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L’aquilone politico di Marina Berlusconi che volteggia sull’Italia

La Cavaliera, Queen Giorgia e Lady Schlein: si potrebbero leggere seguendo questo accenno di trama, le affermazioni di Marina Berlusconi che stanno già avendo un impatto politico in progress. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Non una sfida, piuttosto un planetario. Il messaggio a Giorgia Meloni e alla classe politica é subliminale, ma diretto: essere al passo con l’evoluzione culturale della società, de-ideologizzarsi, cavalcare l’emancipazione e la difesa dei diritti. Dissimulata dietro l’enfasi della valorizzazione dei valori liberali che in realtà, concretamente, Silvio Berlusconi posponeva nell’ordine alle ambizioni e agli interessi personali, talvolta prosaici, nonché ai machiavellismi della maggioranza con Fini e Bossi, l’intervista rilasciata al Corriere della Sera da Marina Berlusconi é un manifesto politico proiettato nell’immediato futuro degli equilibri di governo.

Padroneggiando tematiche e aspettative con stile felpato ed evidente sottigliezza filosofica di linguaggio, la Cavaliera lascia intravedere prospettive e scenari. Alla premier viene prospettata la necessità di una metamorfosi politica innovativa. Una svolta che comprenda liberal democratici, cattolici e laici moderati e vanifichi l’alibi di Francia, Germania e paesi nordici per escludere l’Italia dai vertici dell’Unione europea. Un rilancio politico che proietti il Paese alla guida dell’Europa e lo faccia uscire dal limbo di un ruolo mediterraneo che non riesce rappresentare un baricentro per il nord Africa.

Un Meloni party moderato in grado di includere e valorizzare la galassia centrista, una forza politica non conservatrice, non nazionalista o peggio populista, ma europea e aperta al cambiamento in atto della società civile. Una sorta di Democrazia cristiana senza i democristiani, radicata nella coscienza popolare del paese reale e nelle amministrazioni locali e, soprattutto, con una classe dirigente competente e preparata. Ancora più profondi i riflessi delle parole di Marina Berlusconi che oggettivamente si riverberano su Forza Italia: non un partito confinato nella custodia della memoria e dell’epopea del fondatore, ma protagonista dell’azione di governo.

Presupposti che lasciano intravedere come la presidente di Fininvest e della Mondadori stia riflettendo sulla valorizzazione dell’ancora notevolissimo brand elettorale del nome Berlusconi: se non per scendere direttamente in campo magari assumendone la leadership onoraria ed affidandone le redini operative a Letizia Moratti, che più di ogni altro può interpretare al futuro il ruolo di Forza Italia. In considerazione dell’eclissi in corso di Matteo Salvini e Giuseppe Conte e delle divisioni che già lacerano la Lega e Cinque Stelle, l’evoluzione degli scenari potrebbe comprendere, in caso della mancata trasformazione del partito di Giorgia Meloni in un rassemblement innovativo, una apertura di dialogo della nuova Fi versione Marina & Letizia col Pd di Elly Schlein. Alleanza già sperimentata da Silvio Berlusconi durante i governi presieduti da Enrico Letta, Paolo Gentiloni e da Mario Draghi.

L’unico vero ostacolo fra la segretaria del partito democratico e Marina Berlusconi é rappresentato dalle opposte visioni sulla Giustizia. L’arte del compromesso della politica potrebbe tuttavia trovare una soluzione adeguata, anche perché la scomparsa del quattro volte presidente del Consiglio ha quasi esaurito gli strascichi giudiziari delle molteplici inchieste avviate a suo carico. Ed é proprio sul quel quasi che, eventualmente, dovrebbe essere raggiunto il compromesso.

Sul planetario dei palazzi delle istituzioni é a questo punto, con l’insieme delle visioni degli scenari possibili e l’ipotetico svolgersi della saga di Queen Giorgia, Lady Schlein e la Cavaliera, che si intuisce il vero senso dell’intervista-manifesto di Marina Berlusconi: trasformare Forza Italia nell’ago della bilancia della politica e perpetuare il ruolo apparentemente collaterale, ma in effetti sempre più centrale delle aziende di famiglia. Nemesi e nuovo testamento del Silvio forever!



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