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Così l’India rafforza la cooperazione internazionale tramite gli attaché militari

Tre colonnelli indiani saranno inglobati in altrettanti comandi strategici statunitensi, mentre New Delhi spinge la cooperazione internazionale sulla Difesa anche attraverso il ruolo centrale che gli attaché militari stanno svolgendo in Paesi chiave per la sua proiezione geopolitica

Per la prima volta, quest’anno, l’India ha inviato attaché militari in diversi Paesi, come Armenia, Algeria, Gibuti, Etiopia, Costa d’Avorio, Mauritius, Mozambico, Filippine, Polonia, Seychelles e Tanzania. Ma soprattutto ha posizionato liaison officer all’interno di tre comandi strategici americani, rendendo operativa una decisione dello scorso anno presa per permettere una maggiore integrazione tra le due forze armata.

Tre colonnelli si uniscono al Comando Indo-Pacifico (IndoPaCom) con sede alle Hawaii, al Comando Operazioni Speciali (SoCom) con sede in Florida e alla forza marittima multinazionale Combined Maritime Forces (Cmf) in Bahrain.

L’India ha accettato di inviare ufficiali di collegamento presso i comandi statunitensi per rafforzare la cooperazione difensiva e la condivisione di informazioni, confermando l’impegno a espandere la propria influenza nella regione dell’Indo Pacifico e dell’Oceano Indiano (ambito di attività, nella sua porzione nord-occidentale, delle operazioni di sicurezza marittima delle Cmf).

La decisione era stata presa durante la visita di stato negli Stati Uniti del primo ministro Narendra Modi, nel giugno scorso. Il comunicato congiunto, che esce adesso che il posizionamento dei tre colonnelli diventa operativo, sottolinea il ruolo degli ufficiali nel favorire la cooperazione tra i servizi militari e riafferma la determinazione con un focus specifico nella sicurezza marittima attraverso un miglioramento della consapevolezza del dominio sottomarino (ambito in cui l’India cerca partnership e sviluppo, come il sottosegretario Matteo Perego di Cremnago spiegava a Formiche.net oltre un anno fa, raccontando la sua missione diplomatica in India).

Dal 2022, il Pentagono ha stabilito forti connessioni militari con l’India e ha fornito supporto logistico per operazionalizzare gli strumenti, consentendo agli attaché della difesa indiana un accesso senza precedenti alle strutture (per esempio, potevano muoversi senza necessità di scorta pur essendo esponenti di forze armate straniere e non Nato).

Contemporaneamente il governo indiano ha avviato un percorso verso l’espansione della sua presenza difensiva in aree geografiche che considera chiave in tutto il mondo per promuovere le esportazioni di armi e rafforzare le relazioni difensive. Oltre alla nomina di ufficiali di collegamento, il governo ha assegnato addetti militari e della difesa a Paesi africani e nella regione dell’Oceano Indiano in cui prima non c’erano. Il numero di attaché militari indiani assegnati in diversi paesi nel mondo ora è di 62, aumentato di 10 nei primi quattro mesi del 2024 (il progetto è portarlo a 75 entro il 2030). Il ruolo di questi funzionari sta diventando sempre più geopolitico.

Questo approccio proattivo sottolinea infatti l’impegno del paese nel rafforzare i suoi legami strategici e promuovere le sue capacità difensive su scala globale. Inoltre dà sostegno alle iniziative strategiche, per esempio la priorità dell’India di ampliare il suo coinvolgimento in Africa (non a caso di quella decina di nuovi attaché del 2024, sette sono andati in Paesi africani). C’è inoltre l’interesse di alcune nazioni del continente nell’acquistare hardware militare indiano, con i funzionari della Difesa che fanno anche da agenti commerciali in questo senso (e la crescita dell’industria militare è una componente dell’iniziativa strategica “Make in India”). Oppure, per esempio, la nomina di un attaché come quello per Gibuti è una mossa calcolata dal momento che la Cina vi opera una struttura militare dal 2017 e che il Paese de Corno d’Africa è un avamposto geostrategico lungo il corridoio indo-mediterraneo del Mar Rosso – che per l’India significa collegamenti con l’Occidente.

Ancora un esempio: la decisione di nominare un attaché militare nelle Filippine, assume importanza poiché l’India sta rafforzando la sua relazione difensiva con Manila a causa delle crescenti preoccupazioni (soprattutto di Washington) per l’aggressione militare di Pechino nel Mar Cinese Meridionale. Non a caso, recentemente l’India ha firmato un accordo per fornire il missile da crociera supersonico BrahMos alle Filippine.

Paradigmatico anche il caso dell’Armenia, che ha manifestato interesse nel migliorare i suoi legami difensivi con l’India con un accordo firmato nel 2023 per fornire equipaggiamento militare indiano, inclusi lanciarazzi multi-barrell e cannoni d’artiglieria, in mezzo al conflitto con l’Azerbaijan per il Nagorno-Karabakh. E ancora, l’invio di un ufficiale nella sede diplomatica di Varsavia è frutto della consapevolezza che la Polonia, membro dell’Ue (che per la prima volta lo scorso anno ha nominato un attaché militare per la sua rappresentanza indiana) e Nato (che ha aperto un liason office in India sempre l’anno scorso) sta diventando sul lato militare un partner di primo livello degli Stati Uniti ed è una porta per l’Europa Orientale — area in cui la Cina gioca ancora un’influenza dominante.



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