In un contesto sempre più dinamico come quello del settore spaziale, l’ingresso di Aerospacelab negli Stati Uniti rappresenta un esempio di come l’industria europea stia cercando di affermarsi in un mercato caratterizzato dai giganti del settore. Grazie a una forte integrazione verticale, Aerospacelab punta a una produzione più rapida e conveniente, mantenendo un vantaggio competitivo
Aerospacelab, azienda europea specializzata nella produzione di piccoli satelliti, ha annunciato il 5 settembre l’apertura del suo primo stabilimento produttivo negli Stati Uniti, situato a Torrance, in California. Questo passo segna un importante tentativo di espansione nel mercato governativo statunitense, considerato tra i più redditizi a livello globale.
L’obiettivo dell’azienda è ambizioso: portare il nuovo impianto di 3.300 metri quadrati a produrre due satelliti alla settimana, operando su un singolo turno di lavoro. Secondo Tina Ghataore, responsabile della strategia e delle entrate del gruppo Aerospacelab, nonché ceo per il Nord America, le recenti mosse della Space Force e della Space development agency (Sda) degli Stati Uniti, volte a diversificare i loro fornitori, offrono interessanti opportunità per penetrare questo mercato.
Aerospacelab, con sede principale in Belgio, ha iniziato ad affermarsi sul suolo americano già lo scorso anno, aprendo un ufficio amministrativo a Palo Alto, in California. Da allora, ha già firmato contratti per almeno un satellite ciascuno con due aziende americane: Xona space systems, una startup che si occupa di sistemi di posizionamento, navigazione e tempi, e Albedo, attiva nel settore dell’osservazione terrestre.
Nonostante Ghataore non abbia voluto rivelare il numero esatto di satelliti che l’azienda ha attualmente sotto contratto negli Stati Uniti, è noto che Aerospacelab sta fornendo anche sottosistemi per il progetto Lightspeed di Telesat, una costellazione satellitare a banda larga. Il ceo ha sottolineato che, sebbene i valori contrattuali non possano essere divulgati, gli accordi commerciali giustificano gli investimenti dell’azienda europea nel paese. Ghataore ha elogiato il mercato spaziale statunitense, affermando che le iniziative della Sda hanno fatto un ottimo lavoro nel rendere il settore più accessibile a nuovi attori, anche non tradizionali. Questo ha permesso a nuove aziende di sfidare i fornitori storici, introducendo prodotti più efficienti e a costi inferiori.
Ad esempio, l’importante cliente di Aerospacelab, Xona, pianifica di lanciare tra i 250 e i 300 satelliti per il proprio sistema alternativo al Gps, con i primi lanci previsti per il 2025, utilizzando le unità prodotte dalla nuova fabbrica americana dell’azienda belga.
Aerospacelab già possiede impianti produttivi in Belgio, in grado di produrre fino a 24 satelliti all’anno. Tuttavia, il prossimo anno l’azienda prevede l’apertura di una fabbrica ancora più grande, sempre in Belgio, che permetterà di costruire fino a 500 satelliti annualmente. Attualmente, sei satelliti costruiti da Aerospacelab sono in orbita, tra dimostrazioni tecnologiche e payload per l’Agenzia spaziale europea e il ministero della Difesa svizzero.
L’espansione negli Stati Uniti segna un cambiamento importante per Aerospacelab, che si prepara a produrre il suo primo satellite per un cliente commerciale direttamente in America. Un altro aspetto cruciale della strategia di Aerospacelab è la forte integrazione verticale, che Ghataore considera essenziale per offrire satelliti ai clienti in modo rapido e a costi competitivi. Attualmente, l’azienda è integrata verticalmente per il 90%, con l’obiettivo di raggiungere il 99% entro il 2026. Questo approccio consente di semplificare il design e la produzione, mantenendo così un vantaggio competitivo sul mercato.
Questa espansione negli Stati Uniti da parte di Aerospacelab rappresenta anche un modello che l’Italia potrebbe seguire. Alcune realtà italiane nel settore spaziale (come Argotec, D-Orbit, Leonardo, etc) stanno già puntando verso il mercato americano, e altre potrebbero trarre ispirazione da questo esempio per ampliare la propria presenza internazionale. Il settore spaziale italiano, ricco di competenze e innovazione, ha il potenziale per entrare in mercati globali, soprattutto sfruttando le opportunità offerte dal mercato statunitense.