L’azienda ha organizzato una tavola rotonda virtuale con la stampa per parlare del modo in cui intende supportare le varie società con il suo strumento. Ponendo l’accento su un aspetto tutt’altro che secondario: la regolamentazione deve correre di pari passo con lo sviluppo tecnologico
Informare le aziende, oltre che rassicurarle, su come Ibm intende aiutare le aziende di fronte alla novità dell’AI Act. È stato questo l’intento della tavola rotonda virtuale organizzata dall’azienda statunitense con la stampa italiana e internazionale: dettare le linee guida per il futuro e assicurare vicinanza e supporto alle imprese, in un momento di cambiamento radicale. La nuova regolamentazione europea valuterà infatti gli strumenti tecnologici in base al loro rischio – basso, alto o vietato – e c’è da prepararsi. E la soluzione offerta da Ibm si chiama watsonx.
Questo perché risponde esattamente a ciò che chiede Bruxelles con la sua legge, ovvero costruire un sistema digitale responsabile, equo ed etico. Utilizzando watsonx, un’azienda sarà aiutata nel rispetto della conformità degli standard imposti, garantendo così la trasparenza del suo lavoro. Automatizzando il monitoraggio, la gestione e la documentazione verrà inoltre supportata nella governance, tanto dell’intelligenza artificiale quanto dei modelli di machine learning predittivi, che spaventano le autorità di regolamentazione per gli effetti che producono. Infine, con la soluzione messa in campo da Ibm sarà più facile gestire il rischio: sono infatti messe a disposizione delle soglie preimpostate e degli avvisi in grado di rilevare il livello di pericolosità degli strumenti e, nel caso, di ridurla.
L’incontro è servito per chiarirsi le idee, con i giornalisti che hanno esposto le loro curiosità in merito. Ad emergere con rilevanza è la necessità di continuare nel processo evolutivo, senza fermarsi. Questo perché il progresso tecnologico progredisce in continuazione, anche in modo piuttosto veloce.
Ecco perché Ana Paula De Jesus Assis, general manager di Ibm Europe, Middle East e Africa, ha tenuto a precisare che l’AI Act europeo è un momento molto importante e ben accolto dalla società che rappresenta, ma quando entrerà in vigore in tutta la sua effettività – l’orizzonte temporale è di circa due anni – bisognerà guardarsi attorno per comprendere quali novità ulteriori ci circonderanno. E quindi serviranno nuove regole. Un segnale importante che va in questa direzione è quindi il nuovo pacchetto di misure annunciato a inizio anno dalla Commissione europea, AI Innovation Strategy, applaudito anche da Ibm in quanto fa compiere un passo in avanti all’AI Act, arricchendolo di altri paletti.
“La tecnologia cambia velocemente”, ha affermato De Jesus rispondendo a una domanda su cosa pensasse la sua azienda in merito. La legislazione deve andare necessariamente andargli dietro di pari passo.