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Navi russe in acque portoghesi. Cosa è successo al largo delle Azzorre

Le forze aeronavali portoghesi hanno sorvegliato costantemente tre navi russe entrate nella Zona economica esclusiva (ma non nelle acque territoriali) di Lisbona. Mentre Mosca tenta di dimostrare le sue capacità di power projection, la Nato conferma la sua readiness

Per nove giorni, navi della marina russa e navi della marina portoghese si sono squadrate a vicenda, mentre le prime navigavano in prossimità delle acque territoriali dell’Alleanza Atlantica. A rivelare al pubblico di questo stand-off è stata la stessa Marina portoghese, che lo scorso martedì 20 agosto ha diffuso delle foto, datate dal 10 al 19 di agosto, che mostrano le forze del Paese iberico impegnate nel sorvegliare la fregata russa “Neustrashimy” e la nave da rifornimento “Yelnya”, entrambe parte della Flotta del Baltico con sede nella roccaforte russa di Kaliningrad, impegnate a navigare lungo la costa atlantica. Sia la Neustrashimy che la Yelnya fanno parte del nucleo di tre navi russe che hanno fatto tappa a Cuba alla fine di luglio, a un mese di distanza da quando uno squadrone della Marina di Mosca è arrivato nell’isola caraibica di ritorno da un’esercitazione “con armi missilistiche di precisione”. Le navi russe hanno trascorso oltre centoquaranta ore (quasi sei giorni interi) nelle acque economiche esclusive del Portogallo nei pressi dell’arcipelago delle Azzorre.

Nelle immagini diffuse dalla marina portoghese è visibile anche una terza nave da guerra, la nave da sbarco anfibio “Ivan Gren” afferente alla Flotta del Nord e con base a Severomorsk, che secondo la Marina portoghese ha transitato attraverso la Zona economica esclusiva portoghese dal 18 al 19 agosto nella sua navigazione verso sud.

Il diritto marittimo internazionale consente agli Stati costieri come il Portogallo di rivendicare una Zona economica esclusiva fino a duecento miglia nautiche dalla costa, garantendogli il diritto sovrano di sfruttare le risorse sottomarine; tuttavia, quest’area non si tratta di un’estensione del mare territoriale, che in genere termina dopo dodici miglia nautiche, con tutte le differenze giuridiche del caso, come ad esempio quello della libertà di navigazione.

La Marina portoghese ha riferito che il monitoraggio è stato effettuato dai pattugliatori d’altura Nrp “Sines” e Nrp “Setúbal”, entrambe esemplari della classe “Viana do Castelo”, e dalle motovedette Nrp “Orion” e Nrp “Sagitário”, della classe “Centauro”. Mentre in un comunicato separato diffuso domenica 18 agosto le forze aeree portoghesi hanno confermato di aver inviato un aereo da pattugliamento marittimo P-3C Orion, afferente al 601 Squadrone di stanza presso la base aerea di Beja, per fotografare la Neustrashimy e la Yelnya.

Missioni simili non sono una novità per le forze armate portoghesi, che contribuiscono regolarmente al monitoraggio dei confini aerei e marittimi della Nato nei pressi della penisola iberica, ma non solo: il mese scorso, uno dei suoi aerei di pattugliamento marittimo è stato incaricato di seguire gli spostamenti di un sottomarino russo nel Mar Baltico. Inoltre, il Portogallo è stato tra gli almeno cinque membri della Nato le cui forze armate hanno sorvegliato una coppia di navi da guerra cinesi da e per la Russia il mese scorso. In totale, la forza aerea portoghese ha monitorato venticinque navi della marina russa e due della marina cinese quest’anno.

Al di quelle schierate nel bacino del Mar Nero, da cui non possono uscire per via del conflitto in corso secondo quanto prescritto dalla convenzione di Montreux sugli stretti del 1936, i vascelli russi continuano le loro operazioni in tutto il mondo, anche nelle acque vicine agli Stati Uniti, nel tentativo di segnalare all’America e ai suoi alleati occidentali che può ancora proiettare potenza navale, nonostante le perdite significative subite dagli attacchi ucraini nel Mar Nero.

(Immagine proveniente dal sito della Marina Militare portoghese)

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