Così come il gasdotto Tap ha rivoluzionato per Italia ed Europa il concetto stesso di diversificazione dell’approvvigionamento energetico, la Fsru di Alexandroupolis rappresenta una mini rivoluzione copernicana per i Paesi che si affacciano sulla sponda est del mare nostrum. Non sfuggirà che le implicazioni geopolitiche sono niente affatto secondarie, in una macro regione dove i tentativi di big player esterni di inserirsi nelle dinamiche commerciali e politiche di Paesi come Serbia, Kosovo, Bulgaria, Croazia, Albania sono quotidiani
L’avvio delle attività del rigassificatore galleggiante di Gnl nel porto greco di Alexandroupolis cambia il volto non solo della Grecia ma, in prospettiva, dell’intero costone balcanico alla voce energia. Il punto di forza di questa nuova infrastruttura, a maggior ragione dopo la guerra in Ucraina, è doppio perché tocca la sicurezza energetica e la diversificazione delle rotte e delle fonti di approvvigionamento dell’Europa sudorientale e centrale. In questo modo non solo cresce esponenzialmente il ruolo della Grecia nello scacchiere energetico europeo, ma l’intera area euromediterranea può fregiarsi di aver individuato soluzioni alternative proprio mentre Paesi eurosettentrionali come la Germania soffrono ancora.
Perché Alexandroupolis
Il porto ellenico ha dalla sua un vantaggio geografico oggettivo, che gli permette di essere crocevia verso la cintura orientale dell’Ue. Attualmente è utilizzato da Usa, Italia, Regno Unito e Spagna per scopi militari e rappresenta una via alternativa per la consegna di attrezzature all’ala orientale della Nato. Inoltre è punto di accesso al bacino del vecchio continente, perché facilita le rotte commerciali verso gli Stati baltici e perché si somma ad un’altra infrastruttura fondamentale, la via Carpatia. Si tratta del corridoio sud-nord che dal porto giungerà fino a Klaipeda, in Lituania, iper strategico per Usa e Ue. La nuova rotta internazionale avrà il pregio di collegare la parte meridionale dell’Unione Europea lungo il suo confine orientale, una sorta di cerniera parallela ai confini Ue che attraversa i Paesi della Nato e termina direttamente negli Stati baltici.
Nella Fsru sono coinvolte 14 aziende greche e internazionali, tra cui Snam, che partecipano al progetto fino al 2030. Allo stesso tempo, l’inizio delle operazioni commerciali del progetto segna l’espansione del cosiddetto corridoio centroeuropeo, in grado di creare un hub per lo scambio di gas naturale. Con la Fsru di Alexandroupolis è possibile garantire l’accesso alle forniture di gas naturale da fonti sicure e affidabili come Stati Uniti, Qatar, Egitto. Il ruolo crescente del gnl per la regione e la presenza di questa nuova capacità di stoccaggio e rigassificazione è della massima importanza per i paesi dell’Europa sud-orientale.
Al vertice della società greca Desfa c’è una manager italiano, Maria Rita Galli, amministratore delegato, secondo cui l’inizio delle operazioni commerciali del terminal di Alexandroupolis è una pietra miliare, che offre alla Grecia il ruolo di gateway energetico chiave per l’Europa sud-orientale e oltre. “Questo nuovo terminale di importazione di gnl, insieme al terminale di Revythoussa e agli investimenti della Desfa per aumentare la capacità di esportazione della rete greca, nonché con iniziative come Tap, Igb e il Corridoio Verticale, rafforzano ulteriormente le infrastrutture energetiche e l’interconnettività della regione”.
Dall’Egeo ai Balcani
All’interno del progetto è presente anche un gasdotto sottomarino e terrestre che collega il rigassificatore al sistema centrale che provvede allo smistamento verso altri Paesi come Bulgaria, Romania, Macedonia del Nord, Serbia, Moldova, Ucraina, Ungheria, Slovacchia. Ed è questo il gancio (anche geopolitico) con l’area balcanica.
Appare evidente che il raccordo con un’area come i Balcani, strategica sia per le politiche europee sia per i rischi geopolitici presenti, è di primaria importanza per l’azione presente e futura della nuova infrastruttura energetica. Così come il gasdotto Tap ha rivoluzionato per Italia ed Europa il concetto stesso di diversificazione dell’approvvigionamento energetico, la Fsru di Alexandroupolis rappresenta una mini rivoluzione copernicana per i paesi che si affacciano sulla sponda est del mare nostrum.
Non sfuggirà che le implicazioni geopolitiche sono niente affatto secondarie, in una macro regione dove i tentativi di big player esterni di inserirsi nelle dinamiche commerciali e politiche di Paesi come Serbia, Kosovo, Bulgaria, Croazia, Albania sono quotidiani.