Il Capo dello Stato in visita ufficiale: “L’Italia auspica che si creino velocemente le condizioni per l’ingresso della Bulgaria nell’area dell’euro”. Ultima tappa nella base militare di Novo Selo dove ha incontrato il contingente italiano del Multinational Battlegroup Bulgaria. L’Italia è alla guida del Battle Group in Bulgaria, inquadrato nell’operazione di attività di vigilanza rafforzata della Nato, dall’ottobre 2022
L’Italia auspica che si creino velocemente le condizioni per l’ingresso della Bulgaria nell’area dell’euro. Questo uno dei passaggi più salienti della visita in Bulgaria del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, utile occasione sia per rafforzare il filone italo-balcanico sia come spunto per toccare due macro temi strategici come energia e perimetro europeo, che vedono in Sofia un soggetto attivo della macro area. Inoltre oggi il Capo dello Stato ha visitato il contingente italiano alla base Nato di Novo Selo in Bulgaria.
Bulgaria e Ue
L’ingresso della Bulgaria nella moneta unica secondo Mattarella permetterebbe una maggior facilità di collaborazione, questa la ragione per cui per l’Italia la Bulgaria è “un partner imprescindibile, sul piano bilaterale e come membro dell’Unione europea”. Inoltre Sofia come membro dell’Alleanza atlantica è fondamentale, “siamo legati da questa comune appartenenza, comune sforzo di sicurezza e di pace – insieme – che l’Alleanza atlantica interpreta”.
Per questa ragione il passaggio conclusivo della visita di Stato si è svolto nella base militare di Novo Selo dove ha incontrato il contingente italiano del Multinational Battlegroup Bulgaria. L’Italia è alla guida del Battle Group in Bulgaria, inquadrato nell’operazione di attività di vigilanza rafforzata della Nato. dall’ottobre 2022.
Cambio di passo
Perché la Bulgaria ha accresciuto il proprio peso specifico? Dal punto di vista energetico il cambio di passo si ritrova alla voce Igb: il Gas Interconnector Grecia-Bulgaria (Igb) è un gasdotto operativo che collega il gas dall’Azerbaigian alla Bulgaria attraverso la Grecia, conosciuto anche come gasdotto Stara Zagora-Komotini. Parla un po’ anche italiano l’Igb, visto che il progetto è stato sviluppato dalla joint venture Icgb, con la partecipazione della statale bulgara Energy Holding (BEH) e la greca IGI Poseidon: la società pubblica greca del gas Depa e il gruppo energetico italiano Edison possiedono ciascuno il 50% di IGI Poseidon.
Nei fatti è una bretella del gasdotto Tap, che dall’Azerbaigian porta il gas in Puglia. Lungo 182 chilometri, ha una capacità iniziale di 3 miliardi di metri cubi all’anno, con la possibilità di arrivare fino a 5, con una peculiarità: sarà inoltre in grado di fornire alla Bulgaria gas proveniente dai porti greci che importano gnl. Una mini rivoluzione all’interno del costone balcanico, dopo la crisi energetica scoppiata all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina e dopo la rivoluzione copernica avviata tramite il gasdotto Tap, infrastruttura che ha cambiato i connotati alla politica energetica dell’Ue.
Scenari
In concomitanza con le elezioni europee di giugno, in Bulgaria si terranno anche le elezioni anticipate nazionali: le seste in quasi tre anni. Una situazione di fibrillazione politica nata nel 2020, quando il paese venne scosso da una serie di proteste di massa contro la corruzione che portarono l’allora primo ministro Boyko Borisov alle dimissioni. Da quel momento la Bulgaria ha vissuto quattro anni di instabilità.
Il premier Nikolai Denkov ha rivendicato i risultati ottenuti dal suo governo filo-occidentale e filo-ucraino, come l’essere riuscito a ridurre la dipendenza energetica del suo paese dalla Russia e come l’aver lottato contro la disinformazione russa. Un mese fa il suo ultimo atto: un accordo con il governo ucraino per rafforzare le relazioni amichevoli e di partenariato. Secondo il capo del governo ucraino con quella firma Sofia assumerà una posizione guida nell’attuazione della formula di pace del presidente dell’Ucraina, in particolare in termini di ambiente, energia, sicurezza alimentare e ripresa.
Inoltre, la Bulgaria continuerà a sostenere l’Ucraina nel suo percorso verso l’Ue e la Nato. Per questa ragione Kyiv intende intensificare la cooperazione militare con la Bulgaria, i particolare, nel quadro della Commissione ucraino-bulgara per la cooperazione tecnico-militare. Ciò aumenterà il volume dell’assistenza militare e avvierà la produzione congiunta di armi ed equipaggiamento militare.