Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso è in missione per due giorni nella capitale libica per una visita ufficiale in cui incontrerà il ministro dell’Economia e del Commercio, Mohamed Huej, il ministro dell’Industria e dei Minerali, Ahmed Abuhissa e il ministro per le Comunicazioni e gli Affari Politici, Walid Al Lafi. Parteciperà inoltre anche alla Fiera internazionale di Tripoli, la più importante e longeva manifestazione fieristica del Paese
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) Adolfo Urso si trova in Libia per dare seguito ai progetti previsti nel Piano Mattei per l’Africa. Atterrato ieri sera all’aeroporto di Tripoli, il ministro svolge una missione di due giorni nella capitale libica per una visita ufficiale in cui incontrerà il ministro dell’Economia e del Commercio, Mohamed Huej, il ministro dell’Industria e dei Minerali, Ahmed Abuhissa e il ministro per le Comunicazioni e gli Affari Politici, Walid Al Lafi. Si tratta di un’occasione importante per presentare ai libici i contenuti del Piano Mattei. Per farlo, nel corso della sua missione, il ministro interviene come oratore principale alla Conferenza Internazionale sull’industria e la tecnologia in Libia e parteciperà alla 50esima edizione della Fiera internazionale di Tripoli, in cui sono presenti oltre 100 aziende italiane.
È alta l’attenzione dell’Italia per la Libia e per la vicina Tunisia e per l’Egitto non solo a causa del problema immigrazione. Dalle coste libiche e da quelle tunisine partono la maggior parte dei barconi diretti a Lampedusa. Per questo il Piano Mattei per l’Africa prevede un intervento importante dell’Italia in quei Paesi sul piano economico e commerciale. La visita di Urso segue di pochi giorni quella del presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella capitale libica, e si inserisce nel quadro di missioni in Africa del ministro delle Imprese, avviata ad aprile in Egitto e che proseguirà lunedì 27 maggio in Tunisia.
A due settimane dalla missione a Tripoli del premier Meloni, è compito del titolare del Mimit andare a consolidare i rapporti con la Libia. In Tripolitania, l’esponente del governo italiano è chiamato a firmare importanti accordi nei settori dell’industria, delle materie prime, dei minerali e delle energie da fonti rinnovabili.
Prima di partire, parlando a margine dell’inaugurazione del Veneto Space Meeting, a Venezia, il ministro ha spiegato che a Tripoli partecipa come relatore principale “alla loro Conferenza internazionale sull’utilizzo delle materie prime perché in Libia, laddove utilizziamo gas e petrolio, possiamo sviluppare anche una filiera importante sulle materie prime critiche che servono alla tecnologia green e digitale che svilupperemo nel nostro Paese ambendo a diventare un Paese protagonista in questi settori”.
La Fiera internazionale di Tripoli è la più importante e longeva manifestazione fieristica in Libia. Quest’anno si tiene infatti la 50esima edizione non consecutiva dal 1927, alla quale l’Italia è stata invitata come Paese ospite d’onore. La visita di Urso, inoltre, arriva in un momento cruciale per la Libia, alle prese con una crisi politica ed economica, acuita dalle recenti dimissioni dell’inviato delle Nazioni Unite, Abdoulaye Bathily, e dalla feroce contesa dei governi rivali dell’est e dell’ovest per l’accaparramento delle risorse petrolifere e del gas del Paese membro dell’Opec.
Con un prodotto interno lordo in costante crescita e vicino ai 40 miliardi di euro a prezzi correnti, la Libia è tornata a rappresentare una opportunità per il sistema produttivo italiano. Il settore energetico e minerario è il principale settore sul quale costruire il rafforzamento delle relazioni tra i nostri due Paesi. La capacità di produzione di energia della Libia, primo Paese africano per riserve petrolifere e con un enorme potenziale per lo sviluppo delle energie rinnovabili, rende il Paese un interlocutore di importanza strategica per la sicurezza energetica del Mediterraneo e dell’Europa.
Al momento, l’Italia è il primo cliente della Libia con un valore di 7,365 miliardi di euro, davanti a Germania, Spagna, Francia, Cina: per il 96,4 per cento si tratta di idrocarburi. Non a caso, la Libia è conosciuta in Italia soprattutto per il settore petrolifero. Il greggio libico è in effetti particolarmente pregiato in quanto leggero e “dolce” (a basso contenuto di zolfo) e raffinabile a un costo inferiore. Quanto al gas, la Libia può potenzialmente esportare in Italia oltre 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno tramite il Greenstream, il gasdotto che collega la Sicilia ai giacimenti di Eni del Paese nordafricano, ma la produzione gasifera è in costante declino.
La Libia è un mercato di interesse per le imprese italiane anche nell’ambito delle costruzioni e delle infrastrutture. Basti ricordare la maxi-commessa, poi divisa in lotti più piccoli, per realizzare “l’autostrada della pace” che dovrebbe unire l’est e l’ovest della Libia. Oppure i lavori per la ricostruzione dell’aeroporto internazionale a sud di Tripoli, distrutto da ben due guerre (2014 e 2019-20) portati avanti dal consorzio “Aeneas”.