La missione in Kenya del ministro Adolfo Urso, autorità delegata alle politiche spaziali e aerospaziali, rappresenta un rafforzamento per le relazioni bilaterali tra i due Paesi, aprendo nuove prospettive di cooperazione nel settore spaziale. Il Piano Mattei si conferma un catalizzatore per lo sviluppo tecnologico dell’Africa, con l’Italia che ricopre un ruolo di primo piano in questa trasformazione
Nel suo viaggio in Kenya per rafforzare la partnership Italia-Africa, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha fatto visita al Centro Spaziale “Luigi Broglio” di Malindi, per consolidare, ancora una volta, la storica cooperazione tra Italia e Kenya nel settore spaziale. Proprio a 60 anni dalla fondazione del centro, il ministro Urso, ricevuto alla Base dal Direttore Generale, Luca Vincenzo Maria Salamone e accompagnato da una rappresentazione italiana di alto profilo, ha rilanciato l’importanza strategica di questa base nell’ambito del Piano Mattei per l’Africa, sottolineando come lo spazio possa diventare il pilastro di eccellenza dello sviluppo per il continente africano.
Il Centro Spaziale di Malindi, nato nel 1964 sotto la guida del professor Luigi Broglio, ha rappresentato la culla dell’esplorazione spaziale italiana. Da qui sono partiti i primi satelliti italiani, rendendo l’Italia uno dei primi Paesi al mondo a lanciare oggetti nello spazio. Durante la visita, il ministro Urso ha evidenziato come oggi, più che mai, Malindi possa giocare un ruolo cruciale nella preparazione dell’Africa per l’esplorazione spaziale: “Oltre 60 anni fa, l’avventura spaziale dell’Italia ebbe inizio proprio da Malindi. Oggi desideriamo conferire una nuova mission a questa base, che potrebbe diventare il luogo di formazione per gli operatori dello Spazio dei Paesi africani,” ha dichiarato Urso, con un chiaro riferimento all’Agenzia spaziale africana, recentemente istituita e con sede a Il Cairo.
La cooperazione tra Italia e Kenya, storicamente ancorata alla base di Malindi, trova così nuovo slancio. Durante l’incontro con il ministro della Difesa del Kenya, Soipan Tuya, Urso ha sottolineato l’ambizione di fare del Centro Spaziale di Malindi un punto di riferimento per l’intera regione del Corno d’Africa e dell’Africa orientale. Questo rafforzamento della collaborazione si inserisce nel quadro del Piano Mattei, che mira a promuovere una crescita inclusiva attraverso l’utilizzo delle tecnologie spaziali e digitali.
Uno degli elementi su cui soffermarsi emerso durante la visita è stato il potenziale per la formazione del primo astronauta africano, che potrebbe essere proprio un cittadino keniano, grazie al supporto dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). “L’Italia ha le competenze per formare il primo astronauta keniano, e quindi africano, della storia, con le stesse modalità con cui sono oggi formati gli astronauti italiani”, ha affermato Urso. Questa iniziativa rafforza la visione di un’Africa protagonista nel settore spaziale, non solo come utilizzatrice di tecnologie avanzate, ma anche come produttrice di competenze e conoscenze.
La missione di Urso ha inoltre gettato le basi per una collaborazione più ampia tra Italia e Kenya nel settore dell’osservazione della Terra, un campo in cui l’Italia è già leader. Questo aspetto rappresenta un’opportunità rilevante per l’Africa, soprattutto in settori minacciati da sfide globali. “L’osservazione della Terra dallo spazio offre ulteriori possibilità di cooperazione con l’Africa, per la gestione delle risorse naturali, la promozione di un’agricoltura sostenibile e la lotta ai cambiamenti climatici’’ ha dichiarato il ministro.
A coronare la visita, Urso ha inaugurato, insieme al ministro Tuya e al presidente dell’Asi Teodoro Valente, il “Luigi Broglio Space Museum”. Il museo racconta la storia di questa base di lancio equatoriale marittima, unica nel suo genere, da cui sono stati effettuati nove lanci satellitari tra cui quello storico del satellite italiano “San Marco 2” nel 1967.