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Cyberwar, ad Alpitour il primo attacco a un’azienda italiana

La cyberwar coinvolge anche l’Italia. Per la prima volta, anche nella Penisola, un attacco di hacker ha violato il profilo Facebook di una grande azienda, il gruppo Alpitour.

UN CAMPANELLO D’ALLARME
L’attacco è stato denunciato dalla stessa azienda nell’avviso ai circa 120mila “amici” che su Facebook seguono le pagine del gruppo. La situazione adesso è stata risolta, ma per gli esperti di sicurezza informatica quanto è accaduto è un campanello d’allarme perché finora in Italia nessun gruppo criminale aveva mai preso di mira i social network.

I DETTAGLI DELL’ATTACCO
L’attacco è iniziato la sera dell’11 settembre e, secondo gli esperti, il gruppo di cyber-criminali responsabile della violazione è sicuramente straniero. Inizialmente sono state rubate le credenziali degli amministratori del profilo Facebook dell’azienda e quindi sono stati postati annunci in italiano che pubblicizzavano viaggi inesistenti. Cliccando sugli annunci, link apparentemente innocui indirizzavano su pagine web che contenevano programmi pericolosi, progettati per impadronirsi delle coordinate bancarie di chi fa acquisti online. Secondo gli esperti l’attacco è durato oltre 48 ore e rilevano che “il tempo, sui social media, è un moltiplicatore esponenziale del danno“.

LE MOSSE DEL GOVERNO
Proprio per arginare e prevenire fenomeni come questi, l’autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica, il sottosegretario alla Difesa Marco Minniti, ha annunciato grandi cambiamenti nell’organizzazione dei Servizi segreti italiani per venire incontro alle nuove sfide di cybersecurity. “Solo nel 2012aveva spiegato Minniti durante la presentazione del nuovo portale del Comparto d’intelligencei reati informatici sono stati 556 milioni, mettendo a segno un +42% e provocando danni per 110 miliardi di dollari”.

I PRECEDENTI INTERNAZIONALI
L’episodio, inedito per l’Italia, è una realtà consolidata all’estero. Nei mesi scorsi sono state diverse le accuse di attacchi informatici reciproci tra Stati Uniti e Cina. Recentemente, invece, nell’inasprirsi dei rapporti tra Usa e Siria, la milizia digitale pro Assad, il Syrian Electronic Army, anche se il presidente non lo ha mai confermato, è venuta alla ribalta quando un tweet lanciato dal profilo hackerato dell’agenzia Associated Press, aveva fatto cadere il Dow Jones. Da allora non sono poche le vittime degli hacker siriani: BBC News, National Public Radio, Al Jazeera, Financial Times, Daily Telegraph, Washington Post, Human Rights Watch, e i servizi VoIP Viber e Tango.

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