L’Academy Spadolini si pone come Academy del talento: un valore e un fattore che già dal primo anno di attività tende a sviluppare tramite convegni, seminari, prese di posizione, presenza sulla stampa, attività di sensibilizzazione e formazione. Tutti elementi tesi in modo diretto o indiretto ad affermare i valori del merito e della concorrenza
Come noto, la più antica Accademia italiana è l’Accademia del Cimento, fondata nel 1657, il cui motto è “Provando e riprovando”. Ebbene, forse la più giovane accademia italiana, l’Academy Spadolini, nata il 2 febbraio 2023 alla Camera dei deputati, ha operato sin qui sulla base dello stesso motto, ponendosi però non come Accademia del Cimento ma, provando man mano e riprovando, ora come Accademia del talento.
Non viene certo meno la connotazione propria di questa Academy come Academy della Repubblica per superare la divisività e il populismo, ma grazie alla maturazione man mano, nel corso di un anno, si sta rafforzando la sua dimensione, che già era nell’imprinting originario, di “accademia del talento”.
L’Academy, fondata sul dialogo intergenerazionale, mette insieme talenti molto maturi come Lamberto Dini, Giuseppe De Rita, Giuliano Urbani, Andrea Monorchio, Maria Rita Parsi, talenti dell’età di mezzo, come i tanti professori, magistrati, professionisti e giornalisti membri del comitato tecnico-scientifico. E giovani talenti, impegnati soprattutto nei gruppi di organizzazione e comunicazione.
Le oltre cento personalità che compongono il nocciolo duro dell’Academy sono state selezionate proprio e soprattutto in quanto talenti o tendenziali talenti, sulla base del merito. Così come evidenziato nei curriculum e nelle esperienze professionali. Quel valore è un fattore, però sin qui non molto presente e visibile nelle azioni del settore pubblico, a cominciare dalla scuola dove buona parte degli insegnanti non sembrano molto in grado di insegnare e trasmettere il valore del merito, il senso della valorizzazione del talento, essendo spesso selezionati sulla base dell’Ope Legis, dello scorrimento automatico delle graduatorie dei precari ecc., e non sulla base di selezioni e veri concorsi di tipo meritocratico.
Non c’è simbolo migliore di Spadolini, un prisma a molte facce, che per ognuna delle facce, come ad esempio quella da direttore di grandi quotidiani o da professore ordinario di storia, o da presidente della Bocconi, ha potuto crescere e sviluppare la sua dimensione culturale e professionale proprio in quanto vero talento. Spadolini è il simbolo più proprio per un’Academy che si pone l’obiettivo di contribuire a diffondere il senso del valore del talento e del merito in una società in cui questo valore è troppo poco considerato. Anche perché non ci può essere sana meritocrazia senza sana concorrenza. Si tratta, infatti, di due sorelle gemelle che viaggiano necessariamente l’una insieme all’altra. E i ritardi della nostra classe politica sulla questione della concorrenza sono forse ancora maggiori dei ritardi sulla questione del merito. Per questo, i giovani che aderiscono all’Academy Spadolini, da molto tempo, da prima che Jannik Sinner diventasse una sorta di Idola Fori degli italiani, tendevamo a definirli “Generazione Sinner”.
Così come avviene per il grande tennista italiano, pochi social, senso anche dei tempi medi e lunghi, pratica assidua del “lavoro”, così come lo definisce Sinner – vuoi che si tratti di studio o di lavoro di altro tipo, di allenamento intellettuale ecc. – e poi uso dei social in dosi limitate e disponibilità alla libera competizione tra i talenti.
Dovrebbe essere compito della classe politica e delle classi dirigenti impegnarsi finalmente per il ripristino dell’ascensore sociale per i govani, perché senza questo non ci può essere valorizzazione del talento.
Proprio per questo l’Academy Spadolini si pone come Academy del talento: un valore e un fattore che già dal primo anno di attività tende a sviluppare tramite convegni, seminari, prese di posizione, presenza sulla stampa, attività di sensibilizzazione e formazione. Tutti elementi tesi in modo diretto o indiretto ad affermare i valori del merito e della concorrenza, in un quadro dove ben pochi di ciò si occupano. E il dialogo intergenerazionale è fondamentale a questo fine. Tanti sono e saranno ancora, man mano, gli appuntamenti culturali dell’Academy, tesi al rilancio in termini operativi di questo valore e fattore.