Skip to main content

Perché l’alleanza Israele-Cipro toglie il sonno a Hezbollah

Prima che vi fosse la crisi di Gaza data dall’attacco del 7 ottobre scorso, Cipro, Israele, Grecia e Usa erano in procinto di assumere una decisione definitiva sullo sfruttamento dei giacimenti di gas presenti nel Mediterraneo orientale e al contempo Nicosia stava negoziando l’acquisizione di carri armati israeliani Merkava Mark III e del noto sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome

Cipro ha permesso a Israele di utilizzare i suoi aeroporti e le sue basi per esercitazioni militari e Hezbollah potrebbe considerarla “parte della guerra” e colpirla? Questa svolta diplomatica di Cipro verso gli Stati Uniti e Israele quali conseguenze ha prodotto a livello mediorientale? E ancora, perché le decisioni (legittime) di uno stato sovrano, tra l’altro membro dell’Ue, dovrebbero essere oggetto di una così forte attenzione da parte dell’organizzazione paramilitare islamista?

Qui Nicosia

Appare di tutta evidenza come, all’indomani del folle attacco contro Israele, la geografia di alleanze e partnership soprattutto nel Mediterraneo è mutata sensibilmente. Il peso specifico di Cipro è stato oggettivo sin dall’inizio della guerra a Gaza, tra l’altro si sono svolte anche una serie di esercitazioni militari congiunte cipriote-israeliane, tra cui almeno una in cui le truppe dell’Idf avrebbero simulato un’invasione del Libano, date le somiglianze tra i due territori. Ma poca attenzione viene riservata al corridoio umanitario di Amalthea verso Gaza che rappresenta un gesto distensivo, non solo di Nicosia ma dell’intero ventaglio di alleanze. Nel mezzo, la possibilità che i legami di Cipro con i suoi vicini arabi si siano inaspriti a causa delle scelte post Gaza.

Per tutte queste ragioni il governo cipriota, in stretto collegamento con Washington e Tel Aviv, pur preoccupato dai rischi di una postura simile, teme l’impatto di questa vicenda anche sul proprio turismo, che in questo periodo rappresenta una voce significativa del pil.

Qui Hezbollah

Alcuni analisti si spingono a sostenere che Nasrallah intenda effettuare pressioni su Cipro, affinché eserciti un’influenza sugli inglesi, per non usare le basi britanniche a sostegno di Israele, ma si tratta di una circostanza oggettivamente inverosimile da immaginare, prima che da attuare. Altri ritengono che le minacce di Hezbollah siano dirette esclusivamente contro gli inglesi, ma cosa accadrebbe se Israele lanciasse attacchi da Cipro al Libano? Al momento Libano e Hezbollah rappresentano due obiettivi dichiarati di Israele, passaggio che porta in grembo il ragionamento sulla valutazione di quanto Nicosia si intimorita per gli strali di Nasrallah. Il governo cipriota ufficialmente spiega che la minaccia sia infondata: “Cipro non è coinvolta in alcun conflitto. Non ha fatto nulla di spiacevole e inoltre sta contribuendo agli sforzi umanitari”.

Scenari

La premessa analitica è che Cipro e Israele vantano una cooperazione strategica da anni. Per cui due sono gli elementi da tenere in considerazione: Hezbollah dispone di un considerevole arsenale fornito da Teheran che può minacciare l’esercito israeliano, via Cipro (tra cui i droni, missili antinave, balistici e da crociera). In secondo luogo Hezbollah potrebbe usare Cipro come anticamera per minacciare la Grecia. Le relazioni tra gli Stati Uniti e Cipro da tempo hanno raggiunto il loro livello più alto, come dimostra il centro di formazione e sicurezza costruito dagli Usa sull’isola. Ma non c’è solo la guerra a tenere banco, l’isola da un decennio ha un peso specifico preciso che si ritrova alla voce energia.

Prima che vi fosse la crisi di Gaza data dall’attacco del 7 ottobre scorso, Cipro, Israele, Grecia e Usa erano in procinto di assumere una decisione definitiva sullo sfruttamento dei giacimenti di gas presenti nel Mediterraneo orientale e al contempo Nicosia stava negoziando l’acquisizione di carri armati israeliani Merkava Mark III e del noto sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome.



×

Iscriviti alla newsletter