Skip to main content

E se il caccia del futuro Usa fosse più semplice? Gli indizi del generale Allvin

Nel corso della conferenza mondiale dei capi di Stato maggiore di aria e spazio il generale statunitense Allvin ha lasciato indizi importanti sulla direzione che la revisione del progetto Ngad potrebbe prendere: un velivolo meno ambizioso, performante grazie al suo essere parte di un’architettura integrata e facilmente aggiornabile

Abbiamo scritto a lungo del momento turbolento del caccia di nuova generazione statunitense: dal primo dubbio sulla necessità dell’Ngad (Next generation air dominance) fino alla conferma che il progetto è stato messo in pausa, al fine di riflettere se il percorso intrapreso relativamente alla piattaforma dell’aereo fosse quello giusto. Mentre il parallelo, e intimamente interconnesso, progetto Collaborative combat aircraft (Cca) dà soddisfazioni, alla conferenza mondiale dei capi di Stato maggiore di aria e spazio il generale David W. Allvin ha parlato, e mostrato, un design assai diverso dai precedenti, più leggero e flessibile.

Il generale ha tenuto, per circa un quarto d’ora, un discorso sulla necessità di puntare sull’adattabilità – tra velivoli diversi e tra diverse Forze aeree – come mezzo per ottenere un vantaggio strategico sui nostri avversari, delineati chiaramente in Cina e Russia. Domandandosi se l’approccio corrente dell’Usaf sia adatto alle sfide di oggi e domani, il capo di Stato maggiore dell’Aviazione a stelle e strisce ha evidenziato un punto essenziale: il passato non può più essere usato per prevedere il futuro. Il ritmo esponenziale, non più lineare, dell’innovazione tecnologica ci assicura che la tecnologia di domani sarà tremendamente più avanzata di quella di oggi, in modi che non possiamo nemmeno immaginare. Questo deve portare l’Usaf a ripensare la filosofia che guida la costruzione dei propri velivoli, non più built to last, ma built to adapt: giacché nessuna piattaforma può assicurarsi il dominio dei cieli per decenni, la chiave diviene costruire aerei in grado di essere aggiornati molto rapidamente, così da poter sempre essere all’altezza degli ultimi ritrovati tecnologici. Posto questo, il generale Allvin ha individuato la soluzione nel progettare i nuovi velivoli con un comune sistema informatico, così da renderli interconnessi sul campo di battaglia e aggiornabili alla velocità del software.

Cosa significa questo per l’Aviazione Usa del futuro? Intanto è un enorme assist al programma Cca e, in generale, a velivoli senza pilota (autonomi o meno): evitare di mettere esseri umani nella linea del fuoco consente di risparmiare sensibilmente sui costi, il che ben si sposa con lo sviluppo di piattaforme non più built to last – se costa meno, non ha bisogno di volare per decenni per giustificare l’investimento iniziale – ma built to adapt – se la piattaforma non vola per decenni, ne giungerà poco dopo un’altra più performante. Potrebbe, quindi, significare che lo studio sul design dell’Ngad si sta spostando verso un aereo senza pilota – cosa che Frank Kendall, segretario della US Air force, non aveva escluso annunciando la “pausa di riflessione” del programma.

Ispirandosi anche alla foto utilizzata da Allvin (piuttosto simile a un F-35), viene da pensare che le velleità tecnologica dell’Ngad potrebbe essere ritoccata al ribasso. Per ora infatti, il programma era così ambizioso che, per il 2029, avrebbe ricevuto una quantità di fondi annuali superiori alla somma di quelli dedicati a Gcap (Global combat air programme, il caccia di Italia, Regno Unito e Giappone), Scaf (Système de combat aérien du futur, quello di Francia, Germania e Spagna) e F/A-XX (la versione della Us Navy). Kendall aveva già sottolineato la necessità di rivedere i costi unitari al ribasso, fino a un terzo di quelli attuali. Anche alla luce di quanto detto sopra, se l’Ngad diventasse meno ambizioso e costoso, l’Usaf potrebbe tornare a sfornare aerei più frequentemente.

Posto questo, importante tenere ben presente che la grafica è tutto tranne che vincolante, e che potrebbe significare poco; certo, se sembra in linea col discorso del generale e con il più ampio dibattito, qualcosa potrebbe anche significare.

×

Iscriviti alla newsletter