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La lite sulla “concertazione” tra Monti e i sindacati

Questa volta Elsa Fornero non c´entra. Ad accendere la miccia di una nuova polemica tra Governo e parti sociali è direttamente Mario Monti. Il presidente del Consiglio ha scelto la platea dell´Abi per la sua strigliata con il “vecchio ruolo delle parti sociali” che “danneggia i giovani”.  E le reazioni sono state quasi immediate, a cominciare da quelle dei sindacati.
 
Ha spiegato il professore: “In passato ci sono stati esercizi profondi di concertazione che hanno generato i mali contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i nostri figli non trovano facilmente lavoro. I nostri figli e i nostri nipoti – ha aggiunto – non trovano lavoro” proprio per il modo di “comporre il conflitto con le parti sociali, saldando la differenza occorrente con il bilancio pubblico”. Quindi, il presidente del consiglio ha ribadito la filosofia che aveva portato al varo del ddl lavoro, e ai relativi problemi con i sindacati prima e con Confindustria poi. “Le parti sociali vanno consultate, devono far valere i loro interessi ma devono restare parti. Devono essere viste come parti vitali, importanti, ma non soggetti verso i quali il potere politico pratichi l´outsourcing del governo dell´economia”. Insomma, il Governo ascolta, ma poi decide e non affida all´esterno la gestione dell´economia.
La segretaria Cgil Susanna Camusso ha definito “imbarazzante prendere lezioni di democrazia da chi è stato cooptato e non si è confrontato con il voto degli elettori”.
 
Ma anche il leader Cisl Raffaele Bonanni ha stoppato il premier: “Non c`è alternativa alla concertazione in nessun paese a democrazia matura e ad economia avanzata. I governi, per quanto autorevoli e composti da personalità di altissimo profilo, non possono guidare da soli questa difficile stagione”. E pure Luigi Angeletti ha bocciato l´uscita del premier: “il nostro Presidente del Consiglio è più realista del re: pensa di poter salvare l`Italia senza preoccuparsi di salvare gli italiani. Forse, un ascolto più attento delle aspettative di lavoratori e pensionati ci farebbe uscire dalla crisi, tutti insieme, prima e meglio”.
 
Confindustria tace, dopo il botta e risposta dei giorni scorsi, ma si è fatta sentire Rete imprese italia: “Se si sono potute fare importanti riforme in questi anni in Italia – ha detto il presidente Giorgio Guerrini – è anche perché gli imprenditori, con senso di responsabilità, hanno fatto la loro parte per mantenere la coesione della società”.
Sul fronte politico è Di Pietro ad attaccare: “Le affermazioni di Monti sulla concertazione rappresentano un gravissimo attacco ai lavoratori e alle imprese”. Per il leader Idv “forse Monti pensa di essere l`unico illuminato dal Signore o peggio auspica modelli come quello cinese”. Bersani tace, ma da giorni va ripetendo che è sbagliato dire che per fare le riforme bisogna “fare da soli”.
Il leader democratico ha più volte ricordato di avere fatto le liberalizzazioni del mercato elettrico ascoltando le parti sociali e difficilmente può avere apprezzato questa uscita di oggi.


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