Se l’ex presidente Usa, oggetto di un attentato nel fine settimana, dovesse tornare alla Casa Bianca potrebbe non essere necessariamente una buona notizia per la premier italiana. Andrea Cangini spiega perché
La fucilata di Butler rappresenta un classico acceleratore della Storia. Donald Trump era dato già in vantaggio su Joe Biden: se i Democratici non riusciranno a cambiare candidato in corsa, l’immagine del suo volto insanguinato e la combattività esibita mentre gli agenti del Secret Service cercavano di metterlo al riparo faranno di lui il vincitore quasi certo delle elezioni presidenziali americane di novembre. Non è detto che per Giorgia Meloni sia una buona notizia.
Se Trump diventasse nuovamente presidente degli Stati Uniti imporrebbe presumibilmente all’Italia e agli altri membri dell’Alleanza Atlantica un surplus di spese per la Difesa che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti faticherebbe a sostenere. E se riaprisse la guerra commerciale con la Cina, come è già accaduto durante la sua precedente presidenza c’è il rischio che i dazi andrebbero a colpire anche le merci italiane. Ma questo, in fondo, è il meno.
Più delicata appare la questione dei rapporti personali e politici. Come Marine Le Pen, che ha svuotato il gruppo europeo dei Conservatori guidato da Meloni per dare vita ai Patrioti con Mattei Salvini, anche Donald Trump pare essere più in sintonia con il leader della Lega, che di Meloni è il più insidioso avversario interno, che con la leader di Fratelli d’Italia. Il tenore dei loro rapporti è stato misurato da una recente intervista di Steve Bannon. “Giorgia Meloni sta giocando il gioco di Bruxelles e della Nato… I suoi più grandi sostenitori sono molto delusi”, ha detto l’ideologo del trumpismo. Quanto a Salvini, in un’ancor poi recente intervista rilasciata al Corriere della Sera, Bannon ne ha pubblicamente apprezzato “la durezza” con la Nato e “il tentativo di evitare uno scontro con la Russia”.
No, se Giorgia Meloni non cambierà pelle politica e continuerà a voler rappresentare la Destra più estrema, la probabile vittoria di Donald Trump in America non sarebbe per lei una buona notizia. Diverso, invece, il caso qualora la leader di Fratelli d’Italia dovesse darsi una veste pubblica esplicitamente realista più coerente col proprio ruolo istituzionale.