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Così il Cavour combatte la pirateria. L’addestramento con l’India

Giunto al quinto mese di dislocamento operativo nell’area dell’Indo-Pacifico, il Carrier strike group italiano, guidato dall’ammiraglia Cavour, continua a guidare lo sforzo di naval diplomacy di Roma. Dopo Giappone, Australia e Stati Uniti, è la volta dell’esercitazione congiunta con la Marina militare dell’India

Prosegue il viaggio di nave Cavour nelle acque dell’Indo-Pacifico, nel solco della cooperazione internazionale e della protezione delle rotte commerciali globali. La tappa indiana del viaggio del Carrier strike group italiano ha visto l’ammiraglia della flotta nazionale cimentarsi in attività addestrative con la portaerei indiana Vikramaditya e la sua componente imbarcata. L’esercitazione, tra le altre cose, si è concentrata anche sul contrasto alla pirateria, fenomeno che non si è mai riusciti ad estirpare completamente dalla regione. “Anche se ci sono altre aree del mondo in cui il problema è ancora significativo, come il Golfo di Guinea e lo Stretto di Malacca. Nel bacino somalo, in particolare, stiamo assistendo al fatto che, con la riduzione del flusso commerciale attraverso il mar Rosso a causa della minaccia degli Houthi nell’area, la maggior parte delle navi è stata dirottata verso la rotta al largo del Capo di Buona Speranza”, ha affermato l’ammiraglio Aurelio de Carolis, comandante in capo della Squadra navale della Marina militare italiana, che ha aggiunto “questo, in qualche modo, potrebbe aver alimentato un nuovo ritorno della pirateria nell’area”. De Carolis ha poi voluto sottolineare il proprio apprezzamento per i conseguimenti della Marina indiana nell’assicurare il rispetto del diritto internazionale marittimo e nel contrasto alla pirateria, definendolo “un lavoro eccellente”.

L’Italia, in osservanza alla dottrina del Mediterraneo allargato, ha gradualmente aumentato il livello delle relazioni con l’estremo Oriente, dimostrando la sua intenzione di perseguire la difesa delle rotte commerciali verso Suez (vitali per il commercio) e del principio della libertà di navigazione. L’impegno italiano, comprensivo anche della partecipazione alle esercitazioni militari nel Pacifico come Rimpac e Pitch black, nonché il viaggio intorno al mondo di nave Vespucci, manifestano l’impegno attivo di Roma a rafforzare i legami con alleati e partner.

Le due portaerei a confronto

La Ins Vikramaditya, prodotta in Unione Sovietica col nome di Admiral Gorshkov, è una portaerei modificata della classe Kyiv, riconfigurata per le esigenze della Marina indiana. Con un dislocamento di 44.500 tonnellate, un ponte di volo lungo 284 metri e largo 60, la Vikramaditya è più grande del Cavour, seppure non altrettanto bene equipaggiata. In particolare, i marinai indiani hanno potuto apprezzare le prestazioni dell’armamento anti-aereo dell’ammiraglia italiana, strutturato intorno al missile Aster 15 e al pezzo da 76mm Super Rapido, e della componente imbarcata, composta dagli F-35B Stovl e dagli AV-8B Harrier II. La portaerei di Nuova Delhi, benché più grande, opera i ben meno performanti MiG-29K di produzione russa, i quali non sono in grado di performare l’appontaggio verticale e necessitano pertanto di impiegare un cavo d’arresto teso sulla pista in fase di discesa. In un momento in cui l’India sta diversificando la propria fornitura di mezzi e sistemi d’arma, abbandonando lo storico legame con la Russia per guardare verso sistemi di produzione europea e occidentale, l’esempio italiano deve aver costituito un interessante terreno di confronto per valutare le venture necessità della Marina di Nuova Delhi.



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