Polaris Dawn non è solo una missione innovativa, ma rappresenta anche un passo importante verso il futuro del volo spaziale privato. La missione vedrà l’Italia protagonista grazie al supporto della Base spaziale equatoriale Luigi Broglio dell’Asi, parte della rete globale di stazioni di Terra che forniranno assistenza essenziale per le sperimentazioni della missione
La missione Polaris Dawn ha preso il volo, aprendo la strada a nuove conquiste per l’esplorazione spaziale privata. Il razzo Falcon 9 di SpaceX, partito dalla piattaforma di lancio 39A del Kennedy Space Center, ha spinto in orbita la capsula Crew Dragon, che ospita un equipaggio di quattro astronauti, pronto a raggiungere un’altitudine record per le missioni abitate degli ultimi cinquant’anni.
Il decollo è avvenuto con successo alle 11:23 del mattino (ora italiana) del 10 settembre, dopo un rinvio di quasi due ore a causa delle avverse condizioni meteorologiche. La missione, inizialmente pianificata per la fine di agosto, ha subito una serie di ritardi dovuti sia a problemi tecnici che al maltempo.
Tuttavia, la Crew Dragon ha completato con successo la separazione dal secondo stadio del razzo circa dodici minuti dopo il lancio, puntando a un’orbita iniziale di circa 190 per 1.200 chilometri. La navicella aumenterà il suo apogeo a 1.400 chilometri, stabilendo un nuovo record altitudinale per una missione abitata dai tempi dell’Apollo 17 nel 1972, per poi abbassarsi a 700 chilometri.
Uno dei momenti più attesi della missione avverrà il 12 settembre, quando due dei membri dell’equipaggio, Jared Isaacman e Sarah Gillis, eseguiranno la prima passeggiata spaziale mai effettuata da una missione privata.
Questa storica passeggiata extraveicolare sarà supportata anche dalla Base spaziale equatoriale Luigi Broglio dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), situata a Malindi, in Kenya. Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), ha dichiarato: “Buon viaggio Polaris Dawn, missione che segnerà un passo in avanti nella esplorazione planetaria! Tra le grandi manovre che attenderanno la navetta ci sarà a supporto anche la Base spaziale equatoriale Luigi Broglio dell’Asi a Malindi”.
L’Italia, infatti, gioca un ruolo chiave nella missione Polaris Dawn grazie al coinvolgimento dell’Asi e della sua Base Spaziale situata in Kenya. Questo centro, strategicamente importante per le operazioni spaziali internazionali, fornirà supporto critico durante le fasi più delicate della missione. Come ha spiegato Valente: “La nostra Base è sempre più al centro di importanti attività di portata internazionale”, e sarà determinante nelle operazioni di “telemetria, tracciamento e controllo” per garantire la sicurezza della capsula Dragon e per il successo della prima passeggiata extraveicolare privata della storia. Questo contributo dimostra come l’Italia, attraverso l’Asi, continui a essere un attore fondamentale nel futuro della Space Economy, collaborando in missioni di rilievo globale come Polaris Dawn.
L’equipaggio condurrà una serie di esperimenti scientifici, in particolare sulla salute umana, e testerà i nuovi collegamenti laser tra la Crew Dragon e la costellazione di satelliti Starlink di SpaceX. Il ritorno sulla Terra è previsto per il 15 settembre, con un ammaraggio al largo della costa della Florida.
Il successo della missione dipende anche dallo sviluppo delle nuove tute Eva, un processo lungo e complesso. Sarah Gillis, uno dei membri dell’equipaggio, ha raccontato come, durante l’addestramento, ogni giorno si trovassero ad affrontare modifiche e miglioramenti ai prototipi delle tute. “Ogni giorno c’era una tuta diversa”, ha detto Gillis, mentre gli ingegneri di SpaceX lavoravano senza sosta per perfezionare il design.
In definitiva, Polaris Dawn rappresenta una pietra miliare per l’esplorazione spaziale commerciale e un simbolo del futuro della collaborazione tra pubblico e privato nello spazio. Come ha sottolineato Valente, “Anche questa è la Space Economy, il futuro di pubblico-privato nello Spazio, nel quale l’Asi è pienamente impegnata e coinvolta”.