Le opportunità portate dall’innovazione tecnologica possono rappresentare un beneficio sia per l’industria civile sia per quella militare. In questa ottica, il nuovo centro d’innovazione di Fincantieri si pone come punto di riferimento per lo sviluppo delle tecnologie dual-use. Nel frattempo, il gigante della cantieristica guarda anche al mercato europeo per rafforzare la cooperazione
Mai come oggi l’innovazione rappresenta un asset indispensabile per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche. In un contesto caratterizzato da una sempre maggiore complessità, la collaborazione tra partner rende possibile accelerare lo sviluppo di tecnologie allo stato dell’arte e in grado di avere un impatto concreto in ambito civile e militare. Per questo Fincantieri ha deciso di realizzare una Innovation Antenna presso il Mind the Bridge Innovation Center di San Francisco. Questa iniziativa, che ha l’obiettivo di esplorare nuovi trend e sviluppare soluzioni innovative nell’ambito delle tecnologie dual-use, certifica la posizione di Fincantieri tra i leader del settore. L’inaugurazione, alla presenza del sottosegretario di Stato alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago, ha visto la partecipazione di Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri, e Alberto Onetti, chairman di Mind the Bridge.
“L’industria della difesa è profondamente radicata nel nostro Dna”, ha affermato Folgiero durante l’evento. “Fincantieri è un laboratorio di innovazione nell’industria pesante, uno dei pochi rimasti in Italia. Siamo riusciti a mantenere una leadership mondiale grazie alla nostra capacità di integrare tecnologie complesse, che spaziano dalle navi da crociera alle unità militari. La difesa è per noi non solo una tradizione, ma un’area di innovazione continua: attraverso lo sviluppo di tecnologie dual-use, riusciamo a creare soluzioni che rispondono sia alle sfide civili che militari. Questo ci permette di anticipare i bisogni di entrambi i settori e di far evolvere la nostra offerta”. Non solo traguardi aziendali però. Infatti, come ricorda Folgiero, “in un contesto geopolitico incerto, la capacità di navigare tra questi due mondi diventa una risorsa strategica per l’industria e per il Paese.”
Sulla collaborazione è intervenuto anche Onetti, che ha sottolineato come l’avvento delle start-up abbia portato una ventata d’aria fresca nel campo delle tecnologie innovative. “Dopo il 2021 abbiamo assistito a un cambiamento radicale nel modo in cui il mondo dei venture capital guarda alle start-up del settore Defence Tech. Se fino a qualche anno fa gli investimenti erano limitati, oggi stiamo osservando un vero e proprio boom, con miliardi di dollari mobilitati ogni anno”.
L’apertura dell’Innovation Antenna di San Francisco segna dunque un nuovo capitolo nella strategia di Fincantieri verso l’innovazione, rafforzando il suo impegno nell’integrazione tra tecnologie civili e militari. Inoltre, accelerando sull’adozione di soluzioni innovative, Fincantieri si pone come punto di riferimento per l’industria globale anche sotto il profilo della transizione digitale ed energetica, in un’ottica che mira alla crescita sostenibile.
Il report di Fincantieri e Crunchbase
Insieme a Crunchbase, principale fornitore di soluzioni per la ricerca e il monitoraggio di aziende private, Fincantieri ha presentato il report “Dual-use technologies: going beyond the dual-use divide”. Il documento si pone l’obiettivo di rappresentare una guida alla comprensione del settore delle tecnologie dual-use nell’attuale fase di forte espansione. Lo studio, che ha analizzato oltre 60mila start-up in 47 Paesi, ha evidenziato come un quarto di esse sia attivamente coinvolto nello sviluppo di tali tecnologie. Di queste, 170 operano nel settore militare, mentre altre 715 vi si sono approcciate dopo un iniziale coinvolgimento nel settore civile. Con il solo 5% delle realtà del settore impegnate nel settore della Difesa, lo studio evidenzia il grande potenziale latente di questo ambito. Il report evidenzia inoltre che in diversi Paesi, anche in virtù delle attuali congiunture internazionali, i tassi di conversione da civile a militare superano il 60%. Non è pertanto da escludersi che questo trend possa continuare a crescere.
Lo sguardo all’industria dell’underwater tedesca
Mentre consolida la sua posizione negli Stati Uniti, Fincantieri non dimentica di guardare anche all’Europa. Rimane infatti sul tavolo la proposta che l’azienda ha avanzato nei confronti di Thyssenkrupp per partecipare al riassetto della Thyssenkrupp marine systems (Tkms), specializzata nella costruzione di sottomarini. Il rapporto tra le due realtà industriali è consolidato da tempo, con Fincantieri che, su licenza dell’azienda tedesca, produce i sottomarini U-212 della Marina militare italiana. Ora che Thyssenkrupp si trova a valutare nuovi investitori per la sua controllata, Fincantieri potrebbe mettere a frutto la sua esperienza trentennale nel campo dei sottomarini e contribuire al consolidamento di una industria europea dei sottomarini. A tal riguardo, lo scorso settembre, Folgiero aveva affermato, con riguardo al settore dell’underwater tedesco: “È una realtà molto importante dal punto di vista geopolitico, quindi sono le istituzioni tedesche che devono definire qual è il percorso per cui questa realtà si renda autonoma dall’azionista attuale, che è una conglomerata, e in che maniera questa può essere un’occasione per ridisegnare la difesa europea”.