Il presidente del Consiglio in occasione del Consiglio Europeo informale mette dei punti fissi: “Dopo la vittoria di Trump non chiediamoci cosa possono fare gli Usa, ma cosa può fare l’Ue per sé stessa. L’Ucraina? La pace con il sostegno dell’Occidente. Le spese per la difesa? Ne tenga conto il patto di stabilità”
Un nuovo scenario di pace in Ucraina con il sostegno determinante dell’Occidente, un’accelerazione ai ragionamenti sulle spese per la difesa, le nuove sfide che attendono l’Ue anche in virtù della vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. Questa la traccia indicata sui macro-temi di attualità dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione del Consiglio Europeo informale. Un momento di riflessione dovuta, sia perché si tratta del primo appuntamento fra leader dopo le urne negli Usa, sia perché si sta chiudendo un anno gravido di dossier da risolvere, primi fra tutti le guerre a Kyiv e Gaza, senza dimenticare la nuova governance Ue che ha dinanzi a sé l’esigenza di aprire una stagione riformatrice.
La prossima pace
Il sostegno determinante dell’Occidente sarà chiave per arrivare ad una pace giusta in Ucraina. Giorgia Meloni ricorda che “noi abbiamo sempre lavorato tutti per la pace, questo è corretto, dopodiché come io ho spiegato molte volte, dal mio punto di vista per costruire pace bisognava impedire che ci fosse un’invasione”. Due gli elementi che mette in risalto: il coraggio degli ucraini e lo sforzo compiuto fino ad oggi dall’Occidente nel non lasciare sola l’Ucraina. “Vedremo come evolve lo scenario nelle prossime settimane. Ma ribadisco che, finché c’è una guerra, l’Italia sarà al fianco dell’Ucraina”.
Quante spese per la difesa?
Centrale è il tema delle spese per la difesa, connesse alla Nato e in prospettiva alla difesa comune. Secondo Meloni nel patto stabilità devono trovare spazio le aperture per la spesa sulla difesa, ma bisogna fare di più. Il quesito riguarda le nuove regole Ue e il rispetto degli obiettivi Nato. “Io sono assolutamente convinta che l’Europa e quindi anche l’Italia debbano riuscire a garantire la loro maggiore indipendenza, la loro maggiore autonomia, anche investendo di più in difesa. Chiaramente servono gli strumenti per poterlo fare. Questo è un grande dibattito che l’Italia ha posto ci sono nel nuovo patto delle aperture. Penso che sia un altro di quei dibattiti che bisognerà prima o poi riaprire perché, al di là della volontà, poi c’è quello che si può fare. E le risorse vanno individuate in qualche modo”.
Immigrazione
Altro tema estremamente denso di riverberi politici oltre che di sicurezza è quello relativo al dossier migranti, con la questione del modello-Albania proposto dall’Italia e su cui si sono accesi gli interessi di altri paesi, come il Regno Unito. Meloni lo definisce come un tema su cui c’è uno straordinario “interesse da parte dei nostri colleghi e un’attenzione che considero assolutamente positiva, secondo alcuni, i governi non sono nelle condizioni di poter definire cosa sia un Paese sicuro e, leggendo alcune sentenze, si rischia di trovarsi di fronte ad una realtà dove non esistono Paesi sicuri, questo compromette la possibilità di governare l’immigrazione e fermare quella illegale di massa. È una parte del dibattito sulla quale trovo molta solidarietà”.
La nuova Casa Bianca
Elon Musk è un valore aggiunto e un possibile interlocutore, aggiunge il premier dal momento che si tratta di “una persona che ha fatto delle cose straordinarie, delle cose importanti e penso che debba e possa essere un interlocutore, una persona con la quale confrontarsi”. Più in generale Meloni sottolinea un concetto-chiave: dopo la vittoria Trump non chiediamoci cosa possono fare gli Usa, ma cosa può fare l’Ue per se stessa, “a me pare che l’Europa debba trovare la quadra e prendere le misure di se stessa”.
Per cui, prosegue, la grande domanda alla quale è necessario rispondere adesso è “se davvero vogliamo dare gli strumenti agli Stati membri per centrare gli obiettivi e le strategie che ci poniamo e su tutte, la questione delle risorse è certamente quella che va affrontata perché sappiamo che gli investimenti necessari per fare tutte le cose che vorremmo sono molti”.