Dopo mesi di ritardati pagamenti, ora otto istituti del Dragone su dieci si rifiutano di processare le transazioni da e per Mosca, costringendo molte aziende a cercare intermediari terzi. Con enormi aggravi sui bilanci
Era solo questione di tempo, alla fine. Sono mesi che le banche cinesi negano alla Russia le transazioni relative alle importazioni del Dragone nell’ex-Urss e viceversa. E il motivo è sempre lo stesso, la paura di finire nelle sabbie mobili di quelle sanzioni che prevedono la possibilità di colpire qualunque istituto che intrattiene rapporti con Mosca, anche processandone i flussi di denaro. Ora però, ci sono i numeri a dare la cifra di quello che appare a tutti gli effetti un blocco generalizzato.
Ad oggi, le banche cinesi stanno rifiutando e restituendo circa l’80% dei pagamenti russi effettuati in yuan cinesi. Questo vuol dire che otto transazioni su dieci non passano il vaglio della Cina, la quale, a dispetto delle sue sbandierate relazioni speciali con la Russia, sta lasciando il Cremlino a secco. Senza pagamenti, infatti, non arrivano le materie prime. La situazione si è ulteriormente aggravata. Fino a poche settimane fa, infatti, le banche del Dragone si limitavano a ritardare di qualche mese i pagamenti da e per la Russia.
Ora, invece, il grosso delle transazioni è praticamente bloccato. E pensare che gli scambi commerciali tra Russia e Cina sono aumentati del 121% dal 2021 a oggi, facendo del Dragone la linfa vitale economica di Mosca. Ma la verità è che le aziende russe che tentano di effettuare i pagamenti, finiscono con il perdere il proprio denaro in commissioni e spese di conversione. Sì, perché pur di bypassare le banche restie a processare i pagamenti, molte imprese hanno dovuto sempre più spesso ricorrere a servizi di intermediazione che facilitano il trasferimento di denaro e beni, il che però può comportare spese aggiuntive legate alle commissioni che possono variare dal 3 al 10%.
Non è certo un caso se, a partire dallo scorso mese, la filiale russa della Banca di Cina abbia smesso di accettare pagamenti dalle banche russe. “Non si tratta di una buona notizia per il mercato russo”, ha dichiarato una fonte al quotidiano Kommersant. “Ci saranno costi aggiuntivi, sia in termini di tempo che di costi di elaborazione dei pagamenti.” Insomma, più che fratelli, fratelli coltelli.