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Taiwan e non solo. Cosa si sono detti i vertici della difesa di Usa e Cina

Dopo quasi due anni si sono incontrati nuovamente il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, e il ministro della Difesa della Repubblica Popolare Cinese, l’ammiraglio Dong Jun, a margine dello Shangri-La Dialogue a Singapore. Al centro del faccia a faccia il dossier di Taiwan e la ripresa del dialogo militare tra Pechino e Washington

La libertà di navigazione, la sicurezza dell’Indo-Pacifico, l’importanza di mantenere delle linee di comunicazioni militari aperte e, naturalmente, Taiwan. Sono questi i temi principali di cui hanno parlato il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, e il ministro della Difesa della Repubblica Popolare Cinese, l’ammiraglio Dong Jun, a margine dello Shangri-La Dialogue, il forum sulla sicurezza organizzato ogni anno da Singapore che ha riunito oltre seicento delegati da cinquanta Paesi diversi. Il vertice si è inserito in uno scenario complicato per l’area, con la Cina che ha organizzato all’inizio del mese, in occasione dell’insediamento del nuovo presidente eletto dell’isola Lai Ching-te, delle vaste manovre militari intorno a Taiwan. Anche l’uso aggressivo fatto da Pechino della sua Guardia costiera, impiegata come una forza para-militare contro imbarcazioni filippine presso l’arcipelago conteso delle Spratly.

Il faccia a faccia

L’incontro (durato un’ora e un quarto, di più di quanto inizialmente previsto) è stato il primo tra i responsabili della Difesa delle due superpotenze dal novembre 2022, quando vennero interrotti a seguito della visita dell’allora speaker del Camera dei rappresentanti Usa, Nancy Pelosi a Taipei, e secondo i comunicati si è svolto in un clima positivo e costruttivo. Prima di questo incontro, i funzionari militari americani e cinesi si erano incontrati a Washington a gennaio, riprendendo i Defense policy coordination talks (Dpct). Il Pentagono ha dichiarato che i funzionari del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti “continueranno a discutere attivamente con le loro controparti della Repubblica Popolare Cinese sui futuri impegni tra funzionari della difesa e militari a più livelli”.

I temi

Austin ha ribadito le preoccupazioni statunitensi sulle attività navali della Cina intorno allo stretto di Taiwan, ribadendo come Pechino non possa “usare la transizione politica di Taipei come pretesto per misure coercitive”. In generale, per Washington, la Cina dovrebbe astenersi dall’impiegare “attività militari provocatorie” nella regione, ribadendo come gli Usa continueranno a “volare, navigare e operare – in modo sicuro e responsabile – ovunque il diritto internazionale lo permetta”. Al netto di queste linee rosse, Austin ha però anche ribadito che gli Stati Uniti “mantengono la politica di lunga data della Cina unica” che riconosce come possa esistere una sola rappresentanza governativa nazionale per l’entità politica definibile come “Cina”. Il numero uno del Pentagono ha anche confermato la volontà Usa di dare seguito all’annuncio fatto a novembre dal presidente americano Joe Biden e dal presidente cinese Xi Jinping per la ripresa delle conversazioni telefoniche tra i rispettivi comandanti di teatro nei prossimi mesi, e l’avvio di un gruppo di lavoro per le comunicazioni di crisi entro la fine dell’anno.

Dal lato cinese, il portavoce del ministero della Difesa, Wu Qian, ha dichiarato che l’incontro ha permesso alle due parti di ottenere una migliore comprensione su Taiwan, aggiungendo che ci sono stati “effetti positivi”. Wu ha sottolineato, tuttavia, che “un solo incontro non può risolvere tutti i problemi in una relazione militare, ma avere un incontro è meglio di nessun incontro”. Ha anche aggiunto che una maggiore comunicazione è necessaria e aiuterà a stabilizzare le relazioni militari.

I pregressi

Oltre al casus belli della visita di Pelosi a Taipei, Pechino aveva rinfacciato a Washington anche altri dossier delicati, come la vendita di armi statunitensi a Taiwan, le tensioni nel Mar Cinese Meridionale e l’abbattimento di un pallone spia cinese da parte degli Stati Uniti al largo della costa orientale a febbraio. Il dialogo military-to-military era stato il segmento che aveva risentito di più del gelo diplomatico. Dopo il summit in California a novembre del 2023, dove Biden e Xi sembravano orientati verso un miglioramento delle relazioni tra le due potenze, è stata annunciata l’intenzione di riprendere i rapporti militari di alto livello — dopo che vari incontri diplomatici erano ripresi nei mesi precedenti. A dicembre, poi, si erano incontrati i capi di Stato della Difesa di Usa e Cina, rispettivamente CQ Brown e Liu Zhenli, un segnale interpretato come un fondamentale passo avanti per rafforzare le relazioni tra Washington e Pechino



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