Lo sviluppo sostenibile non è fatto solo da iniziative green, ma riguardano numerosi aspetti, dalla sicurezza sul lavoro al controllo delle filiere produttive. Attraverso dieci racconti, Enav lancia il suo podcast “Storie in-sostenibili”, un modo per comunicare la necessità di aumentare la consapevolezza e la cultura della sostenibilità
Quando si parla di sostenibilità e di sviluppo industriale, si tende principalmente a pensare all’ambiente e all’agenda ecologica. Tuttavia questo non è l’unico aspetto che caratterizza lo sviluppo sostenibile, e tra i temi più importanti sicuramente si annovera quello della salute e della sicurezza sul lavoro. “Qualsiasi sia la declinazione di sviluppo sostenibile fornita dai diversi modelli di rendicontazione non finanziaria e dalle diverse scuole di pensiero, non vi è ombra di dubbio che nel panorama Esg (gli indici che registrano la sostenibilità ambientale, sociale e di governance, ndr) il tema delle condizioni di lavoro e nello specifico della tutela della sicurezza dei lavoratori, sia un tema centrale”. A parlare è Davide Tassi, responsabile per la sostenibilità e la corporate social responsibility di Enav, la società che gestisce il traffico aereo civile in Italia, all’interno del podcast “Storie In-sostenibili”, che attraverso storie diverse ambisce a rendere più consapevoli del vero significato della parola sostenibilità.
E la prima storia del podcast, infatti, è proprio dedicato alla sicurezza sul lavoro, e lo fa raccontando la tragica vicenda di Gabriele di Guida, 25 anni, di Cavenago di Brianza. Gabriele è stato assunto in un’azienda che produce imballaggi metallici, con un contratto da addetto di fine linea. Nonostante sia arrivato da poco, Gabriele, è attento e scrupoloso e dopo soli quaranta giorni riceve una promozione. “È il 10 aprile del 2019. Alle 5 e 30 del mattino – racconta il podcast –Gabriele esce di casa per andare a lavorare. Non tornerà più”. Il ragazzo, infatti, resterà incastrato in un macchinario pesante e rimanendone ucciso. La storia di Gabriele, purtroppo, è una storia come tante; una storia che riguarda decine, centinaia, migliaia di persone e sembra incredibile che oggi si continui a morire sul lavoro.
Nel 2022 i morti sul lavoro in Italia sono stati 1.090 con una crescita del 17% rispetto all’anno precedente e del tutto analoghi a quelli del 2019, epoca pre-covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro non subisce diminuzioni da anni. Sono i dati riportati dal podcast, che inoltre sottolinea come sia “una piaga che non conosce sosta, con oltre mille persone che ogni anno perdono la vita e che è anche profondamente sottostimata”. I numeri, infatti “sono quelli che vengono denunciati all’Inail e che molto spesso non contemplano i lavoratori in nero”, un esercito invisibile di circa tre milioni e 600mila persone.
“Ci stiamo abituando – racconta Tassi – a considerare questi numeri come fredde statistiche e invece, dietro questi numeri, ci sono vite, persone, famiglie”. Sono in media tre al giorno gli italiani che perdono la vita per incidenti sul lavoro. Un’emergenza di cui si parla soltanto quando accade qualche caso eclatante ma che poi torna nell’oblio: “Si tende a chiamarle “morti bianche”, come se avvenissero senza sangue, senza una mano responsabile dell’accaduto. Mentre invece molto spesso una mano responsabile c’è, ed è la mano che porta ad utilizzare macchinari anche se andrebbero sostituiti perché non sicuri, quella che porta a non fare la dovuta formazione e che considera la sicurezza non come un’attività che si fa insieme, tra lavoratore e datore di lavoro, ma come una montagna di carte da riempire e di burocrazia che spesso viene affidata a consulenti esterni che non sanno nulla dell’attività dell’impresa”.
Da queste tragedie, quindi, bisogna sforzarsi di implementare sempre di più misure che rendano il posto di lavoro un luogo sicuro. Safety first, la sicurezza prima di tutto, dice quindi Tassi, che sottolinea come Enav, responsabile della “sicurezza di decine di persone che ogni giorno salgono su un aereo”, non possa che avere nel proprio Dna questo tema, e la sicurezza come primo obiettivo in “ogni nostro pensiero e ogni nostro investimento”. Un’attenzione alla salvaguardia della sicurezza dei nostri utenti che si riverbera “anche sulla salute e sulla sicurezza con cui le persone di Enav svolgono il proprio lavoro”.
Ecco perché, per raccontare queste ed altre storie di sviluppo sostenibile, Enav ha deciso di realizzare il podcast “Storie In-sostenibili”, che attraverso storie di sostenibilità vuole rendere il proprio pubblico più consapevole del cambiamento necessario verso un futuro più sostenibile. Dieci puntate divise in due stagioni, per raccontare storie di in-sostenibilità attraverso testimonianze, interviste ed eventi di cronaca. Si toccheranno temi legati alla salute e sicurezza sul posto di lavoro e alla disabilità. Si parlerà di fast fashion, di città sostenibili, di controllo delle filiere produttive, di workaholic. Verranno messi in evidenza principi etici a cui le aziende non possono più sottarsi e quanto i comportamenti personali, prima di quelli collettivi, passino attraverso la conoscenza e la consapevolezza. “Storie In-Sostenibili nasce dalla voglia di restituire qualcosa alla collettività in termini di consapevolezza e di cultura della sostenibilità senza essere autoreferenziali”, ha raccontato l’ad di Enav, Pasqualino Monti. “Se vogliamo provare a produrre un reale cambiamento nella comunità in cui viviamo e operiamo è necessario pensare anche a un modo diverso di comunicare. Il vero cambiamento passa attraverso le nostre azioni”.