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Le Pen perde ma non si sa chi vince, e il Fronte Popolare… La versione di Ceccanti

La destra di Le Pen è stata sconfitta ma ora è presto per parlare di una svolta a sinistra della Francia. Melenchon si collocherà all’opposizione perché con le sue posizioni non è coalizzabile. Il Nuovo fronte popolare è una realtà molto eterogenea e, quindi, potenzialmente conflittuale. Riproponibile in Italia? Se le alleanze in negativo poi non evolvono nel tempo in qualcosa di positivo, servono sul momento per una legittima difesa ma sul medio-lungo termine rischiano di esplodere e di favorire le rivincite altrui. L’analisi del costituzionalista Stefano Ceccanti

Alla fine, è stato un ribaltone. Oltre ogni più ragionevole pronostico, la destra lepenista si arena al terzo posto lasciando il primato al Fronte Popolare e alla formazione centrista del presidente Emmanuel Macron. E d’altra parte fu lui, all’indomani delle europee, a indire le legislative anticipate. I risultati delle due elezioni hanno dato esiti completamente differenti. Il punto, però, è che se è vero che Le Pen (e il candidato premier Jordan Bardella) sono gli sconfitti, come dice il costituzionalista ed ex parlamentare dem Stefano Ceccanti a Formiche.net, “si fa fatica a individuare il vincitore”.

Professor Ceccanti, la Francia svolta a sinistra contro ogni pronostico. Che segnale arriva?

Non so se si possa parlare di una svolta a sinistra. Il senso di queste legislative anticipate era quello di un referendum sull’accesso al governo dell’estrema destra. Il referendum ha visto il partito di Le Pen perdente. C’è quindi uno sconfitto sicuro. Si fa invece fatica a individuare un unico vincitore anche perché la coalizione prima arrivata il nuovo fronte popolare è molto eterogenea.

Il partito del Presidente è la seconda forza e, al momento, lui sceglie di prendere tempo probabilmente per definire gli equilibri della maggioranza. Cosa si aspetta che accada?

Dobbiamo attendere il 18 luglio, l’elezione del presidente della Camera. Non ho certezze sul seguito se non che troveremo sicuramente all’opposizione Le Pen e Melenchon, ossia la parte minoritaria estrema del Nfp. Il resto è imprevedibile.

Giuridicamente, ora, quali sono i passaggi per arrivare all’ insediamento del prossimo esecutivo?

Spetta al Presidente della Repubblica individuare un primo ministro che sia in grado di non avere contro una maggioranza assoluta dell’assemblea. Infatti non è prevista una fiducia iniziale, basta essere certi che chi sta all’opposizione non possa prevalere presentando una mozione di sfiducia.

Che ruolo giocherà Melenchon?

Melenchon si collocherà all’opposizione perché con le sue posizioni non è coalizzabile.

A questo punto, con la destra depotenziata e Le Pen che arriva terza e la vittoria dei laburisti in Uk, come si ridisegnano gli assetti in chiave europea?

La cosa importante è che non si potrà paralizzare il consiglio dei ministri Ue che con un governo di estrema destra sommato ad altri esecutivi analoghi avrebbe potuto vedere un esercizio di poteri di veto rispetto alle maggioranze qualificate previste.

Il fronte popolare è un modello riproponibile anche in Italia?

Il Nfp sarà ad alto rischio di esplosione nelle prossime settimane, per questo andrei piano con l’idea di assumerlo come modello. Tuttavia se per riproponibile si intende essere più capaci di intese tra diversi anche solo a fini elettorali un qualche insegnamento lo trarrei anche perché il centrodestra si allea già sull’altro lato senza farsi troppi problemi. Dobbiamo comunque sapere che se le alleanze in negativo poi non evolvono nel tempo in qualcosa di positivo servono sul momento per una legittima difesa ma sul medio lungo rischiano di esplodere e di favorire le rivincite altrui.

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