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La Cdu prepara il dopo Scholz. Elezioni a febbraio (col rischio AfD)

teutonica

La domanda vera è capire quanti voti prenderà l’ultradestra di AfD, dal momento che alle recenti regionali non solo è andata in doppia cifra ma ha scalato la vetta delle posizioni. Se dovesse replicare su scala nazionale il dato regionale, e se la Cdu e la Csu non avessero la maggioranza dei voti, allora si aprirebbe il medesimo scenario accaduto in Francia, con il rischio di larghe intese o comunque di un accordo ad escludendum

Con la definizione della data delle elezioni anticipate in Germania si chiude (a meno di clamorose sorprese) l’era Scholz, caratterizzata da una partenza sotto molti auspici ma finita poi per deludere le aspettative, senza tra l’altro aver compreso la portata della crisi industriale in corso, con i colossi dell’automotive che si preparano ad una stagione di licenziamenti. Il prossimo 23 febbraio i tedeschi torneranno a votare, dopo una tornata di elezioni regionali che ha premiato il centro e la destra, a scapito della coalizione semaforo.

Qui Cdu

Il candidato cancelliere Fredrich Merz è il fautore delle trattative degli ultimi giorni: lo scioglimento del Bundestag dovrebbe avvenire entro dicembre, così da mettere in salvo la legge di bilancio e capire come intervenire nella situazione industriale ormai altamente critica. In seguito Scholz dovrà chiedere la fiducia l’11 dicembre, la decisione sulla questione della fiducia verrà poi presa al Bundestag il 16 dicembre. Ma l’esito è nei fatti praticamente scontato.

Merz punta a riallacciare i fili con il comparto industriale, scottato dopo la crisi energetica post guerra in Ucraina e alle prese con il caso auto che incombe non solo sulla Germania. Ma il leader della Cdu avrebbe voluto, proprio per questa ragione, votare prima della fine di febbraio: “Perdiamo circa un mese a causa di questo ritardo – ha osservato – Ma penso che sia giustificabile, perché una campagna elettorale a gennaio comporta difficoltà”.

Qui semaforo

Secondo l’ultimo sondaggio nazionale, la popolarità del cancelliere Scholz è scesa ai livelli minimi di sempre, attestandosi in coda: si trova al 19° posto nella classifica dei 20 politici più popolari, solo l’esponente di AfD Tino Chrupalla fa peggio. Ciononostante la Spd intende riproporlo come candidato cancelliere, forse per non dare un ulteriore segnale di debolezza dell’esecutivo uscente, anche se Pistorius sarebbe più popolare, soprattutto tra gli elettori più giovani. Ma la decisione non è presa, dal momento che alcuni dirigenti socialisti porranno il tema nei prossimi giorni in occasione dell’ufficio politico del partito. La Spd è spaccata a metà: una parte è già nel post Scholz, guidata dal sindaco di Monaco Dieter Reiter; un’altra proverà a ritardare un trend che sembra comunque ormai già avviato, anche perché Boris Pistorius è dato come il candidato preferito in assoluto dagli elettori Spd.

Scenari

La ricetta di Merz non è semplicemente rivolta alle aziende, ma è tarata per carpire il voto del ceto medio: per questa ragione intende diminuire la pressione fiscale per tutte le categorie, al fine di far ripartire i consumi. E venendo da anni di surplus di bilancio, le casse pubbliche tedesche possono permetterselo senza problemi.

La domanda vera è capire quanti voti prenderà l’ultradestra di AfD, dal momento che alle recenti regionali non solo è andata in doppia cifra ma ha scalato la vetta della posizioni. Se dovesse replicare su scala nazionale il dato regionale, e se la Cdu e la Csu non avessero la maggioranza dei voti, allora si aprirebbe il medesimo scenario accaduto in Francia, con il rischio di larghe intese o comunque di un accordo ad escludendum.



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