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Dalla famiglia all’agenda Ue. La sfida di Ecr per il futuro dell’Europa

La presenza dei popolari, la nomina di Fitto, le nuove sfide europee e mondiali sono i temi che la contingenza impone all’attenzione generale e l’evento promosso a Dubrovnik da Ecr vuole essere fautore di spunti in questa direzione. Alla tre giorni croata esponenti di entrambe le formazioni europee oltre che rappresentanti di tutti i partiti del centrodestra italiano

In Croazia al vertice di Ecr sulla famiglia va in scena il primo dibattito “allargato” al centrodestra europeo dalla nascita della nuova commissione Ue. Un’occasione utile per tastare il polso a popolari, conservatori e patrioti su temi comuni (oggi la famiglia, domani il green deal o la difesa comune) al fine di iniziare ad immaginare quale sarà la traccia del governo von der Leyen II. Ma anche per definire i contorni della fase due del partito guidato da Giorgia Meloni, passato dai primi timidi passi del 2009 in Ue al successo elettorale dello scorso giugno, che lo ha portato ad essere soggetto significativo nell’economia complessiva dell’eurocamera.

Dalla famiglia all’agenda Ue

L’Ue deve passare dal green deal a un family deal, ha spiegato la vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna (FdI-Ecr), secondo cui occorre “un ripensamento delle politiche europee in chiave di promozione delle politiche per la famiglia”, auspicando una programmazione europea imperniata su politiche che servano a ripopolare l’ Europa, a “rafforzare i servizi per le famiglie e a dare quindi un futuro economico e sociale alle nostre comunità”. E ancora, l’esigenza ormai improcrastinabile di un “cambiamento culturale”, la creazione di un fondo ad hoc per contrastare l’inverno demografico, l’obiettivo di un’Ue “family friendly”.

La presenza dei popolari, la nomina di Fitto, le nuove sfide europee (guerre) e mondiali (energia) sono i temi che la contingenza impone all’attenzione generale e l’evento promosso a Dubrovnik da Ecr vuole essere gravido anche di spunti in questa direzione. Alla tre giorni sono presenti esponenti di entrambe le formazioni europee oltre che rappresentanti di tutti i partiti del centrodestra italiano Lega, Forza Italia e Noi moderati. Un segno di come il dialogo impostato da Ecr con i weekend tematici vada al di là dei singoli dossier, per abbracciare un disegno politico, con il plus rappresentato dal dialogo Weber-Meloni. 

Valori e obiettivi

Il disegno è quello di una maggiore conformità delle politiche europee ad un modello che appaia, giocoforza, diverso rispetto a quello andato in scena fino ad oggi, sia in riferimento a iniziative singole come la transizione ultraideologica proposta da Timmermans, sia ad emergenze oggettive come le guerre.

Sul primo punto, come osservato pochi giorni fa in aula dall’europarlamentare di FdI-Ecr Pietro Fiocchi, “quando parliamo di decarbonizzazione non possiamo permetterci di imporre obiettivi utopici ai cittadini e alle industrie, spingere verso la mobilità elettrica senza aver adeguato la rete di distribuzione e senza una produzione sufficiente di energia elettrica, possibile solo grazie al nucleare, rischia di diventare un enorme autogol per l’Europa. Ma soprattutto, chi pagherà il caro prezzo di questa transizione?”.

Sulla guerra in Ucraina la traccia è quella indicata (costantemente) da Giorgia Meloni, ovvero di un sostegno a 360 gradi, che proseguirà sia sul piano bilaterale che su quello multilaterale, per mettere Kyiv nelle migliori condizioni possibili per costruire una pace giusta e duratura. Messaggio che pochi giorni fa il copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, Nicola Procaccini, ha consegnato personalmente nelle mani di Volodymyr Zelensky quando ha ricordato che il gruppo Ecr è al fianco dell’Ucraina, “dalla parte della democrazia, della libertà, dei valori occidentali e dell’autodeterminazione”.



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