Il colossale bombardiere di Washington, entrato in servizio più di cinquant’anni fa, sarà aggiornato per garantire la sua operatività fino al 2060, lavorando in sintonia con i nuovi velivoli targati Usaf
Sin dal 1955 il gargantuesco bombardiere strategico B-52, sviluppato e prodotto dalla Boeing, è stato il simbolo del potere militare americano. Componente fondamentale della triade nucleare, ma anche piattaforma impiegata per lo sgancio tanto di “dumb bombs” quanto di missili di precisione in pressoché tutti i teatri dove le US Air Forces si sono viste impegnate, oltre che sul piano militare questo velivolo ha calcificato la sua immagine nella cultura popolare, anche grazie a opere cinematografiche come “il Dottor Stranamore” di Stanley Kubrick. In un’epoca segnata da un rapido avanzamento tecnologico e dallo sviluppo di tecnologie “disruptive” capaci di ridefinire i parametri del warfare come (ma non limitate a) l’Intelligenza Artificiale e gli Uncrewed Aerial Systems, il pensiero che l’epoca di questo gigante dei cieli si stia avvicinando al termine non sembra così illogico. Invece, sembra che il dominio del B-52 sia destinato a durare ancora a lungo.
Ad affermarlo è la stessa aviazione americana, la cui intenzione è quella di disporre entro il 2030 di una flotta di bombardieri composta da cento nuovissimi bombardieri B-21 “Raider” (la cui introduzione comporterà il pensionamento dei più vecchi bombardieri B-1 e B-2) e dai settantasei B-52 già operativi, grazie a una revisione (dal costo stimato di 48,6 miliardi di dollari) che garantirà l’efficienza operativa dei velivoli in questione almeno fino al 2060. Il fulcro dell’ammodernamento del B-52J (questo il nome ufficiale della versione aggiornata) sarà il Commercial Engine Replacement Program, iniziativa volta alla sostituzione dei motori Pratt & Whitney TF33 originali del bombardiere, risalenti agli anni ’60, con nuovi motori F130 prodotti da Rolls-Royce. All’upgrade del motore si aggiungeranno anche un nuovo radar moderno, un’avionica migliorata, l’arma Long Range Standoff per effettuare attacchi nucleari a distanza, aggiornamenti nelle comunicazioni, nuovi display digitali che sostituiranno decine di vecchi quadranti analogici, nuove ruote e freni e altri miglioramenti. Un progetto con una portata senza precedenti, nell’ottuagenaria storia del bombardiere. L’Air Force prevede che il primo B-52J inizierà i test a terra e in volo alla fine del 2028 e che altri B-52 riceveranno i nuovi motori nel corso del prossimo decennio.
Il Magg. Gen. Jason Armagost, comandante dell’8° Forza aerea, ha sottolineato come l’Usaf si aspetti che gli aggiornamenti dei motori del B-52 migliorino l’efficienza e l’autonomia, e che i nuovi motori targati Rolls-Royce dovrebbero anche essere più silenziosi e affidabili di quelli attuali, oltre a non dover dipendere da una catena di fornitura obsoleta per i pezzi di ricambio: “Se ci troviamo in Indonesia per una missione probabilmente avremo a disposizione pezzi di ricambio per questi [motori abbastanza vicini, piuttosto che dover ricorrere ad un C-17 per far arrivare un motore dagli Stati Uniti” ha detto Armagost.
Ma il rinnovamento del B-52 è solo una fase di un più ampio processo, che vede l’Air Force impegnata nel capire come utilizzare al meglio il velivolo in una guerra contro forze avanzate che potrebbero negare lo spazio aereo agli Stati Uniti e ai loro alleati. Un conflitto di questo tipo rappresenterebbe infatti un drastico cambiamento rispetto agli spazi aerei relativamente aperti in cui i B-52 hanno operato negli ultimi due decenni. Ciò significa trovare il modo migliore per far lavorare il B-52J insieme al B-21, le cui capacità stealth di nuova generazione gli dovrebbero permettere di condurre missioni di attacco in profondità contro un avversario con difese aeree avanzate, come la Cina, mentre il B-52J effettuerebbe attacchi “standoff”, lanciando missili contro obiettivi nemici dall’esterno dello spazio aereo conteso.
“Le loro capacità sono intrinsecamente diverse. Ma una forza d’attacco in profondità potrebbe aprire opportunità per una forza d’attacco standoff, che ha poi opportunità di riacquisire spazi aerei negati o contestati” ha dichiarato Armagost, che ribadisce come l’integrazione tra i due sistemi potrebbe avere impatti significativi anche nello svolgimento di operazioni integrate multidominio, che potrebbero includere la collaborazione con mezzi cibernetici e marittimi.