Skip to main content

Gli occhi Usa sul Cairo. Solidarietà a Gaza e soluzione a due Stati

L’obiettivo comune è impedire un conflitto allargato ad altri soggetti vicini, che mini la pace e la sicurezza sia regionale che internazionale. Il punto di caduta politico di queste analisi si ritrova nella soluzione a due Stati, l’unica utile a ripristinare e rafforzare la stabilità nella regione

Investimenti, energia e Gaza: di questo ha discusso una delegazione del congresso americano al Cairo con i vertici del governo in un momento complicatissimo della guerra in Medio Oriente, ma al contempo con l’esigenza egiziana di poter contare su nuovi flussi di investimenti per ravvivare l’economia interna. La delegazione era guidata dal presidente della sottocommissione antiterrorismo, applicazione della legge e intelligence, il deputato Repubblicano August Pfluger, e comprendeva membri sia del partito Democratico che di quello Repubblicano.

I colloqui

Punto di partenza dei colloqui la situazione regionale nella Striscia di Gaza, con la posizione egiziana, fortemente rivendicata dal presidente Al-Sisi, concentrata sugli sforzi umanitari per la consegna degli aiuti agli oltre due milioni di palestinesi. Inoltre il presidente egiziano ha ribadito alla delegazione Usa la necessità che la comunità internazionale si assuma la responsabilità politica delle scelte nel breve periodo, sostenendo un cessate il fuoco immediato e duraturo e prevenendo un’ulteriore escalation militare nella città palestinese di Rafah. L’obiettivo comune è impedire un conflitto allargato ad altri soggetti vicini, che mini la pace e la sicurezza sia regionale che internazionale. Il punto di caduta politico di queste analisi si ritrova nella soluzione a due Stati, l’unica utile a ripristinare e rafforzare la stabilità nella regione.

Il punto di vista Usa

La presenza all’incontro del ministro degli Affari esteri egiziano, Sameh Shoukry, e del direttore dell’intelligence, Abbas Kamel, ha dato una cornice sia generale che specifica ai colloqui. Non sfugge che Washington considera Il Cairo soggetto attivo e primario della fascia mediterranea che va da Gibilterra al Medio Oriente, per questa ragione punta a riaffermare la forte partnership strategica tra i due paesi. Il Congresso in questo senso intende svolgere un ruolo di ponte per cementare tali relazioni, soprattutto nell’ottica del grave quadro internazionale presente al momento.

La delegazione del Congresso americano ha riconosciuto il ruolo fondamentale dell’Egitto nel rafforzare la sicurezza e la stabilità regionale. Al contempo la collaborazione tra i due Paesi travalica la contingenza e si focalizza su dossier significativi come l’energia, la cooperazione, la lotta al terrorismo.

Le sfide interne dell’Egitto

Il Cairo sta attraversando una fase politica delicata, caratterizzata dalla progettazione in vari settori come il welfare, l’energia, le finanze. In primo luogo ha approvato un budget da 135 miliardi di dollari, per tagliare il deficit e aumentare la spesa sociale. È la prima volta che il governo presenta un bilancio consolidato che comprende l’intero governo generale, compresi sia l’apparato amministrativo che gli enti economici, con l’obiettivo di un avanzo primario superiore al 3,5% del Pil, per ridurre il deficit complessivo al 6% nel medio termine.

In secondo luogo l’Fmi ha sbloccato un aumento del sostegno finanziario all’Egitto, ultimando la prima e la seconda revisione dell’accordo sull’Extended Fund Facility (EFF): in questo modo è stato dato il nulla osta ad un aumento del programma di aiuti da 5 miliardi di dollari, portando il totale a 8. Di questa cifra, più di 800 milioni saranno disponibili subito.

Il programma FEP, approvato nel dicembre 2022, intende rafforzare la stabilità economica dell’Egitto in un momento complesso, in cui si sommavano due crisi come quella ucraina e quella del grano.

Aiuti per riforme

Secondo Kristalina Georgieva, direttrice generale dell’Fmi, le recenti misure, tra cui l’unificazione del tasso di cambio, la liquidazione degli arretrati valutari e l’inasprimento monetario e fiscale, “sono stati passi difficili ma essenziali” e dimostrano l’impegno prudente delle autorità nell’utilizzare i nuovi finanziamenti per le riserve, la liquidazione degli arretrati e la riduzione del debito. Il consiglio del numero uno del Fondo al governo Al Sisi è quello di proseguire sulla strada di politiche monetarie e fiscali rigorose, espandendo al contempo la rete di sicurezza sociale attraverso una spesa mirata. Non solo aiuti quindi, ma spinta alle riforme.



×

Iscriviti alla newsletter