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F-16 per Kyiv e Nato sempre più forte. Il discorso di Lloyd Austin a Washington

Parola al ministro della Difesa Usa: la Nato è “più forte e unita che mai”. Nel suo intervento al Nato Public Forum, Austin ha sottolineato l’importanza dell’Alleanza per gli Stati Uniti e il sostegno all’Ucraina, annunciando che gli F-16 sono sulla rotta per Kyiv

“I have never seen Nato stronger or more united than it is today”, ha detto Lloyd Austin, ministro della Difesa statunitense e, nell’occasione del suo 75simo anniversario, lavoreremo per altri 75 anni di pace e sicurezza, ha aggiunto.

Il Nato Public Forum, di cui Formiche è media partner per l’Italia, è partito alle 15 italiane. Dopo il segretario di Stato (ministro degli Esteri) Usa, Anthony Blinken, il Comandante supremo delle forze alleate in Europa, general Christopher Cavoli, il terzo intervento è stato di Austin, segretario della Difesa Usa. Questi interventi di questo calibro potranno essere seguiti sul nostro sito, in diretta (fino alla mezzanotte del 10 luglio, dalle 15 alla mezzanotte dell’11) o in differita. 

“75 anni fa, giusto qualche isolato più giù, 12 Paesi – tra cui l’Italia – si sono promessi di restare uniti per proteggere la libertà e la democrazia innanzi alle aggressioni violente”. Da quel momento, “abbiamo costruito l’alleanza migliore della storia: la Nato ha salvaguardato la pace durante la Guerra fredda (esercitando la deterrenza contro l’Unione Sovietica), ha fermato le pulizie etniche nei Balcani negli anni Novanta e ha risposto presente nella lotta al terrorismo”, ha detto Austin.

In primo luogo, soprattutto per importanza, il discorso del leader del Pentagono è una risposta ai critici della Nato. Dopo l’11 settembre, “la Nato è stata al nostro fianco, e noi staremo al fianco della Nato”. Infatti, “l’America è più forte e sicura grazie ai suoi alleati, e qualsiasi tentativo di sminuire la Nato danneggia solo la sicurezza dell’America”. Inoltre, “gli alleati non stanno solo spendendo di più, lo stanno facendo investendo in armi americane, a vantaggio dell’economia americana”. Il messaggio è chiaro: dalla Nato tutti gli Alleati hanno da guadagnare, Stati Uniti inclusi. Dal Pentagono, burocrazia potentissima e assai rispettata, il messaggio a Trump è chiaro. 

Il secondo messaggio è per il presidente russo, Vladimir Putin: la Nato nasce sulle ceneri delle aggressioni naziste e imperialiste, e sulle fondamenta dell’alleanza che le ha sconfitte. Oggi come allora, i suoi membri non hanno intenzione di chinare il capo innanzi ai bulli (come il presidente statunitense, Joe Biden, definisce spesso il leader del Cremlino), e sosterranno l’Ucraina – “sono fiero di come abbiamo reagito alla sfida di Putin”, ha detto Austin. Pertanto, dopo aver annunciato una coalizione internazionale (guida Usa, ma c’è anche l’Italia) per la fornitura di sistemi di difesa aerea strategica, Usa, Danimarca e Olanda annunciano che gli F-16 sono sulla strada per Kyiv, che potrà disporne quest’estate. Sempre a proposito di sostegno all’Ucraina, uno dei temi principe del vertice, Austin si aspetta che gli alleati firmeranno nuovi impegni durante il vertice – fa ben sperare che questa sia una dichiarazione più coraggiosa di quella del giorno precedente di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato.

Il terzo messaggio è rivolto a Pechino. La quarta (e ultima, a dire il vero) macro-priorità del summit sarà rafforzare le sinergie con i partner globali della Nato, a cominciare dall’Indo-pacifico, poiché il supporto cinese all’aggressione russa è “preoccupante”. Al contempo, “questa preoccupazione evidenzia che la sicurezza euro-atlantica ed indo-pacifica sono interconnesse”, proprio come lo sono i valori che saldano i rapporti tra gli Alleati Nato e i partner regionali – tra di essi, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud saranno presenti al summit. 

Austin, infine, ha pure lodato il rafforzamento dell’Alleanza e dei suoi membri dal 2014, quando Putin invase la Crimea e al summit del Galles si decise di aspirare ad investimenti del 2% del Pil nella Difesa. Allora, solo 3 Alleati raggiungevano tale soglia, 6 nel 2021. Con un aumento degli investimenti del 72% su dieci anni (aggiustando per l’inflazione), quest’anno, i Paesi saranno 23, inclusi i due nuovi membri, Svezia e Finlandia. “Non è l’allargamento della Nato che ha provocato la guerra imperialista di Putin, ma la guerra imperialista di Putin che ha causato il rafforzamento della Nato”, ha chiosato il segretario della Difesa Usa. 

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