Il meeting croato intende creare un comune sentire sulla crisi a Kyiv nella consapevolezza che l’operatività dei Paesi balcanici va intrecciata sia con il ruolo degli Stati che si affacciano sul Medirerraneo per via della concomitante crisi a Gaza, sia con due elementi politici come le vicine elezioni americane e i primi passi della nuova Commissione europea. Per cui dopo l’annullamento del vertice nella base americana a Ramstein, in Germania, Zelensky sarà a Roma (in serata ospite di Giorgia Meloni a Villa Doria Pamphili e venerdì in udienza dal Papa, dopo l’incontro del maggio 2023)
Obiettivo, cercare sostegno pro-Kyiv tra i Paesi del costone balcanico, al fine sia di raggiungere nuovi accordi (come quello siglato con la Croazia), sia di dare continuità al supporto della nuova Commissione Europea, passando dall’Italia. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è in Croazia per partecipare al summit Ucraina-Europa sudorientale e domani dovrebbe fare tappa a Roma da Giorgia Meloni e dal Santo Padre. Un ulteriore modo per fare il punto sulla situazione, dopo la cancellazione del summit sull’Ucraina a Ramstein a seguito del forfait di Joe Biden.
Qui Croazia
Al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario. Le parole di Ursula von der Leyen arrivano da Strasburgo dove si sta tenendo la plenaria del Parlamento Ue e nelle stesse ore in cui i Balcani riflettono sul sostegno a Kyiv. Già il G7 ha promesso all’Ucraina 50 miliardi di dollari, un prestito che, secondo von der Leyen, verrà restituito grazie ai profitti inattesi dei beni russi immobilizzati e confluirà direttamente nel bilancio nazionale dell’Ucraina.
Sul punto si registra l’accordo di cooperazione su difesa, sminamento umanitario, riabilitazione dei bambini e dei soldati feriti, raggiunto tra Zelensky e il primo ministro della Croazia Andrej Plenkovic, quest’ultimo particolarmente rapido nel ricordare che l’Ucraina è stata tra i primi Paesi ad aver riconosciuto la Croazia all’inizio degli anni Novanta e per questa ragione oggi ne difende la libertà: “Continuiamo a fornire aiuti politici, umanitari, economici e militari e sosteniamo con forza il percorso europeo dell’Ucraina”.
Da Dubrovnik a Roma
Il meeting croato intende creare un comune sentire, partitico prima che valoriale, sulla crisi a Kyiv nella consapevolezza che l’operatività dei Paesi balcanici va intrecciata sia con il ruolo degli Stati che si affacciano sul Mediterraneo per via della concomitante crisi a Gaza, sia con due elementi politici come le vicine elezioni americane e i primi passi della nuova Commissione europea. Per cui dopo l’annullamento del vertice nella base americana a Ramstein, in Germania, Zelensky sarà a Roma (in serata ospite di Giorgia Meloni a Villa Doria Pamphili e venerdì in udienza dal Papa, dopo l’incontro del maggio 2023).
Il piano per la vittoria che il presidente ucraino ha in testa e che avrebbe voluto presentare in Germania, era già stato condiviso con il presidente americano, per cui per ampi stralci verrà presentato in Croazia anche ai capi di Stato, premier o ministri degli Esteri dei dodici Paesi balcanici, ovvero Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Grecia, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Romania , Serbia, Slovenia e Turchia.
Scenari
A quasi mille giorni dall’inizio della guerra, Zelensky afferma che l’Ucraina dovrebbe ottenere risultati più rapidi sul campo di battaglia e ciò secondo la sua visione dovrebbe avvenire tramite lo sviluppo di forniture di armi nazionali, che includono droni, guerra elettronica e missili.
La questione verrà attenzionata anche dal prossimo Consiglio europeo, in programma il 17 e il 18 ottobre, dove si discuterà di intensificare rapidamente il sostegno militare e accelerarne la fornitura, in particolare per quanto riguarda i sistemi di difesa aerea, le munizioni e i missili. Altresì verrà chiesta l’ulteriore integrazione del sistema energetico ucraino con la rete energetica unificata dell’Unione.
Nel frattempo la Lituania annuncia di aver fortificato un ponte che attraversa la regione in direzione dell’exclave russa di Kaliningrad: “Le fortificazioni saranno supportate dalla potenza di fuoco, nel caso in cui fosse necessario, per fermare e distruggere il nemico”, fa sapere il ministero della difesa.
(Foto: twitter profile Zelensky)