Skip to main content

Blinken in Cina con un obiettivo: linea severa sui rapporti con la Russia

Blinken andrà in Cina con un messaggio: continuare il dialogo, come spiega per background un funzionario senior del dipartimento di Stato, ma se Pechino non interrompe la relazione con cui sta permettendo a Mosca di ricostruire l’industria militare, allora rischierà pesanti ripercussioni. Washington vuole imbarcare su questa linea l’Ue, partendo dagli alleati nel G7

In un’intervista, il vice segretario di Stato statunitense, Kurt Campbell, ha affermato che la Cina stava minando la sicurezza europea fornendo alla Russia tecnologie dual use — con cui spingere l’invasione su larga scala dell’Ucraina — e allo stesso tempo che cercava di sviluppare legami economici e politici più stretti con l’Europa. Evidenziare questa incoerenza è parte dell’attività del dipartimento di Stato in questo momento: “Quello che abbiamo cercato di sottolineare con gli interlocutori europei e cinesi è che questi doppi obiettivi sono incoerenti e che vogliamo che la Cina pensi molto attentamente alla via da seguire”, ha detto.

Campbell ha spiegato che gli Stati Uniti in questo momento sono “molto diretti” sulle loro preoccupazioni e lo fanno perché intendono “ritenere la Cina responsabile” per le proprie azioni. Sarà un tema centrale nella visita di Antony Blinken, il segretario di Stato che tornerà in Cina dal 24 al 26 aprile e terrà riunioni a Shanghai e Pechino. Campbell ha detto che Blinken avrebbe sollevato la questione con il ministro degli Esteri cinese, e capo della diplomazia del Partito/Stato, Wang Yi.

La visita, su cui si speculava già dal viaggio di due alti funzionari statunitensi nei giorni scorsi, si inserisce in un quadro di contatti costanti che Washington e Pechino hanno ristabilito per evitare di arrivare a un punto di non-comunicazione simile alla Guerra Fredda, pur mantenendo alto il livello di competizione tra potenze (ne abbiamo parlato in un’edizione di Indo Pacific Salad). Tuttavia, come già successo in altre situazioni del genere (come la recente conversazione tra i vertici della Difesa), Washington intende dettare le proprie priorità e le proprie linee rosse.

Il dipartimento di Stato, in un briefing pre-visita offerto ai giornalisti, sottolinea che questa visita fa seguito a un anno di intensa diplomazia per gestire responsabilmente le relazioni tra Stati Uniti e Cina, stabilendo linee di comunicazione per ridurre il rischio di calcoli errati e conflitti. Durante il viaggio, il segretario si concentrerà su tre obiettivi principali: “progredire su questioni chiave”, “comunicare chiaramente le preoccupazioni statunitensi su questioni bilaterali, regionali e globali”, e “gestire responsabilmente la competizione con la Cina per evitare miscalculation o conflitti”.

Questi obiettivi riflettono la strategia degli Stati Uniti di “investire, allinearsi e competere”, che ha già portato a “progressi significativi e a un rafforzamento della posizione competitiva del Paese”. Tuttavia, spiega il funzionario di State, durante il viaggio, Blinken comunicherà chiaramente le preoccupazioni degli Stati Uniti su questioni quali “diritti umani, pratiche economiche e commerciali ingiuste” e “il sostegno della Cina alla base industriale della Russia”. Anche se non ci si aspetta un progresso immediato su tutte le questioni, gli Stati Uniti continueranno a utilizzare la diplomazia per “difendere i propri interessi nazionali e prevenire incidenti”, spiega il funzionario senior autorizzato soltanto a fornire informazioni di background.

Blinken, secondo informazioni non ufficiali ottenute dal Financial Times, non dovrebbe rivelare quali sono le misure che l’amministrazione Biden intende prendere, ma ha intenzione di essere molto chiaro con Pechino: se non interromperà l’aiuto a Mosca per ricostruire l’industria militare, rischierà grosso. Potrebbero esserci sanzioni dirette o secondarie che complicherebbero pesantemente le attività economiche e finanziarie cinesi negli Stati Uniti. Una preoccupazione nota per Pechino, che però non può semplicemente accettare la pressione americana nei confronti della Russia — perché sembrerebbe debole e perché sembrerebbe ancora più debole la partnership d’utilità anti-occidentale sino-russa.

La segretaria al Tesoro Janet Yellen ha già sollevato la questione durante una visita in Cina questo mese; Joe Biden ha espresso preoccupazione al presidente cinese Xi Jinping quando i leader hanno parlato per telefono tre settimane fa; ma è a Blinken che è stato affidato il compito di fare pressione sulla questione in termini più forti.

La visita del segretario arriva in una fase di ampia comunicazione tra Usa e Cina, che però non ha impedito al Congresso di approvare un nuovo pacchetto di finanziamenti per la difesa di Taiwan, che la Cina considera un proprio territorio da annettere prima o poi. E soprattutto arriva mentre Washington alza la pressione sugli europei affinché prendano posizioni più severe: eventuali sanzioni secondarie americane avranno ripercussioni anche sul mercato europeo d’altronde, e questo è uno dei timori di Pechino — ma anche di Bruxelles.

Secondo fonti informate sulle discussioni, durante la riunione ministeriale del G7 a Capri, Blinken ha chiesto apertamente agli alleati di fare di più sulla Cina e sulla sua partnership con la Russia, mentre Germania e Francia avrebbero cercato di edulcorare la posizione per non guastare i rapporti commerciali. L’Italia, da padrona di casa, ha mediato per la linea chiara uscita nel comunicato finale.



×

Iscriviti alla newsletter