Investimenti in aumento, in particolare nelle reti, margini in crescita e nuova politica dei dividendi. Poco prima di volare al G20 l’ad del gruppo industriale energetico italiano ha alzato il velo sul piano strategico 2025-2027. A Rio de Janeiro Cattaneo incontrerà, oltre al presidente brasiliano Ignazio Lula da Silva, anche l’argentino Javier Milei e quello cileno Gabriel Boric
Un aereo lo attende da lì a qualche ora per raggiungere il Brasile dove è in corso il G20. Presentando oggi il Piano strategico di Gruppo 2025-2027 ai mercati finanziari e ai media, l’amministratore delegato Flavio Cattaneo è già proiettato verso il Paese dove nei mesi scorsi è emersa l’ottima qualità delle relazioni interistituzionali e la centralità della diplomazia economica. A Rio de Janeiro Cattaneo avrà probabilmente modo di incontrare, oltre al presidente brasiliano Ignazio Lula da Silva, anche l’argentino Javier Milei (circostanza che sottolinea l’interesse strategico per il Paese) e quello cileno Gabriel Boric.
Grazie all’attività di advocacy, come spiega a Milano l’ad durante il Capital markets day, ma anche al buon rapporto e alle relazioni cordiali con il governo, il ruolo di Enel sembra essere sempre più quello di ponte strategico non solo tra l’Italia e il Brasile ma anche con altre economie emergenti come l’Argentina, appunto. Una veste ampiamente riconosciuta in occasione del summit del G7 in Puglia che ha rappresentato un momento cruciale per la diplomazia economica italiana, con Enel al centro delle trattative internazionali. Centralità che è stata confermata ieri durante il bilaterale svoltosi alla vigilia del G20 tra il presidente brasiliano Lula e la premier Giorgia Meloni. Nell’occasione i due leader hanno parlato della necessità di proseguire nel potenziamento del servizio fornito da Enel in Brasile, soprattutto nella regione di San Paolo, come una priorità comune. Al centro dell’incontro il tema dello sviluppo infrastrutturale, considerato strategico per ampliare le opportunità di collaborazione.
L’importanza dei Paesi sud americani emerge con nettezza anche dal nuovo piano strategico, in cui Enel prevede investimenti totali lordi per 43 miliardi: andrà in Europa il 75%, mentre il 25% in America latina e Nord America. Se si guarda la distribuzione degli investimenti, 26 miliardi saranno destinati all’infrastruttura di distribuzione elettrica (+40% rispetto al precedente Piano), di cui il 78% in Italia e Spagna, Paesi caratterizzati da quadri regolatori favorevoli a incentivare gli investimenti, e circa il 22% in America Latina, dove sono allocati quasi 6 miliardi di euro.
Sappiamo ormai che la rete di distribuzione elettrica è il fattore abilitante della transizione energetica. Se un pilastro del piano strategico sono le reti, l’altro è l’accelerazione del percorso di sostenibilità attraverso le fonti di energia rinnovabile. Per questo Enel mette in cantiere circa 12 miliardi di euro sulle energie verdi con un aumento di capacità pari a circa 12 GW. Tali investimenti andranno per il 65% in Europa (di cui circa il 34% in Italia e il 31% in Iberia), e per il 35% in America Latina e Nord America.
L’orizzonte triennale del nuovo piano strategico prevede che al 2027 l’Ebitda ordinario di Gruppo cumulato nel periodo di Piano supererà i 70 miliardi di euro. Oltre al business delle reti e alla generazione di elettricità un ruolo centrale lo hanno i circa 23 miliardi di euro riferiti a Power purchase agreements (Ppa) principalmente in America Latina e in Nord America. Nel 2027, si prevede che l’Ebitda ordinario di Gruppo aumenti fino a un valore compreso tra 24,1 e 24,5 miliardi di euro e che l’utile netto ordinario del Gruppo cresca fino a un valore compreso tra 7,1 e 7,5 miliardi di euro.
Raggiunti gli obiettivi coerenti con il piano strategico presentato un anno fa, Enel si dice pronta a iniziare un nuovo capitolo di crescita sostenibile. Dalla sua il fatto che il piano di dismissioni è stato completato con successo e l’indebitamento è stato ridotto in linea con gli obiettivi previsti.
“Tra il 2025 e il 2027, ci concentreremo sulle attività core e sull’allocazione flessibile del capitale, aumentando gli investimenti, principalmente in asset regolati con rendimenti prevedibili, che favoriranno al contempo un’accelerazione della transizione energetica. Continueremo inoltre a migliorare l’efficienza e la redditività, anche attraverso nuove opportunità di business”, ha dichiarato Cattaneo.
Investire dove i quadri regolatori sono favorevoli è possibile anche grazie a forti interventi di advocacy, come gli incontri e la diplomazia economica portata finora avanti dimostrano.