Il cane a sei zampe
Torino, Pinacoteca Giovanni
e Marella Agnelli
fino al 22 maggio
“Il cane a sei zampe” è un’esposizione monografica che ripercorre la storia di Eni dalle origini a oggi, scandita dai quattro restyling del marchio, ideato nel 1952 da Luigi Broggini. Immagini, documenti originali, memorabilia, filmati aziendali e vignette satiriche provenienti dal ricco patrimonio dell’archivio storico Eni e da collezioni private, prendono per mano il visitatore consentendogli di ripercorrere la storia dell’azienda e di rivivere alcuni passaggi storici che hanno caratterizzato lo sviluppo non solo del gruppo, ma anche della vita italiana. La mostra costituisce anche l’occasione per approfondire la storia di un protagonista che ha avuto il coraggio di immaginare il futuro: Enrico Mattei. La parte finale dell’esposizione è dedicata al presente, con un’opera ispirata al Cane a sei zampe realizzata dalla sand artist Ilana Yahav, una delle protagoniste delle nuove campagne Eni, e diverse altre opere grafiche firmate da giovani talenti.
Poussin e Mosè.
Dal disegno all’arazzo
Roma, Villa Medici
fino al 5 giugno
Éric de Chassey, direttore dell´Accademia di Francia a Roma, ha voluto riunire a Villa Medici, per la prima volta, più di quaranta opere tra arazzi, disegni, incisioni e dipinti di Nicolas Poussin, tutti dedicati alla vita di Mosè, e provenienti da musei britannici, italiani e francesi. Poussin sarebbe dovuto diventarne il primo direttore quando fu creata nel 1666 da Luigi XIV, ma la morte glielo impedì: la mostra illustra un aspetto particolare e inedito della sua opera, ma che ha influenzato le generazioni artistiche successive, rendendo ancora più esplicita l´unicità e l´attualità del suo talento. Alcuni dei capolavori dell´arte del XVII secolo, saranno posti sotto una nuova luce rivelando quel processo di attuazione che ha portato alla composizione degli arazzi, sottolineando come soggetti analoghi o simili vengano incarnati ogni volta da Poussin in immagini differenti, a seconda del formato, della tecnica e della loro destinazione. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Drago, composto da due volumi: uno con materiale iconografico, l´altro con testi introduttivi di Éric de Chassey, Guillaume Ambroise e Bernard Schotter e con saggi di Marc Bayard, Pascal Bertrand, Olivier Bonfait, Arnauld Brejon de Lavergnée, Daniela Del Pesco, Marc Favreau, Marc Fumaroli, Henry Keazor e Jean Vittet.
Passato-presente.
Dialoghi d’Abruzzo
Genazzano, Castello Colonna
fino al 10 luglio
Anche l’arte può aiutare l’Abruzzo che è stato colpito dal terremoto: organizzata dalla Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Lazio, l’esposizione viene ospitata negli spazi del Castello Colonna di Genazzano, presentando una selezione di sedici opere tra le più significative delle collezioni del Museo nazionale d’Abruzzo (una raccolta che per campioni va dalla preistoria, all’arte romana, rinascimentale, del Sei e Settecento, fino all’arte odierna), allestita contestualmente ad altrettanti lavori di alcuni tra i più noti artisti contemporanei provenienti da collezioni pubbliche abruzzesi quali il Museo archeologico di Teramo, il Castello Orsini Colonna di Avezzano, e il Muspac (Museo sperimentale d’arte contemporanea de L’Aquila), oltre che da collezioni private. Così vengono a dialogare, nello stesso percorso espositivo, lo scheletro fossile di Mammuth del Pleistocene con il Bucranio di Pino Pascali, presentato per la prima volta al Premio Avezzano del 1966. E l’affresco quattrocentesco di Francesco da Montereale, una Pietà proveniente dalla chiesa di San Basilio, con un monocromo di Ettore Spalletti.
Dialoghi con l’antico
Tivoli, Villa Adriana
fino al 6 novembre
Coniugare le meraviglie del passato con l’arte contemporanea: la tiburtina Villa Adriana presenta al pubblico questo affascinante incontro, offrendo visioni di testimonianze romane di ieri e di oggi. I reperti che ricordano i fasti di Adriano dialogano con più di cinquanta lavori di ventuno artisti contemporanei. La mostra, voluta dalla Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio, oltre che presso l’Antiquarium del Canopo, presenta le opere nei luoghi più significativi della Villa (Teatro marittimo, Canopo, Pecile, Grandi terme), coronando il classico percorso di visita. Gli artisti presentati nell’esposizione sono Giovanni Arcangeli, Marco Vinicio Carelli, Paola Crema, Giuseppe De Spagnolis, Antonio Di Palma, Fernando Di Stefano, André Durand, Emilio Farina, Michele Flammia, Luciana Fortini, Elsa Genése, Vittorio Morello, Vincenzo Musardo, Umberto Passeretti, Alessandro Rosato, Vincenzo Rulli, Luigi Spina, Mauro Stacciali, Ivan Theimer, Vito Tongiani e Sergio Unia. La villa è un gioiello che ha però a disposizione fondi esigui, come sottolinea la soprintendente Marina Sapelli Ragni: «Un milione di euro di fondi ordinari, un milione per finanziamenti e fondi straordinari sono pochi per lavorare bene. Ne servirebbero almeno 10».