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Lezioni ucraine per il Pentagono. Ecco la nuova unità droni

L’esercitazione del plotone Lethal Unmanned System (LUS) dell’esercito Usa in Louisiana evidenzia l’importanza crescente dei droni nelle operazioni militari moderne. Testando nuove dottrine e tecnologie, l’esercito americano punta a garantire la massima readiness per affrontare potenziali conflitti

Nelle foreste della Louisiana, l’esercito degli Stati Uniti sperimenta l’efficacia di un nuovo tipo di unità istituita sulla base delle lezioni apprese dal conflitto in Ucraina. All’interno del wargame organizzato lo scorso agosto dal Joint Readiness Training Center dell’esercito statunitense, il nuovo plotone di Lethal Unmanned System (Lus) afferente alla seconda brigata della 101° Divisione Aviotrasportata si è confrontato contro una forza d’elité nemica composta da soldati altamente specializzati (denominata Geronimo) all’interno di un’area di circa 250.000 acri. L’obiettivo di queste esercitazioni era quello di testare l’efficacia dell’iniziativa “trasforming in contact”, un nuovo programma dell’esercito volto a fornire equipaggiamento avanzato e a sviluppare nuove dottrine attraverso feedback diretti dal campo. Il plotone LUS è una componente chiave della Multi-purpose Company (Mpc), una nuova formazione che comprende anche unità di esplorazione, mortai e armi anticarro.

Dei ventuno soldati che compongono il plotone in nove pilotano droni, con l’obiettivo principale di effettuare operazioni di ricognizione, così da individuare le forze nemiche e coordinare il fuoco indiretto dei mortai della compagnia. Il Lus dispone però anche di sistemi per attacchi diretti o di loitering munitions come lo Switchblade (capacità che non sono però state impiegate durante l’esercitazione). Gli altri membri del plotone sono equipaggiati con armi per la difesa aerea come i missili Stinger e sistemi di contromisure per droni. Questi sistemi, tra cui il rilevatore di droni Bal Chatri e il fucile di disturbo Dronebuster, giocano un ruolo cruciale nella difesa delle posizioni.

Una delle principali sfide affrontata durante l’esercitazione è stata la gestione delle batterie dei sistemi unmanned. In un contesto di combattimento reale, il tasso di guasto dei droni aumenterebbe, secondo il tenente King, leader del plotone, e la perdita dei droni rischierebbe di compromettere la missione. Per questo motivo, ogni operatore porta con sé diverse batterie extra, ma l’unità potrebbe necessitare di molti più droni in una situazione di guerra.

Questa esercitazione ha dimostrato l’importanza cruciale della tecnologia dei droni nelle operazioni militari moderne, ma ha anche evidenziato le sfide che le forze armate devono affrontare nell’integrare questi sistemi in scenari realistici. In particolare, una delle principali sfide affrontata durante l’esercitazione è stata la gestione delle batterie dei sistemi unmanned. Considerando che in un contesto di combattimento reale il tasso di guasto dei droni sarebbe più alto, e che la perdita dei droni rischierebbe di compromettere la missione, ogni operatore porta con sé diverse batterie di riserva. Ma potrebbe essere necessario aumentare il numero delle stesse rispetto a quello di cui disponevano i soldati impegnati in Louisiana.

Per quanto (al momento) ancora in una fase embrionale, il plotone Lus rappresenta perfettamente l’obiettivo del Pentagono di mantenere le proprie forze armate al massimo grado dell’efficienza e della readiness, così da poterle dispiegare in qualsiasi momento in base all’ emergere delle necessità. E le notizie sull’addestramento in corso da parte dei Navy Seals in ottica di un’escalation a Taiwan ne è ulteriore conferma.



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