Poco dopo la rottura con Knds, Leonardo trova la quadra per i corazzati italiani: ecco l’accordo con Rheinmetall. Joint venture paritetica, mezzi tedeschi (carro Panther, Ifv Lynx), ma molto italianizzati e prodotti nel nostro Paese al 60%. Con questo accordo, cambia tutto per il carro europeo del futuro, a vantaggio dell’Italia e dell’Ue
Leonardo e Rheinmetall, ci siamo. Come già ipotizzato, i due giganti europei hanno siglato un accordo strategico per una joint venture (Jv) paritetica atta allo sviluppo della nuova generazione di sistemi di difesa terrestre, con un ampio respiro europeo. Si tratta di un partenariato volto a gestire congiuntamente le commissioni dei programmi per i corazzati dell’Esercito Italiano, che darà un grande peso a Leonardo e tutta la filiera italiana. Su un orizzonte temporale più amplio, si svilupperà una roadmap per partecipare allo sviluppo del carro europeo del futuro.
La soluzione per i corazzati italiani
Ecco, allora, che, poco dopo la rottura tra Leonardo e Knds, l’Italia, tramite la strategica azienda partecipata Leonardo, ha trovato una nuova, eccellente soluzione per i suoi corazzati. Oltre all’ammodernamento di fino a 125 carri Ariete allo standard C2 (90+35 opzionati), quindi, il parco carri italiano verrà rafforzato da Panther Kf51 (basandoci sulla precedente ipotesi Leopard, almeno un paio di centinaia tra carri da battaglia e ausiliari). Si tratta del carro più moderno in tutto l’Occidente, sviluppato proprio ora da Rheinmetall (azienda con grande esperienza nel settore, che partecipa anche alla produzione del Leopard) e già comprato da Budapest. Per i veicoli corazzati da fanteria, invece, ci si baserà sul Kf41 Lynx, altra nuova macchina già ordinata dall’Ungheria e considerata anche dagli Stati Uniti per il loro programma XM30 Combat vehicle.
Si tratta, pertanto, di due mezzi molto più innovativi del Leopard e del Boxer che avrebbe potuto offrire Knds, il che gli consente a Rheinmetall di offrire un’architettura già multidominio e più aperta – che, oltre a consentire più aggiornamenti in futuro, lascia più spazio all’italianizzazione dei mezzi. Come commentava il generale Pietro Serino, già capo di Stato maggiore dell’Esercito Italiano, sul numero di Airpress di giugno, “il mancato accordo con Knds, allora, potrebbe essere il punto di partenza per nuove opportunità, più che un’occasione persa”.
Le specifiche dell’accordo
Nello specifico, le due aziende hanno siglato un memorandum of understanding che prevede che la Jv, con sede in Italia, sarà il lead system integrator, prime-contractor (con design authority) e system integrator per entrambi i programmi dell’EI, il Main battle tank e l’Army armored combat system. I sistemi di missione, le suite elettroniche e l’integrazione dei sistemi di armamento saranno sviluppati e prodotti da Leonardo, in base ai requisiti richiesti dal committente italiano. Oltre a questo, le linee di assemblaggio finale, i test di omologazione dei mezzi, le attività di consegna e il supporto logistico saranno realizzati in Italia, con una quota italiana del 60%.
L’attuazione del MoU siglato oggi sarà soggetta alla preventiva approvazione delle Autorità di regolamentazione competenti, tra cui la Commissione europea e le rispettive Autorità nazionali garanti della concorrenza.
Il carro europeo del futuro…
Il carro europeo del futuro doveva essere, almeno secondo Parigi e Berlino, il Main ground combat system (Mgcs), programma franco-tedesco che prevede lo sviluppo di un carro armato di prossima generazione (ossia capace di integrare un sistema di sistemi). Si tratta di uno dei due progetti di punta dell’accordo tra Francia e Germania del 2017 (l’altro è il progetto Scaf, il corrispettivo del nostro Gcap); l’intesa di fondo è che fossero i tedeschi a guidare il progetto terrestre, mentre i francesi avrebbero avuto il ruolo di primus inter pares nello Scaf. Da quando è stato lanciato, tuttavia, il programma ha faticato a prendere slancio, funestato da una serie di ritardi e malumori sia tra i partner industriali, sia tra i governi di Francia e Germania. Comunque, il progetto procede.
Roma non ha mai nascosto il suo interesse a partecipare al Mgcs, di cui è osservatrice. Nel corso del tempo, sia Francia che Germania hanno a tratti tentato di forzare la mano al partner collaborando più strettamente con l’Italia, ma non si è trattato solo di mosse strumentali. Da Parigi non sono mancate le sponde istituzionali: il ministro della Difesa transalpino, Sebastien Lecornu, si è espresso a favore dell’integrazione dell’Italia nel progetto (e dell’idea di polo terrestre europeo, proposta dal suo omologo italiano Guido Crosetto), così come il vice presidente della commissione Difesa dell’Assemblea nazionale, Jean-Louis Thiérot. Con Berlino i rapporti sono industriali, incardinati sull’accordo tra Leonardo e Knds, ora sostituito da quello tra Leonardo e Rheinmetall.
… e l’effetto di questo partenariato
Con l’accordo, quindi, cambiano drasticamente le carte in tavola per la realizzazione del carro europeo del futuro. Knds, letteralmente “Krauss-maffei wegmann Nexter Defence Systems”, era la società di progetto pensata per sviluppare il carro del futuro, essendo Kmw la produttrice del Leopard tedesco e Nexter la produttrice del Leclerc francese. Questi sembravano essere i carri europei più performanti, e le società più forti nel campo, ma attenzione al passato: se già esistevano fortissimi dubbi sull’opportunità di tenere fuori Leonardo, adesso si dovranno ripensare le geometrie, a vantaggio dell’alleanza Leonardo-Rheinmetall, dell’Italia e del Panther.
Ci guadagna pure l’Europa, che si trova ben avviata a sviluppare due diversi giganti nella produzione di carri armati. Non si tratta di duplicazione, ma del garantire più resilienza e lo stimolo innovativo che solo una sana competizione sa dare.
I commenti delle aziende
Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, ha dichiarato: “Le sinergie industriali e tecnologiche tra Leonardo e Rheinmetall rappresentano un’opportunità unica per sviluppare carri armati e veicoli di fanteria all’avanguardia. Consideriamo questo accordo un contributo fondamentale verso la creazione di uno spazio della difesa europeo”.
Gli fa eco Armin Papperger, ceo di Rheinmetall: “Leonardo e Rheinmetall, due principali fornitori europei di tecnologia della difesa, stanno unendo le forze per realizzare progetti ambiziosi. Vogliamo stabilire insieme nuovi standard e aprire le porte a una nuova generazione di tecnologie all’avanguardia per veicoli da combattimento, in e per l’Europa. In questo modo ci rivolgiamo al mercato italiano e ad altri paesi partner che hanno bisogno di modernizzazione nel campo dei sistemi di combattimento”.