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Pyongyang non lascia, ma raddoppia. Ecco il test del nuovo missile balistico

La Corea del Nord testa un nuovo missile balistico intercontinentale in un’operazione di signaling rivolta oltre il Pacifico. Suscitando preoccupazione globale, ma anche sospetti sul ruolo della Russia nel progetto

Che Pyongyang avesse deciso di assumere una postura più assertiva nella conduzione della sua politica estera, non vi era alcun dubbio. La decisione di inviare un contingente di soldati dalla non meglio definita dimensione a sostegno dello sforzo bellico russo in Ucraina, per quanto inquadrato all’interno di un accordo siglato pochi mesi fa con il Cremlino, rappresenta infatti un deciso cambio di passo, con un impatto ben più importante del semplice rifornimento di materiale bellico. Ma all’istituzione e al successivo invio di questo vero e proprio corpo di spedizione è ben presta seguita un’altra mossa significativa per gli equilibri internazionali.

Nelle prime ore di giovedì 31 ottobre la Corea del Nord ha infatti condotto il test di un nuovo missile balistico intercontinentale. Il vettore è stato lanciato su una traiettoria inclinata da Pyongyang poco ed è atterrato nelle acque a circa duecento chilometri a ovest dell’isola di Hokkaido, nel Giappone settentrionale.

In una dichiarazione rilasciata dall’agenzia di stampa statale della Corea del Nord, il leader del Paese Kim Jong Un ha descritto il lancio come “un’azione militare appropriata che risponde pienamente allo scopo di informare i rivali … della nostra volontà di contrasto[…]La Corea del Nord non cambierà mai rotta sulla linea del rafforzamento delle forze nucleari”.

Con questo test, la Repubblica Popolare di Corea torna ad eseguire un lancio di prova di un missile intercontinentale potenzialmente in grado di colpire la terraferma statunitense; l’ultimo test simile era avvenuto quasi un anno fa. Ma a differenza dei precedenti, il test di questa mattina ha raggiunto sia l’altitudine più alta che la durata (ottantasei minuti) più lunga di sempre per un missile nordcoreano. Palese anche il contenuto simbolico di questo lancio di prova, dato soprattutto dalla scelta del timing: a meno di una settimana dalle elezioni presidenziali statunitensi. Già nelle scorse ore, riporta il Financial Times, l’agenzia di intelligence della difesa della Corea del Sud aveva informato i legislatori mercoledì che la Corea del Nord si stava preparando a un test missilistico proprio per attirare l’attenzione di Washington in vista delle consultazioni del 5 novembre.

Gli analisti della difesa hanno detto che il tempo di volo record suggerisce che i missili intercontinentali nordcoreani sono probabilmente in grado di raggiungere obiettivi più distanti e di consegnare carichi più pesanti. E fonti dell’esercito sudcoreano hanno dichiarato che il vettore sembra essere un “missile a combustibile solido”, che può essere alimentato in segreto prima di essere schierato, dando potenzialmente agli avversari meno tempo per condurre un attacco preventivo. Non è da escludere che il regime nordcoreano sia riuscito a sviluppare un armamento di capacità simili anche grazie al supporto tecnologico fornito loro da Mosca, in cambio del munizionamento e degli altri rifornimenti inviati nei mesi precedenti. Proprio a questo riguardo si è espresso il ministro della Difesa della Corea del Sud, Kim Yong-hyun, il quale ha affermato che c’è una “alta probabilità” che Pyongyang stia cercando tecnologie di difesa russe per aiutare i suoi programmi nucleari, satellitari, sottomarini e missilistici in cambio del dispiegamento di truppe.

Subito dopo il lancio, Seul ha annunciato un pacchetto di sanzioni nel tentativo di ostacolare un ulteriore sviluppo di missili a combustibile solido della Corea del Nord.



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