La missione europea è fondamentale per la costruzione della stabilità nel Mediterraneo. “Irini continua a sostenere in modo imparziale ed efficace l’attuazione dell’embargo sulle armi imposto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite alla Libia, oltre a fornire un importante contributo al contrasto delle reti di contrabbando di petrolio e di esseri umani attraverso la raccolta e la condivisione di informazioni”, spiega l’ammiraglio Rinaldi durante la cerimonia del cambio di comando
Irini cambia comando, ma rimane centrale nella costruzione della stabilità in Libia, che a sua volta garantisce la sicurezza del Mediterraneo. Il 4 ottobre 2024, a bordo della fregata italiana Grecale, si è svolta la cerimonia del passaggio di comando tattico dell’operazione EuNavForMed al commodoro greco Prokopios Charitos, nominato dal Comitato Politico e di Sicurezza (COPS) per sostituire l’ammiraglio italiano Armando Simi alla guida della Task Force europea (TF 464). Durante la cerimonia, il contrammiraglio Valentino Rinaldi, Operation Commander, ha ribadito l’importanza di Irini nel sostenere l’embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite e nel garantire la sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale.
“Facendo affidamento sulle capacità fornite dagli Stati membri e sulla vasta esperienza sviluppata nel tempo, l’Operazione Irini continua a sostenere in modo imparziale ed efficace l’attuazione dell’embargo sulle armi imposto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite alla Libia, oltre a fornire un importante contributo al contrasto delle reti di contrabbando di petrolio e di esseri umani attraverso la raccolta e la condivisione di informazioni con le organizzazioni e le agenzie internazionali competenti”, ha commentato Rinaldi.
La problematica dell’afflusso di armi in Libia rimane prioritaria: se le armi continuano ad arrivare nel Paese, chi le ottiene potrebbe essere tentato di risolvere i conflitti con la forza, riaccendendo così la violenza tra le fazioni rivali. In questo contesto, la missione Irini è fondamentale per monitorare il rispetto dell’embargo e prevenire l’ingresso di armamenti che potrebbero destabilizzare ulteriormente la situazione già precaria del Paese.
Nei giorni scorsi, le fazioni interne alla Libia hanno infatti raggiunto un accordo sulla nomina di un nuovo governatore della Banca Centrale, Naji Mohamed Issa Belqasem, dopo settimane di tensioni che avevano rischiato di degenerare in uno scontro militare. Tuttavia, la frammentazione politica e l’influenza di attori esterni continuano a rappresentare una minaccia per la stabilità a lungo termine. Nel breve periodo, questo accordo non solo ha evitato una possibile escalation, ma ha anche riavviato la produzione petrolifera, riportando parzialmente la stabilità economica.
A seguito dell’intesa, la National Oil Corporation (Noc) ha annunciato la ripresa delle attività dei campi pozzi in tutti i giacimenti del Paese, con una risalita della produzione stimata a circa 700.000 barili al giorno. La chiusura della produzione, imposta dalle milizie che fanno capo alla famiglia di Khalifa Haftar (signore della guerra di Bengasi) ad agosto come strumento di pressione politica contro il ricambio della Banca Centrale, aveva ridotto drasticamente la capacità di esportazione della Libia e favorito il contrabbando di petrolio, causando gravi ripercussioni economiche.
Il contrabbando di petrolio è cresciuto significativamente negli ultimi mesi, con la Arkenu Oil Company, una società basata a Bengasi e legata agli Haftar, che ha esportato illegalmente oltre 5 milioni di barili di petrolio dal terminal di Marsa Al-Hariga a Tobruk. Queste esportazioni, molte delle quali dirette verso la Cina, sfuggono al controllo della Banca Centrale e potrebbero essere utilizzate per finanziare nuove campagne militari, aumentando il rischio di ulteriore destabilizzazione.
In questo scenario, Irini potrebbe assumere un ruolo ancora più centrale, monitorando i traffici illeciti non solo di armi grazie alle sue unità navali nel Mediterraneo. Come ricordato dal comandante Rinaldi, Irini può osservare quanto accade e la raccolta, e conseguente condivisione, di informazioni è un elemento cruciale per ingaggiare questioni come il contrabbando — anche di petrolio.