Secondo il Pd un atto di clemenza del Capo dello Stato a favore di Silvio Berlusconi violerebbe il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Ma il Cavaliere avrà pure il diritto di chiedere che la sua posizione sia considerata alla stregua di quella di migliaia di altre persone prima di lui? Si, i “graziati” dagli ultimi presidenti della Repubblica sono migliaia. Se Giorgio Napolitano si è limitato (dopo la sentenza n.200/2006 della Corte costituzionale) a concedere solo una ventina di provvedimenti di grazia (tra i quali, nel 2007, alcuni a favore di cittadini austriaci condannati per azioni di terrorismo), i suoi predecessori non si sono fatti mancare nulla.
Ciampi ha sottoscritto 115 atti di clemenza, Scalfaro 339, Cossiga 1.395, Pertini addirittura 6.095. Le nuove prassi richiedono la sussistenza di ragioni di carattere umanitario. Ma dove stavano tali ragioni nella vicenda di Alessandro Sallusti giustamente sottratto al carcere attraverso una “grazia” dettata da criteri di opportunità? E non ve ne sono forse di ragioni umanitarie nel caso di un anziano signore che, peraltro, è stato un imprenditore di successo, ha creato lavoro dal nulla ed è il patron di una squadra di calcio che ha onorato lo sport italiano? Oltre ad essere il maggior contribuente al fisco.
Le grazie del Colle, un paio di numeri
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