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Più equilibrio per chi lavora. Mundys accelera su benessere e welfare

La società continua a spingere sul welfare aziendale, lanciando Equilibrium, un’iniziativa che si pone l’obiettivo di migliorare il benessere psico-fisico dei lavoratori, promuovendo un equilibrio tra corpo, mente ed emozioni

In tempi di frenesia il benessere dei dipendenti di una grande azienda diventa l’imperativo, se si vuole garantire efficienza e produttività. E Mundys, società guidata da Andrea Mangoni e presieduta da Giampiero Massolo, è tra queste. Grazie al progetto Equilibrium, un’iniziativa che si pone l’obiettivo di migliorare il benessere psico-fisico dei lavoratori, promuovendo un equilibrio tra corpo, mente ed emozioni appunto.

Più nel dettaglio il progetto mira a sostenere la salute e la prevenzione attraverso un check-up annuale che include 16 visite mediche, tra cui una consulenza nutrizionale mirata. Vengono esaminati diversi parametri legati al benessere, come il livello di melatonina per la qualità del sonno, il cortisolo per la gestione dello stress e altri indicatori importanti come testosterone e omocisteina. Questa attenzione alla salute è accompagnata da un programma di analisi posturale svolto da specialisti che aiutano a correggere eventuali vizi, migliorando così la qualità della vita lavorativa. Per rafforzare queste pratiche di benessere, i food corner degli uffici sono stati arricchiti con alimenti che agiscono come integratori naturali, promuovendo una corretta educazione alimentare.

Diversi gli aspetti su cui si è concentrata l’azienda. Ha adottato un modello di lavoro ibrido, che consente di alternare giorni in ufficio e giornate in remoto, favorendo una migliore gestione tra vita privata e lavoro. Una flessibilità che non solo risponde alle esigenze dei dipendenti, ma contribuisce anche a ridurre le emissioni di CO2, rientrando così nell’impegno per la sostenibilità ambientale.

“La ricerca di un equilibrio tra corpo, mente ed emozioni è possibile. Il progetto Equilibrium nasce per sostenere il benessere dei dipendenti”. Questa l’idea di Maria Sole Aliotta, Human Resources Director di Mundys. “Ogni anno, attraverso indagini approfondite sul benessere, raccogliamo dati preziosi per comprendere le esigenze dei lavoratori e per migliorarne la qualità di vita. Da tempo Mundys opera con un approccio che guarda al benessere della persona a 360° per offrire un ambiente di lavoro equilibrato e attento alle esigenze personali di ciascuno di noi”.

Allargando lo spettro all’intero welfare aziendale di Mundys, esso abbraccia vari aspetti della vita dei dipendenti, dalla salute all’istruzione. E prevede, per esempio, una serie di misure volte a supportare i dipendenti e i loro familiari. Alcuni esempi: i rimborsi spese per la propria istruzione e quella della famiglia, dai livelli prescolari fino agli studi universitari e post-laurea, inclusi i corsi di formazione continua. In più, il piano copre le spese per l’acquisto dei libri scolastici, attività extrascolastiche quali campus estivi e vacanze studio, nonché corsi di lingua e informatica. Sono previsti indennizzi anche per servizi di baby-sitting e assistenza agli anziani.

Ancora, spazio alla cultura e allo sport. Ovvero buoni acquisto utilizzabili per attività culturali e sportive. Tutti i lavoratori possono, cioè usufruire anche di una polizza sanitaria, estendibile ai familiari e di una polizza vita. Tra le numerose iniziative promosse a favore della mobilità sostenibile, è garantito l’abbonamento annuale dei mezzi pubblici utilizzati per raggiungere le sedi di lavoro di Roma e Milano e di un parco auto full electric.

Un capitolo di peso è poi quello dedicato alla formazione. Sulla quale, negli ultimi tre anni, il gruppo ha investito in oltre 1,6 milioni di ore di formazione per il personale con un focus sulla costruzione di quelle competenze che aiutano a restare competitivi in un mondo che evolve velocemente. Ne sono un esempio le oltre 100 mila ore di formazione in materia di sostenibilità erogate al senior management del gruppo che è chiamato a guidare la transizione verde, digitale e sociale del nostro business, così come le prime sessioni pilota in ambito GenAI per formare i dipendenti su come usare questa nuova tecnologia nell’agenda di lavoro quotidiana.

E poi c’è il modello della we economy. Mundys lo applica da 3 anni, ed è basato su equità retributiva e accessibilità a percorsi di crescita e sviluppo. La retribuzione di ogni dipendente è strutturalmente formata da 3 elementi ordinari: lo stipendio, la remunerazione variabile e i piani di welfare integrativi. La capogruppo ha completato il percorso di eliminazione di qualunque differenziale retributivo tra dipendenti di genere maschile e femminile, che ricoprono le medesime posizioni o posizioni dello stesso livello organizzativo. Questo su tutte le componenti della remunerazione, sia monetaria (fisso, variabile), sia in natura (benefits). In tal senso, sempre a livello di gruppo, Mundys ha l’impegno di colmare entro il 2030 il divario retributivo di genere.

Tutti i dipendenti di Mundys, inoltre che intendono offrire il loro impegno nell’ambito del terzo settore, possono usufruire fino a 10 giorni retribuiti per collaborare con associazioni, enti e istituti che svolgono attività benefiche caritatevoli, assistenziali, sociali, religiose, artistiche, culturali, sportive e ambientali. L’accordo è stato sottoscritto con tutte le principali rappresentanze sindacali del settore e crea un’opportunità di azione concreta dei dipendenti e di vicinanza e integrazione tra Mundys, la società civile e le comunità in cui opera.

Mundys ha poi confermato il suo forte impegno a integrare la sostenibilità nella propria strategia di finanziamento con le recenti emissioni di Sustainability-Linked Bond per oltre 1 miliardo di euro. Oggi il 100% del i debito e linee di credito della capogruppo sono collegate e indicatori ESG. I tassi d’interesse aumentano o diminuiscono in base ai progressi che il Gruppo realizza sugli obiettivi ambientali e sociali, misurati da tre indicatori di performance, tra cui i progressi nella pari opportunità di genere nei ruoli manageriali, gli altri sono relativi alla decarbonizzazione delle proprie fonti energetiche e alla velocità di transizione verso l’energia elettrica verde.



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