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Così lo screening può aiutare la prevenzione del tumore al polmone

Presentato alla Camera dei deputati il nuovo position paper sul tumore al polmone. A prendere parte al panel, esponenti bipartisan del Parlamento. L’obiettivo promuovere programmi di screening per il tumore al polmone, destinati alla popolazione target, quale strumento efficace di programmazione sanitaria e prevenzione per migliorare la vita dei pazienti

Il tumore al polmone rappresenta una grande sfida per il nostro Paese. Solo nel 2023, in Italia, sono state registrate 44mila nuove diagnosi e un indice di decesso annuo pari a circa 35mila persone. Da anni si discutono soluzioni auspicabili per fermare questo trend così drammatico, sia in termini di cura che di diagnosi. In questo solco si inserisce il documento “Tumore al polmone: la via maestra è la diagnosi precoce”, presentato quest’oggi alla Camera dei deputati. Obiettivo del progetto è quello di promuovere programmi di screening per il tumore al polmone, destinati alla popolazione target, quale strumento efficace di programmazione sanitaria e prevenzione per migliorare la vita dei pazienti.

LOIZZO: SCREENING FONDAMENTALE

“L’impatto del tumore al polmone sull’ecosistema sociosanitario italiano è profondo, con una prognosi molto spesso infausta per i pazienti e un’onerosa assistenza sanitaria, che ammonta, secondo le stime, a oltre 9.300 euro di costi medi per l’ospedalizzazione”, ha commentato Simona Loizzo, membro della commissione Affari sociali della Camera dei deputati. “Lo screening è uno dei principali strumenti che abbiamo a disposizione”, ha aggiunto la deputata, ricordando come fondamentale “organizzare una rete strutturata e capillare sul territorio”.

DIAGNOSI PRECOCE, I NUMERI

La diagnosi precoce, come emerge dal documento, rappresenta un elemento cruciale nella lotta contro il cancro. Il 44% dei pazienti che riceve una diagnosi di tumore al polmone presenta una malattia metastatica, mentre solo il 26% è ad uno stadio iniziale. Lo screening rappresenta dunque lo strumento chiave per individuare precocemente la patologia, offrendo maggiori opportunità di un trattamento efficace e, di conseguenza, una migliore prognosi per i pazienti. Infatti, la correlazione tra lo stadio della malattia al momento della diagnosi e la curabilità è evidente: la sopravvivenza a cinque anni può variare drasticamente, dal 7-10% per diagnosi in stadio avanzato al 60-70% per quelle in stadio iniziale. “L’aspettativa di vita dipende in larghissima parte da quando si fa la diagnosi”, ha evidenziato Giuseppe Cardillo, chirurgo toracico e presidente della Società italiana di endoscopia toracica, in occasione della conferenza stampa. “In Europa, una persona muore ogni 83 secondi a causa del tumore al polmone. Sono dati che non possono essere trascurati”, ha concluso il chirurgo.

SOSTENIBILITÀ DEL SSN

“Il tema della prevenzione è fondamentale per il futuro della sostenibilità del nostro sistema”, ha confermato Elisa Pirro, membro della commissione Bilancio del Senato. L’implementazione di programmi di prevenzione, difatti, dovrebbe riuscire a generare benefici non solo per i cittadini, ma anche per l’intero ecosistema sanitario, garantendo un utilizzo virtuoso delle risorse e riducendo il grave impatto della presa in carico tardiva. “La coperta è sempre troppo corta, ma è fondamentale investire le risorse laddove possono esserci grandi risultati e questa credo sia una di quelle”, ha aggiunto la senatrice. Tema affrontato in apertura anche da Loizzo, secondo cui bisogna “implementare le risorse economiche per queste finalità”. “In un momento di grande difficoltà per il nostro Ssn, la prevenzione, primaria e secondaria, diventa cruciale anche da un punto di vista economico”, ha fatto eco Marina Sereni, già viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e responsabile del dipartimento Salute del Pd. “Ma anche e soprattutto da un punto di vista di salute”, ha aggiunto Sereni.

DISOMOGENEITÀ TERRITORIALE

“C’è grande disomogeneità di trattamento tra nord e sud, sia nei numeri che nella qualità diagnostica e nei percorsi terapeutici e di cura”, ha ricordato Loizzo. “Ad oggi la compliance e la copertura dei programmi di screening non è esattamente quella che vorremmo per il nostro Paese”, ha sancito Silvia Novello, oncologa e presidente dei Women against lung cancer in Europe (Walce). “Ad oggi abbiamo 18 centri – ha ricordato – ma ci sono regioni e territori ancora scoperti”. “Urge che le istituzioni rispondano all’urgente bisogno di integrare un programma di screening per il tumore al polmone nelle politiche sanitarie nazionali, affrontando e superando le sfide operative e finanziarie esistenti, sviluppando un sistema integrato che sia organizzato, uniforme in tutte le Regioni e accessibile a tutti”, ha confermato Francesco Facciolo, presidente della Società italiana di chirurgia toracica.

I FIRMATARI

A prendere parte al panel di lavoro per la redazione del documento, esponenti bipartisan del Parlamento. Fra questi, Simona Loizzo, Ylenja Lucaselli, Ilenia Malavasi, Elena Murelli ed Elisa Pirro. Importante anche il contributo dei clinici e degli esperti, come Giuseppe Cardillo, Francesco Facciolo, Silvia Novello e Marcello Tiseo (consigliere nazionale Aiom). Tra i firmatari, inoltre, Michelangelo Caiolfa, esperto di Federsanità e coordinatore dell’Osservatorio delle buone pratiche di integrazione socio-sanitaria, Ugo Pastorino, direttore della struttura complessa di Chirurgia toracica della fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano e Giulia Veronesi, consigliere della Fondazione Umberto Veronesi.



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