Allarme dell’Aiea, mentre Xi si definisce neutrale e alla luce del sole. Ma Varsavia è in massima allerta dopo l’attacco massiccio russo a Kyiv. Secondo il primo ministro polacco Tusk, nessuna conversazione telefonica può fermare l’aggressione russa in Ucraina
Il massiccio attacco aereo russo contro l’Ucraina ha provocato, oltre ai grandi danni materiali, la reazione “occidentale” con le operazioni degli aerei polacchi e alleati. L’obiettivo è garantire la sicurezza nelle aree adiacenti alle zone minacciate. Anche per questa ragione il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sarà domani a Bruxelles per partecipare al Consiglio Affari Esteri dell’Unione europea (Cae) che avrà la questione ucraina al centro delle discussioni, alla presenza tra gli altri anche del ministro degli Esteri ucraino, Andrij Sybiha.
Qui Ucraina
“A 1000 giorni dall’ingiustificata aggressione russa, è importante che la Ue, anche nel quadro della Dichiarazione dei Leader G7 approvata ieri, resta unita nel suo sostegno all’Ucraina ed alla sua popolazione, per arrivare ad una pace giusta e lavorare alla ricostruzione del Paese”, ha anticipato Tajani. Ma intanto la giornata di oggi è stata caratterizzata da un raid con 120 missili e 90 droni contro tutte le regioni del Paese a cui le forze ucraine hanno risposto abbattendo 140 proiettili russi, per stessa ammissione di Zelensky. L’obiettivo del nemico sono state le infrastrutture dell’energia in tutta l’Ucraina. Ci sono danni ad alcun siti dai raid e dalla caduta di detriti, annunciano da Kiev. Nel massiccio attacco sono stati impiegati anche i droni di fabbricazione iraniana Shahed, missili da crociera, balistici, lanciati da aerei, Zirkon, Iskander e Kinzhal.
Ad essere danneggiate anche le reti elettriche ucraine, come confermato dal ministro ucraino dell’energia, German Galouchtchenko, ovvero le centrali di produzione e di trasmissione dell’energia elettrica in tutto il paese.
Qui Varsavia
La Polonia, dunque, in massima allerta dopo l’attacco massiccio russo a Kyiv. Secondo il primo ministro polacco, Donald Tusk, nessuna conversazione telefonica può fermare l’aggressione russa in Ucraina, con riferimento al contatto telefonico tra il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e il presidente russo, Vladimir Putin. “L’attacco, uno dei più massicci dall’inizio di questa guerra, ha dimostrato che la diplomazia telefonica non può sostituire il vero sostegno all’Ucraina da parte di tutto l’Occidente”, ha osservato il premier polacco.
Aiea
L’attacco russo ha richiamato anche le attenzioni dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica secondo cui “le centrali nucleari operative dell’Ucraina hanno ridotto la produzione di elettricità come misura precauzionale, ponendosi ulteriormente sotto pressione la sicurezza nucleare”, così come affermato dal direttore generale Rafael Mariano Grossi.
Qui Pechino
Neutrale e alla luce del sole. Così il presidente cinese Xi Jinping definisce la posizione cinese sulla guerra in Ucraina. L’occasione è un incontro a Lima, a margine del vertice Apec, con il presidente americano uscente Joe Biden. Il leader cinese ha ribadito che “Pechino non consentirà che tensioni nella Penisola coreana precipitino nel conflitto e nel caos e che non rimarrà seduta impotente a guardare” se i suoi interessi dovessero essere minacciati.
G7
Va ricordato che proprio ieri, su iniziativa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i Leader G7 hanno adottato una dichiarazione di sostegno a Kyiv in vista del millesimo giorno dall’inizio della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, in cui si sostiene l’appoggio all’Ucraina per tutto il tempo necessario. “Rimaniamo solidali nel contribuire alla sua lotta per la sovranità, la libertà, l’indipendenza, l’integrità territoriale e la sua ricostruzione. Riconosciamo anche l’impatto dell’aggressione della Russia sulle persone vulnerabili in tutto il mondo”. Inoltre si riconosce “l’immensa sofferenza sopportata dal popolo ucraino. Nonostante queste difficoltà, gli ucraini hanno dimostrato una resilienza e una determinazione senza pari nel difendere la propria terra, la propria cultura e il proprio popolo”.