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Così l’Ue deve cambiare rotta su green, debito e guerre. Cosa ha detto Meloni in Parlamento

In Aula la premier, in occasione delle comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani, sottolinea che l’attacco a Unifil è stato ingiustificabile, annuncia il viaggio in Libano e spiega la postura del governo sul prossimo ruolo europeo di Fitto, sul modello albanese per i migranti e sulla guerra i Ucraina

Quaranta minuti per ribadire la traccia imboccata con coerenza dal governo da sempre: da un lato pace e diritto internazionale camminano parallelamente, dall’altro la nuova Europa che va progettata oggi. Le comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni alle Camere in vista del consiglio europeo del 17 e del 18 ottobre sono state caratterizzate da una prospettiva. In primis quale Europa oggi si vuole costruire, anche alla luce di due contingenze drammatiche come le guerre a Gaza e a Kyiv. Per questa ragione, osserva la premier, l’Europa di domani non può essere uguale a quella di ieri e di oggi dal momento che “deve riscoprire il suo ruolo nella storia in questo tempo storico così complesso. La domanda che dobbiamo porci è quale futuro vogliamo costruire per l’Europa”.

Primo bivio

Primo bivio, quello sul senso dell’Ue: meno Europa dove non serve, più Europa nei dossier più caldi. Dunque “scegliere di continuare ad essere ciò che siamo stati finora, ovvero un gigante burocratico che appesantisce cittadini e imprese con una selva di regole, molte delle quali senza senso e autolesioniste. Oppure possiamo invertire radicalmente questa tendenza”.

In che modo? Innanzitutto con un approccio diverso, tarato sulla coerenza. Il caso Ucraina lo dimostra in pieno, il prossimo Consiglio europeo secondo Meloni deve ribadire il proprio sostegno alla causa ucraina, perché l’obiettivo di tutti rimane sempre lo stesso: “Costruire le condizioni per una pace giusta e duratura e aiutare l’Ucraina a guardare al futuro, un futuro di prosperità e benessere”. Non va dimenticato che l’Italia ha siglato nove pacchetti di aiuti militari fino ad oggi.

Medio oriente

Ma è evidente che l’attenzione sui fatti in Libano abbia monopolizzato le attenzioni generali, per questa ragione la premier ha ribadito che gli attacchi effettuati dall’esercito israeliano nei confronti dell’esercito Unifil non sono considerati accettabili. “Ed è esattamente la posizione che l’Italia ha assunto, con determinazione, a tutti i livelli. È la posizione che io stessa ho ribadito al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu”. L’azione israeliana, ha aggiunto, è totalmente ingiustificata e rappresenta “una violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite” ma “non si può non considerare una violazione l’azione di Hezbollah, che ha operato per militarizzare l’area di competenza di Unifil”.

Per cui isolare oggi Israele equivarrebbe a fare un regalo agli antisemiti che ci sono in tutto il mondo. Giordania e Libano (viaggio confermato ufficialmente) sono i due Paesi che Meloni dovrebbe visitare nelle prossime ore, nella consapevolezza che sia imprescindibile dare un segnale politico, oltre che istituzionale.

Euro visione

Segno che su un altro fronte è presente alla voce Raffaele Fitto, vicepresidente in pectore della nuova commissione. Per cui si augura che tutte le forze politiche italiane si “facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato per la nostra nazione possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi”. Il dato politico è l’esigenza che l’interesse nazionale debba prevalere su quello di parte. Stesso schema sul debito comune, dove Meloni specifica che l’Ue dovrebbe verificare possibili strumenti di debito comune, così come lavorare per “riuscire finalmente a mobilitare adeguatamente il capitale privato”, ha aggiunto poi la premier. In questo modo infatti si completerebbe l’Unione dei mercati dei capitali e quindi i risparmi europei potrebbero diventare investimenti europei.



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