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Miele tra Merkel e Monti: “Insieme per crescere”

Un incontro al miele quello di oggi a Roma tra Mario Monti e Angela Merkel.
Reciproci ed ampi elogi nella conferenza stampa tra la cancelliera tedesca ed il premier italiano al termine dell´incontro bilaterale tra Italia e Germania.
 
Il governo di Mario Monti “ha intrapreso una molteplicità di riforme in tempi rapidissimo e ha preso decisioni veramente fondamentali”, ha commentato la Merkel. Monti si è rivolto con un´amichevole e informale ´Angela´ nel rassicurarla sulla “determinazione italiana nel proseguire sulla strada del contenimento di bilancio, della disciplina fiscale e delle riforme strutturali”.
In questi “tempi non facili” in Italia e Germania ci sta “la volontà di superare le difficoltà insieme. Siamo entrambi paesi fondatori del´Unione europea, abbiamo costruito questa Ue, l´abbiamo fondata e siamo decisi ad affrontare difficoltà insieme”, ha spiegato ancora la cancelliera.
 
Monti e Merkel si erano lasciati venerdì scorso a Bruxelles dopo un vertice Ue salutato da molti come un trionfo italiano ed una sconfitta tedesca. Una lettura che al Professore non è piaciuta: “La stampa avrebbe dovuto scrivere Angela più Mario uguale un passo avanti nella politica economica europea”, ha rimarcato ieri sera il premier in un´intervista alla Faz. Ed evidenziato anche oggi:
“Le decisioni del Consiglio Europeo sono state tutte prese all´unanimità, compresa quella sul fondo salva-Stati. Io sono soddisfatto, e credo anche gli altri 16 Paesi dell´Eurozona, perché sono decisioni all´unanimità anche sul miglioramento dei meccanismi per la stabilità a breve termine”.
 
Il premier ha poi precisato che l´Italia non ha intenzione di chiedere l´intervento del fondo salva-Stati, anche perché “quest´anno avremo un disavanzo di circa il 2% che è la metà della media UE e l´anno prossimo l´Italia avrà un avanzo in termini strutturali”.
Nella conferenza stampa al termine del bilaterale con Angela Merkel, Monti ha rivendicato quanto fatto fin qui “con l´impegno di tutti gli italiani e del Parlamento”, spiegando: “C´è soprattutto un modo in cui l´Italia si sta sforzando di contribuire alla stabilità dei mercati, e cioè mettere sotto controllo il suo disavanzo. Tanto che quest´anno avremo un disavanzo di circa il 2% che è la metà della media UE e l´anno prossimo l´Italia avrà un avanzo in termini strutturali”.
 
E dunque “ecco perché l´Italia non presenta domanda di essere sostenuta: perché l´Italia non ha bisogno di sostegno per far fronte al finanziamento del suo disavanzo”. Tuttavia “l´Italia ha come risultato di decenni di politiche non rigorose in un passato lontano, una grande quantità di debito publico: l´andamento dei titoli risente della valutazione del mercato delle politiche economiche italiane, e ci sforziamo perché siano sempre migliori, ma anche dell´apprezzamento positivo o negativo che il mercato dà della stabilità complessiva della zona euro. Ecco perché pensiamo sia di interesse per la stessa zona euro e la discussione procede sui modi in cui farlo, avere una capacità di intervento non per finanziare il disavanzo degli Stati, perché vorremmo valesse solo per chi è in linea con le regole, come l´Italia, ma per evitare che livelli molto alti dello spread scoraggino questi Paesi dal perseguire in modo risoluto le politiche economiche che hanno intrapreso”.


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