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Cinque punti per la pace. Il progetto di Zelensky per il futuro dell’Ucraina

Adesione alla Nato, patti economici, deterrenza, contribuzione all’ombrello di sicurezza, rafforzamento della capacità di difesa. Questi i punti (pubblici) del “Piano di Pace” presentati oggi dal leader ucraino

Di fronte alla Verchovna Rada riunita, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato pubblicamente oggi mercoledì 16 ottobre i punti cardine su cui si struttura il suo “piano di pace” finalizzato a porre fine al conflitto in corso entro la fine del prossimo anno. Lo scorso settembre, Zelensky ha già presentato il suo piano al presidente degli Stati Uniti Joe Biden e ai candidati alla presidenza Kamala Harris e Donald Trump, oltre che a Paesi alleati come Gran Bretagna, Francia, Italia e Germania. Adesso, dopo settimane di cui se ne parlava, se ne conoscono alcuni perni. Il leader ucraino ha infatti presentato cinque punti, mentre altri tre sono stati mantenuti volutamente segreti.

Il primo punto del Piano di Zelensky riguarda l’invito incondizionato e immediato alla Nato, che si concretizzerebbe successivamente, ma che manderebbe un segnale importante. “Siamo consapevoli che l’adesione alla Nato è una questione di futuro, non di presente. Ma il presidente russo Vladimir Putin può vedere che i suoi calcoli geopolitici sono destinati alla sconfitta”, ha detto al riguardo Zelensky.

Che ha poi proseguito con il secondo punto, affermando che la capacità di difendersi dell’Ucraina deve essere “irreversibilmente rafforzata” e indicando una serie di modi per farlo, compresi il proseguimento nell’invio di sistemi d’arma all’Ucraina da parte die Paesi partner, il rafforzamento dell’industria della difesa, il potenziamento delle capacità di difesa aerea, la rimozione delle restrizioni sull’uso delle armi e la continuazione delle operazioni militari ucraine in territorio russo.

“L’Ucraina propone di collocare sul proprio territorio un pacchetto completo di deterrenza strategica non nucleare che sarà sufficiente a proteggere l’Ucraina da qualsiasi minaccia militare da parte della Russia” è il terzo punto elencato da Zelensky, il quale ha però specificato che ci sia anche un addendum segreto a questa parte del piano.

Come quarto punto, Zelensky ha proposto la firma di un accordo tra Ucraina, Stati Uniti, l’Unione Europea e altri alleati non nominati, che consentirebbe investimenti congiunti e l’utilizzo delle risorse naturali dell’Ucraina, che “Includono, in particolare, uranio, titanio, litio, grafite e altre risorse di valore strategico che rafforzeranno la Russia e i suoi alleati o l’Ucraina e il mondo democratico nella competizione globale”, ha dichiarato Zelensky, affermando anche che il loro valore ammonti a molteplici trilioni di dollari.

L’ultimo dei punti condivisi da Zelensky riguarda il periodo successivo alla fine della guerra, e prevede sostituzione di alcune truppe statunitensi di stanza in Europa con truppe ucraine.

Zelensky ha riconosciuto la crescente stanchezza del suo Paese, il cui morale si è gradualmente sgretolato sotto il peso di un crescente numero di morti, di una controversa legge sulla mobilitazione e degli incessanti assalti russi al territorio ucraino. Ma da parte del leader ucraino non c’è stato alcun accenno a un compromesso per avvicinare la fine della guerra. Al contrario, Zelensky ha ribadito di voler costringere la Russia a negoziare e a non cedere il territorio ucraino, attraverso il rafforzamento delle proprie forze armate. Ha anche affermato che il suo vasto piano potrebbe essere attuato con l’accordo dei suoi alleati e non della Russia.

Subito dopo l’intervento di Zelensky, il Cremlino ha definito quello del presidente ucraino un “effimero piano di pace”, affermando che Kyiv deve “smaltire la sbornia”. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che l’unico modo per porre fine alla guerra sia che l’Ucraina “si renda conto dell’inutilità della politica che sta perseguendo”.



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