Pse, Verdi e Avs spaventati dalla convergenza tra popolari, conservatori e patrioti. Ma Giorgia Meloni lo aveva detto il 19 giugno: “Penso che qualche sorpresa nel futuro dell’Unione Europea sulle maggioranze che si costruiranno sui vari dossier in Parlamento potrebbe arrivare”
“Il Ppe rompe il cordone sanitario, serve uno slancio di forze progressiste”. Questa la tesi degli eurodeputati Verdi e di Avs dopo che, due giorni fa, il voto sulla risoluzione sul bilancio Ue era stato approvato in alcuni emendamenti anche con l’appoggio dell’estrema destra. Una situazione che del tutto straordinaria non è, dal momento che è fisiologico che su alcune questioni su cui il centro e la destra sono più sensibili (come il dossier migranti) la sintonia si verifichi tra le formazioni che siedono al centro e alla destra dell’euroemiciclo e non con le sinistre. Per cui se da un lato qualcuno si domanda se stia nascendo una nuova maggioranza Ursula a Bruxelles, ma senza sinistra, dall’altro si verifica ciò che Giorgia Meloni (che ieri ha ricevuto Roberta Metsola) disse in occasione del voto alla nuova commissione a proposito di nuove maggioranze.
Le accuse delle sinistre
“Le destre hanno tentato di inserire nel bilancio dell’Ue il finanziamento di infrastrutture per il controllo dei migranti, che vuol dire barriere, muri e centri di rimpatrio come quelli voluti da Meloni e Orban. Preoccupa, in particolare, che i Popolari hanno rotto ancora una volta il cordone sanitario, allineandosi su posizioni estreme ed avverse alla prospettiva di un’Europa che garantisce fino in fondo il rispetto dei diritti umani”.
Questa l’accusa degli eurodeputati di Avs Ilaria Salis e Mimmo Lucano gruppo e dei Verdi/Ale Ignazio Marino, Leoluca Orlando, Cristina Guarda e Benedetta Scuderi, che definiscono il voto un segnale di allarme, “perché risulta chiaro adesso che, chiusa la partita sulla Commissione Europea, il Ppe prefiguri una sorta di politica dei due forni, costruendo maggioranze pericolose con chi, come Orban, rappresenta una minaccia per la stessa tenuta democratica dell’Unione”.
Dossier migranti
Per cui sul dossier migranti c’è stato un voto non in linea, a detta delle sinistre, con l’ampia maggioranza che sostiene Von der Leyen: nello specifico il Ppe ha votato con Conservatori e il Gruppo Europa delle nazioni sovrane (Esn) un emendamento Esn che chiede “finanziamenti adeguati per la costruzione di barriere fisiche esterne alle frontiere dell’Unione”. I sì sono stati 329, i no 297 no e 15 le astensioni, ma è il dato politico che spicca e dimostra che è di tutta evidenza (e non poteva essere diversamente) come su temi particolarmente vicini ai partiti di centro e di destra non sarà possibile una convergenza con le formazioni di estrema sinistra e dei socialisti europei.
Una sensibilità che emersa nella plenaria a Strasburgo anche in occasione del caso Libano ma con un distinguo. La missione Unifil va rafforzata per molteplici ragioni, ha osservato il capodelegazione di FdI Carlo Fidanza, ma con l’aggiunta che l’Ue “deve farsi carico della situazione drammatica non soltanto degli sfollati interni al Libano ma anche dei rifugiati siriani, ai quali dobbiamo assicurare un pronto e sicuro ritorno in. Siria per scongiurare una nuova onda di immigrazione che non saremmo in grado di gestire”.
Le nuove maggioranze in Ue
In occasione della festa del Giornale, lo scorso 19 giugno a Milano, Giorgia Meloni fece un’analisi non solo del voto europeo ma del post voto, con una serie di considerazioni politiche: le elezioni, disse, hanno chiaramente spostato il baricentro dell’Europa verso destra “e io penso che li si possa disegnare un cambio di passo su alcune materie, sulle priorità, sul modo di leggere alcune politiche. Penso che gli stessi popolari si rendano conto ovviamente che per loro continuare a inseguire o a seguire le politiche della sinistra di questi anni sarebbe fatale. Quindi il mio ruolo oggi è quello di organizzare il fronte alternativo alla sinistra, dialogare con tutti. Ed è quello che sto facendo. Annuncio che il gruppo dei conservatori europei è diventato il terzo gruppo per numero di parlamentari in Europa. Io mi sto occupando di questo, dialogando con tutti e aggregando. E penso che qualche sorpresa nel futuro dell’Unione Europea sulle maggioranze che si costruiranno sui vari dossier in Parlamento potrebbe arrivare”.