante aree strategiche. E cresce la parità di genere

Una riorganizzazione che è anche un potenziamento di uno dei ministeri chiave del governo e del Paese. A via Veneto si è compiuto quel riassetto del ministero delle Imprese, guidato da Adolfo Urso, che in poco più di due mesi ha permesso all’ex Mise di attrezzarsi al meglio, in vista di delicate e decisive partite industriali. Non è certo un mistero che la ripresa italiana passi per l’industria e le sue imprese, senza le quali anche la semplice messa a terra del Pnrr sarebbe pressoché impossibile.

E così in una conferenza stampa presso il ministero delle Imprese, lo stesso Urso ha alzato il velo sulla tanto attesa riorganizzazione. Conclusasi in 63 giorni, compresi i festivi e il periodo natalizio, senza che ciò impattasse sulle tempistiche e sulla qualità dei servizi erogati. Il cuore del riassetto è la nomina di dirigenti nelle specifiche divisioni in capo ai quattro dipartimenti e alle 9 direzioni generali.

Altra gamba del piano, i quattro dipartimenti per rispondere alle altrettante principali esigenze. Ovvero, garantire gli strumenti necessari per realizzare gli investimenti (primo dipartimento), equipaggiarsi con le tecnologie fondamentali per le transizioni digitale e green (secondo dipartimento), munirsi di strumenti di tutela e di regole certe nella competizione (terzo dipartimento), poter contare su una presenza e su un’organizzazione territoriale che avvicini quotidianamente alle imprese le opportunità e gli strumenti del ministero (quarto dipartimento).

“Per la prima volta la politica industriale ha come soggetto evidente le imprese e per la prima volta evidenzia le peculiarità dell’industria italiana”, ha rivendicato il responsabile del Mimit. “La riorganizzazione è avvenuta in 63 giorni vuol dire che abbiamo raggiunto un grado di efficienza che rispetto al passato stupisce le imprese e gli osservatori”. Più nel dettaglio, il primo dipartimento per le politiche per le imprese è guidato da Amedeo Teti, il secondo Dipartimento per il digitale, la connettività e le nuove tecnologie fa capo a Eva Spina, il terzo Dipartimento mercato e tutela affidato sempre a Teti, mentre il quarto Dipartimento per i servizi interni, finanziari, territoriali e di vigilanza è affidato a Benedetto Mineo.

E c’è decisamente molto spazio per le donne. Dallo scorso assetto organizzativo, raddoppiano al Mimit le donne con incarico di dirigenza generale di prima fascia. Negli uffici di gabinetto, due dei tre vice capo gabinetto e tre dei sei dirigenti sono donne. Nel complesso, all’esito della riorganizzazione, il 40% delle divisioni risulta guidata da donne.



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