Il summit dei ministri della Difesa dei 32 Stati Alleati, tenutosi in formato esteso, ha stabilito una nuova tranche di aiuti all’Ucraina e concordato su una maggiore cooperazione tra la Nato e i suoi partner extra-atlantici
La due giorni di riunione tra i vertici della Difesa dell’Alleanza Atlantica, appena conclusasi, non ha costituito solo una delle prime occasioni per Mark Rutte, nuovo segretario generale della Nato subentrato a inizio mese, di rivolgersi agli Alleati ma anche un momento importante per ribadire il supporto all’Ucraina e per stringere i legami con gli altri Paesi che appartengono all’Occidente generalmente inteso.
Le priorità dell’Alleanza e gli aiuti a Kyiv
“Mosca può fare baccano, ma la Nato è forte”, ha affermato il segretario generale, sottolineando come il rafforzamento della presenza terrestre e delle missioni di air policing sul Fianco Est dell’Alleanza abbiano ulteriormente potenziato le capacità di deterrenza nei confronti della Russia. In virtù di ciò, anche basandosi sugli sviluppi sul campo in Ucraina, la priorità tattica degli Stati membri rimarrà la difesa aerea e missilistica. Dalla riunione è inoltre emersa la volontà di incrementare gli sforzi diretti alla produzione di munizioni, i cui stock accusano il colpo degli aiuti militari a Kyiv, e l’irrobustimento dei comparti industriali in ottica di autosufficienza. Sul piano degli aiuti all’Ucraina è stato stabilito che, nell’arco del prossimo anno, la Nato fornirà ulteriore supporto all’Ucraina, per il valore complessivo di 40 miliardi di euro. La discussione ha riguardato anche l’imminente arrivo della stagione invernale, le cui rigide temperature metteranno a dura prova il Paese, al fronte come nell’entroterra. A tal fine, saranno disposti ulteriori aiuti per rinforzare la produzione energetica, bersaglio prediletto degli attacchi di Mosca, nei mesi invernali. Al riguardo Rutte ha tenuto a sottolineare che gli aiuti all’Ucraina “non sono carità, ma un investimento per la nostra stessa sicurezza” e che “la lotta dell’Ucraina è la nostra lotta”.
Le global democracies riunite e le sfide alla stabilità mondiale
“La guerra in Ucraina ha dimostrato che l’instabilità in Europa può avere conseguenze di vasta portata in tutto il mondo e che Paesi lontani migliaia di chilometri – come l’Iran, la Cina e persino la Corea del Nord – possono diventare dei pericoli per la sicurezza nel nostro stesso vicinato” ha affermato Rutte in apertura dei lavori. “Il nostro mondo è strettamente legato, così come la nostra sicurezza”. L’invito al meeting è stato esteso alle rappresentanze di Unione europea, Australia, Giappone e Nuova Zelanda, per discutere delle priorità securitarie dello spazio politico occidentale. In un momento storico caratterizzato da crisi che si intersecano e sovrappongono, la Nato vede nella cooperazione multilaterale la via maestra per il mantenimento della stabilità globale. In questa ottica, l’Alleanza ha ribadito il proprio impegno nei confronti dei partner per portare avanti il dialogo e la collaborazione, anche con riferimento alle forze di assitenza Nato in Iraq e Kosovo. Riguardo al supposto invio di truppe nordcoreane in Ucraina, Rutte ha confermato che ad ora l’informazione non è confermata, ma che la situazione potrebbe cambiare. Quel che è certo, ha detto il segretario generale, è che Pyongyang sta aiutando Mosca sul piano del munizionamento e dei materiali bellici generici. Riguardo al Medio Oriente, Rutte ha evidenziato che “la Nato non è coinvolta” con gli attuali avvenimenti e che, al momento, il suo interesse nella regione si concentra sul rafforzamento delle forze di sicurezza irachene e del dialogo con le autorità locali.